mercoledì 2 febbraio 2011

Anche a Livorno la mostra sul PCI

Dopo Roma, Livorno. Dal 4 al 20 marzo la città di Livorno, che ha visto nascere nel 1921 il Partito Comunista, ospiterà ai Bottini dell'Olio l'unica tappa toscana della mostra itinerante "Avanti popolo - Il Pci nella storia d'Italia", promossa per il 90° anniversario della nascita del Partito Comunista Italiano, dalla Fondazione Istituto Gramsci di Roma insieme al Centro Studi di Politica Economica che detiene gli archivi del Pci.

Dopo il grande successo dell'inaugurazione all'Acquario Romano-Casa dell'Architettura si potrà visitare anche a Livorno la ricca esposizione che racconta l'importanza che il Partito Comunista ha avuto nella società italiana. Una sezione sarà allestita con i cimeli del Pci livornese, una delle federazioni più attive e propositive d'Italia.

Inserita nel programma nazionale per il 150° dell'Unità d'Italia, la mostra costituisce un'occasione per conoscere il profondo legame tra la storia del nostro Paese e quella del Pci, che ne è stata parte essenziale, nel suo intreccio tra la dimensione nazionale e quella internazionale. (segue)

(Adnkronos) - "La mostra sui 90 anni dalla fondazione del Pci - dichiara l'assessore alle Culture del Comune di Livorno Mario Tredici - è un'occasione importante per approfondire e riflettere su una esperienza politica fondamentale nella storia d'Italia del Novecento e per la storia della nostra città. E' dunque per noi motivo di soddisfazione che gli organizzatori abbiano individuato Livorno come prima tappa e unica tappa toscana del lungo tour che porterà la mostra da Roma in tutte le più importanti città italiane. Una mostra che ha avuto un lusinghiero successo al suo esordio a Roma, per il rigore e la ricchezza dei materiali e sposti, per l'impostazione e per l'impiego di sistemi multimediali".

"Sono convinto - dice ancora Tredici - che, con le ulteriori iniziative che il comitato organizzatore ha intenzione di promuovere, la mostra incontrerà l'interesse attivo non solo dei livornesi, giovani o anziani che siano, ma di tutti i cittadini toscani ".

L'esposizione è stata organizzata nella ricorrenza di due anniversari fondamentali per il Pci: i novanta anni dalla sua fondazione ed i venti dallo scioglimento del partito, avvenuto in data 4 febbraio 1991, con la nascita del Pds a Rimini. Ed è impostata in modo da consentire una lettura non apologetica della storia del partito, basata su due grandi ambiti documentari: i documenti del Pci, conservati negli archivi, in primo luogo della Fondazione Istituto Gramsci, e quelli sul Pci, quali, ad esempio, i film di propaganda realizzati dalla Sezione Stampa e Propaganda del partito, ma anche quelli degli avversari politici del medesimo, come i Comitati Civici, o i cinegiornali della Settimana Incom. (segue)

La Fondazione Gramