domenica 27 febbraio 2011

Chevron deve pagare: 9 miliardi agli indios

Articolo tratto da: liberazione.it
"A metà strada tra Hollywood e Quito gli indigeni dell'Ecuador segnano un primo punto a loro a favore. In una piccolo tribunale dell'Amazzonia ecuadoregna un giudice coraggioso ha condannato la multinazionale del petrolio Chevron a pagare nove miliardi e mezzo di dollari per i danni arrecati all'ambiente e alla popolazione della regione amazzonica del Paese.
La storia ebbe inzio nel 1993, quando il gruppo Texaco - poi fuso con la Chevron - venne accusato per le estrazioni di petrolio effettuate tra il 1964 e il 1990 nella regione amazzonica dell'Ecuador, operazioni che secondo l'accusa hanno provocato ingenti danni alle comunità indigene delle regioni di Sucumbios e Orellana, che si sono trovati con campi aridi e avvelenati impossibilitati a coltivare ed allevare quello di cui avevano bisogno. Inoltre nel corso degli anni sono aumentati i casi di malattie mortali, fra cui il cancro e la leucemia. Chevron ha reagito, come era da aspettarsi, denunciando la sentenza come "illegittima" e annunciando che ricorrerà in appello fino "a riuscire a far prevalere la giustizia: secondo Chevron, la sentenza è il risultato di una frode e va contro quanto hanno sostenuto le prove scientifiche" fornite sul caso.
Il coraggioso giudice, Niucolas Zambrano, aveva inizialmente inflitto una multa che ammontava a 8 miliardi di dollari, ma il giudice ha fatto aggiungere alla cifra 860milioni di dollari, circa il 10% della multa, a favore della Amazon Defence Coalition, che rappresenta il gruppo dei danneggiati.
La sentenza di ieri era da attesa da 17 anni, dopo una battaglia legale che ha visto il suo inizio negli Stati Uniti e che da allora è stata rimbalzata da una nazione all'altra con una serie di colpi legali da una parte e dall'altra. Tra le grandi sostenitrici degli indigeni e che ha speso il suo volto e che ha dato visibilità alla vicenda va citata Bianca Jagger che sin dal 2003 non ha perso occasione per denunciare lo sfruttamente della Texaco prima e della Chevron poi.
La sentenza di ieri è stata accolta positivamente dai gruppi ambientalisti Amazon watch e Rainforest action network, che l'hanno definita come "la prova schiacciante che il gigante del petrolio sia responsabile di aver scaricato deliberatamente miliardi di galloni di scarti in corsi d'acqua e fiumi locali, che migliaia di persone usano per bere, fare il bagno e pescare". "È arrivato il momento per Chevron - hanno aggiunto le organizzazioni in un comunicato congiunto - di rimediare al disastro combinato in Ecuador". Chevron potrebbe inoltre vedersi raddoppiare la multa se non chiederà pubblicamente scusa per i danni causati entro 15 giorni.
Quella di ieri è considerata una tra le più salate multe imposte da una corte ad una multinazionale per danni ambientali, ma nonostante questo successo non c'è molto ottimismo per ora sul pagamento effettivo della multa.
Anche gli avvocati che rappresentavano le popolazioni amazzoniche hanno preannunciato ricorso, infatti il risacimento iniziale chiesto era di 113 miliardi di dollari.
In ogni caso la sentenza è un buon segnale per le organizzazioni ambientaliste se si considera che solo una settimana fa Chevron aveva fatto causa agli avvocati degli indigeni per frode.
Chvron è la seconda più grande multinazionale petrolifera americana e ha fatto registrare lo scorso anno un profitto pari a 19miliardi di dollari."

Assemblea iscritti atto secondo

Lunedì 28 febbraio alle ore 17:30 è prevista in federazione, la seconda parte dell'assemblea di tutti/e gli iscritti/e, per proporre nuove iniziative e stabilire una nuova linea politica da seguire.
E' gradita una folta presenza

Quando i vandali li manda il Comune

Articolo tratto da: www.senzasoste.it

"Fermiamo i vandali sul lungomare livornese...
Uno spettacolo devastante sul Viale Italia, dopo l’intervento radicale dell’ufficio giardini del Comune di Livorno, che trasforma una vegetazione lussureggiante in scena del disastro (sembra che sia stata devastata da un incendio).

Non si tratta di una normale potatura ma uno sradicamento selvaggio dell’80% delle piante di pitosforo.

In un’ottica all’incontrario si è detto che così si vede il mare dalla strada, cambiando prospettiva dalla tranquilla passeggiata sul mare, una volta difesa dal muraglione verde, oggi si vedono le macchine, scordiamoci le passeggiate lungo mare che ci salvavano dai rumori e dagli scarichi degli autoveicoli, scordiamoci l’ombra a luglio quando il sole picchia sodo, scordiamoci quel delizioso vialetto con le siepi fitte.

Quello che serviva era un intervento di pulizia rispettoso degli alberi e delle siepi, che continuasse a garantire la separazione tra il percorso lungo il mare e il viale molto trafficato, come lo conosciamo da decenni.

FERMIAMOLI SUBITO"

Paolo Gangemi
(PRC sez. Centro)

domenica 20 febbraio 2011

Assemblea iscritti

Lunedì 21 febbraio alle ore 17:30 è stata convocata dal segretario
Cosimi un'assemblea degli iscritti, che si terrà in Federazione, aperta a tutti/e,
per discutere di nuove iniziative politiche, proposte di lavoro dei circoli
ecc.
E' gradita una folta presenza

La FdS sulla scomparsa di Luciano de Maio

Per Luciano De Maio

Apprendiamo la notizia della prematura scomparsa di Luciano De Maio e non possiamo fare a meno di riflettere, prima di tutto, sull’ingiustizia di quest’ancora giovane vita spezzata da un male implacabile.

Una vita troppo breve, per quanto così ricca di passioni, di attività, di ideali, di dedizione agli altri ed alla sua città.

Luciano è stato un compagno di strada di tantissime battaglie democratiche e sociali.

Lo ricordiamo come un rigoroso, leale ed intelligente militante della pace e per la pace, come un militante contro le insopportabili ingiustizie che hanno attraversato e, continuano sempre più ad attraversare, questa nostra epoca.

Rigoroso, leale ed intelligente come lo era anche nel proprio lavoro. Giornalista per varie testate, aveva la capacità di scavare costantemente sotto la superficie della notizia e di portarne alla luce la sostanza vera. Aveva il dono di sapere annusare le contraddizioni dentro i fatti di cui era chiamato a dare conto. Sapeva interrogare quello spazio sfuocato che c’è spesso tra la rappresentazione di un fatto e la realtà per come gli si manifestava.

E’ una grave perdita per la nostra città che, oggi forse come mai, avrebbe bisogno che quelle capacità e quei valori che Luciano ha, con coerenza, incarnato, potessero crescere, moltiplicarsi, diventare seme per un nuovo risveglio civile, morale e democratico dei livornesi.

La Federazione della Sinistra di Livorno si stringe attorno ai familiari, agli amici ed ai colleghi de “Il Tirreno” e delle altre testate con cui Luciano ha collaborato, manifestando tutto il proprio dolore e la propria partecipazione.

Luciano non ti dimenticheremo!

Livorno, 20 febbraio 2011

Federazione della Sinistra - Livorno

giovedì 10 febbraio 2011

Se non ora quando?

Domenica 13, si terrà la manifestazione a carattere nazionale, "Se non ora quando?", contro la "maschilizzazione" della politica italiana.
Per quanto riguarda Livorno il concentramento avverrà alla Terrazza Mascagni alle ore 9.30-

Comunisti Uniti: a Livorno l’incontro nazionale della base critica e della diaspora comunista del Pci/Prc .

Articolo tratto da www.senzasoste.it:
Un Resoconto dell’Assemblea nazionale di Livorno del 29/01/2010

C’è vita –e passione e preparazione politica- nella “base critica” e nella diaspora ventennale del Pci/Prc. Un canale di comunicazione nazionale si è ormai aperto e procede autonomo. In esso, non pare esserci traccia di “opportunismo” (la deriva compromissoria con la borghesia in nome del “riformismo”, secondo Lenin) ma anzi la volontà di preservare la presenza in Italia di un partito Comunista autonomo ed organizzato, erede in qualche modo della tradizione di “rottura con l’opportunismo (ndr, il riformismo)” consumatasi nel 1921 a Livorno con la nascita del PCd’I. Sulle ragioni della scissione del 1921, segnaliamo un’utile cronistoria: http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o24226:e1

L’assemblea
Si è svolta a Livorno il 29 gennaio u. s., dalle 10 del mattino alle 18, presso l’aula “Montecitorio” del palazzo del portuale, l’assemblea nazionale della rete nazionale dei Comunisti Uniti (www.comunistiuniti.it) . Questo il link al documento di convocazione: http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o24370:e1
L’assemblea ha riunito le voci piu’ significative ed attive dei circoli critici del Prc e della diaspora comunista in italia. Un appuntamento non rituale, vissuto come tappa di un “conto alla rovescia” verso la “ricostruzione del partito comunista in Italia” ( out –comprensibilmente- la parola “rifondazione”), processo la cui velocità ed il cui esito non sono ancora delineati, dipendendo anche dalla piega ulteriore della vicenda interna al Prc e da quella della società italiana nel suo complesso. Dunque un processo aperto e vero, aperto ad ulteriori innesti anche – sperabilmente- locali.
Almeno 100 le presenze effettive contate con indice imparziale nell’emiciclo verticale dei portuali, in rappresentanza di una variegata realtà (circoli territoriali toscani “critici” del Prc –pisani e fiorentini in primis-, gruppi ed individualità della diaspora ormai ventennale di quel partito) in grado di connettere –almeno- Firenze, Pisa, Roma, Parma, Torino e la Val Susa, insomma una prima “dorsale” nazionale. La presidenza vedeva affiancati rappresentanti dei Circoli critici del Prc pisani, fiorentini, della rete dei Comunisti di pisa, del gruppo romano della base Prc fuoriuscito al congresso costituente della Fed del novembre 2010 (http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o23069 ) . Trasversale e robusta la presenza, a titolo rigorosamente individuale, di militanti della Confederazione Cobas.

“Is parlan” – si parlano
L’assemblea è apparsa non preordinata e dunque vera e viva nella varietà e qualità degli interventi, degli accenti, delle sensibilità. Si è chiaramente percepita la preparazione politica –e la vitalità, seppur a ranghi ridotti- di una base di mezz’età che ha resistito a lungo in apnea politica ed adesso giunge ad emersione, nella conclusione in sfascio del lungo ciclo governista (1991-2011) del Prc, peraltro coinciso con la sua sin qui ventennale esistenza.
Dunque, un incontrarsi per annusarsi, per misurarsi, in previsione di un congresso della Fed (convocato per novembre 2011), che potrebbe segnare un punto di non ritorno per molti militanti e –contemporaneamente- uno start formale per la navicella di Comunisti uniti.
Comunisti uniti pare infatti un gruppo elettrogeno di continuità, il progetto preventivo di messa in sicurezza di una base –quella tradizionale del Pci, ceto operaio e medio- che sente giunto il momento di una presa di parola in prima persona per garantire la continuità della presenza organizzata dei comunisti in Italia.

La critica al governismo, alla doppiezza, al ceto politico separato.
“Guardare le facce bastava solo”, recita la canzone. In effetti, bastava il colpo d’occhio a capire la sin qui felice anomalia di una costituente comunista priva della classica componente di apparato attorno a cui sono ruotate tutte le scissioni del Prc.
Vari interventi hanno interpretato la fatica dello stare in un partito il cui faro è da troppo tempo l’alleanza organica con il Pd finalizzata, ad ogni livello, alla garanzia di una quota –dentro le varie leggi elettorali- di “eletti/amministratori”, a prescindere dai –declinanti- risultati elettorali e forse motivata proprio da questi. Esemplare il caso della Val Susa, dove il Prc avrebbe mantenuto ferrea l’alleanza locale con un Pd strenuo sostenitore del progetto del treno ad alta velocità.
Il documento finale dovrebbe sciogliere solo in parte la questione, riproponendo comunque la nozione di “partito di quadri con radicamento di massa”, contro un accorato intervento affinché la politica non divenga mai professionale, attraverso la transizione infinita di una minoranza di quadri da un’incarico all’altro (politico, istituzionale, sindacale), pratica alla base dell’esistenza di ceto politico separato da elettori e base militante e dedito al rapporto privilegiato con quello degli altri partiti.

La questione sindacale:
Gli interventi hanno ovviamente toccato il nodo Cgil/Fiom per sottolineare come la Fiom, anch’essa riformista in radice (basti il suo essere in prima linea nella promozione di propri fondi pensione privati, che negano in principio il valore della copertura pubblica universalistica), abbia svolto -con la proclamazione dello sciopero categoriale di 8 ore del 28 gennaio 2011- tutto o quasi il suo potenziale di conflitto, peraltro declinando la richiesta del sindacalismo di base di cortei e palchi comuni, concambio ragionevole della estensione intercategoriale dello sciopero, resa possibile proprio dai sindacati di base.

Tav, inceneritori, Basi Nato: 3 no e l’impegno dentro al conflitto sociale
Vari interventi hanno sottolineato come gli aderenti a Comunisti Uniti siano tra i copromotori di importanti vertenze locali per la salute e ambientali (o meglio, eco-resistenti nel riferimento alla resistenza italiana 1943-1945) ed antimperialiste: dal comitato –vittorioso al Tar- contro l’inceneritore di Albano (lazio) a quello contro l’autostrada tirrenica Roma - Rosignano (Li) al comitato contro la crescente militarizzazione del territorio pisano attraverso il progettato collegamento logistico ed il continuum territoriale tra la base Usa di Livorno, il porto di Livorno, il canale dei navicelli (che sarebbe gestito da un pool di amministrazioni pubbliche) e l’aeroporto militare di Pisa che sarà trasformato nel perno –“hub” - della logistica Nato da e per i quadranti mondiali di intervento militare con una capacità di gestire la logistica equivalente a 32.000 truppe/mese. Il documento finale dovrebbe inglobare anche il documento prodotto da Voci dal silenzio, un gruppo pisano di documentazione e denuncia sulla situazione delle carceri italiane ed i rischi connessi al permanere nel codice penale di una legislazione penale d’eccezione, tesa a restringere in modo inaccettabile l’ambito delle garanzie individuali e collettive, introdotta in italia negli anni 70 e mai abrogata nonostante la fine dell’emergenza terrorista.

I riferimenti internazionali adottati:
Il documento finale dovrebbe mettere Comunisti Uniti in scia al posizionamento internazionale del blocco Pcp-Kke (partito comunista portoghese e partito comunista di Grecia), il nocciolo duro di quei Pco (partiti comunisti operai) che hanno rifiutato l’”opportunismo del Partito della Sinistra Europea”. Dunque, ribadita la richiesta di uscita dell’Italia dalla Nato ed il contrasto alle politiche “imperialiste e capitalistiche promosse dalla UE” .

Il Prc livornese:
E’ stato presente almeno attraverso alcuni dei suoi dirigenti locali, anche se non è chiaro a chi scrive –nonostante un intervento in cui si è chiesta la pubblicazione di una lista dei referenti territoriali su scala nazionale- in quale veste: se a titolo individuale o ufficiale, se in qualità di aderente al progetto o in quella di parte controinteressata.
Il documento politico finale dovrebbe essere pubblicato a breve sul sito www.comunistiuniti.it

Egon Bondy
La sezione Ardenza la Rosa-Livorno Sud, del nostro partito organizza per sabato 12, ore 11.30, una conferenza stampa presso il Circolo Arci La Rosa, per commentare la raccolta di firme per dare una soluzione alle problematiche del quartiere.
In contemporanea si svolgerà davanti alla Coop o nei pressi della rotatoria davanti al distributore erg, una raccolta di firme per chiedere le dimissioni di berlusconi.
Di seguito il volantino della conferenza stampa.

mercoledì 2 febbraio 2011

Anche a Livorno la mostra sul PCI

Dopo Roma, Livorno. Dal 4 al 20 marzo la città di Livorno, che ha visto nascere nel 1921 il Partito Comunista, ospiterà ai Bottini dell'Olio l'unica tappa toscana della mostra itinerante "Avanti popolo - Il Pci nella storia d'Italia", promossa per il 90° anniversario della nascita del Partito Comunista Italiano, dalla Fondazione Istituto Gramsci di Roma insieme al Centro Studi di Politica Economica che detiene gli archivi del Pci.

Dopo il grande successo dell'inaugurazione all'Acquario Romano-Casa dell'Architettura si potrà visitare anche a Livorno la ricca esposizione che racconta l'importanza che il Partito Comunista ha avuto nella società italiana. Una sezione sarà allestita con i cimeli del Pci livornese, una delle federazioni più attive e propositive d'Italia.

Inserita nel programma nazionale per il 150° dell'Unità d'Italia, la mostra costituisce un'occasione per conoscere il profondo legame tra la storia del nostro Paese e quella del Pci, che ne è stata parte essenziale, nel suo intreccio tra la dimensione nazionale e quella internazionale. (segue)

(Adnkronos) - "La mostra sui 90 anni dalla fondazione del Pci - dichiara l'assessore alle Culture del Comune di Livorno Mario Tredici - è un'occasione importante per approfondire e riflettere su una esperienza politica fondamentale nella storia d'Italia del Novecento e per la storia della nostra città. E' dunque per noi motivo di soddisfazione che gli organizzatori abbiano individuato Livorno come prima tappa e unica tappa toscana del lungo tour che porterà la mostra da Roma in tutte le più importanti città italiane. Una mostra che ha avuto un lusinghiero successo al suo esordio a Roma, per il rigore e la ricchezza dei materiali e sposti, per l'impostazione e per l'impiego di sistemi multimediali".

"Sono convinto - dice ancora Tredici - che, con le ulteriori iniziative che il comitato organizzatore ha intenzione di promuovere, la mostra incontrerà l'interesse attivo non solo dei livornesi, giovani o anziani che siano, ma di tutti i cittadini toscani ".

L'esposizione è stata organizzata nella ricorrenza di due anniversari fondamentali per il Pci: i novanta anni dalla sua fondazione ed i venti dallo scioglimento del partito, avvenuto in data 4 febbraio 1991, con la nascita del Pds a Rimini. Ed è impostata in modo da consentire una lettura non apologetica della storia del partito, basata su due grandi ambiti documentari: i documenti del Pci, conservati negli archivi, in primo luogo della Fondazione Istituto Gramsci, e quelli sul Pci, quali, ad esempio, i film di propaganda realizzati dalla Sezione Stampa e Propaganda del partito, ma anche quelli degli avversari politici del medesimo, come i Comitati Civici, o i cinegiornali della Settimana Incom. (segue)

La Fondazione Gramsci, infatti, dispone di archivi di valore per lo studio della storia politica, sociale e culturale dell'Italia del Novecento, con particolare riferimento al periodo repubblicano, e di particolare importanza è proprio l'archivio storico del Pci, che costituisce, quindi, il fulcro della mostra storica.

Il percorso espositivo è multimediale ed è costituito da sei stazioni cronologiche relative ad altrettanti periodi della storia del PCI: ogni stazione, unita alle altre da una pista in plexigas ad immagini, si avvale di bacheche con materiale documentario originale di schermi "touchscreen", che consentono, tramite parole chiave, di accedere al merito ed ai dettagli della storia narrata, tra rimandi circolari e cortocircuiti audiovisivi.

Nella mostra di Roma - curata da un Comitato Scientifico costituito da storici quali Giuseppe Vacca, Silvio Pons, Francesco Giasi, Ermanno Taviani, Luisa Righi, Emanuele Bernardi, Gian Luca Fiocchi e dall'architetto Alessandro d'Onofrio che ha collaborato con Zaha Hadid all'allestimento del Maxxi di Roma - sono stati inseriti, tra gli altri, gli originali manoscritti dei "Quaderni del carcere" di Antonio Gramsci, quello sulla Questione meridionale del 1926, i messaggi radiotrasmessi ed autografi di Togliatti, le lettere di Badoglio a Togliatti, un florilegio delle edizioni e pubblicazioni gramsciane all'estero, le tessere di iscrizione al Pci dal 1921 al 1991, fotoromanzi degli anni '50 realizzati per incitare al voto gli emigranti, un ciclostile paracadutato dagli Alleati, per stampare clandestinamente l'Unità, oltre ad una sezione appositamente dedicata alla satira, con le vignette di Altan e Staino.

Fonte: (Red-Xio/Opr/Adnkronos)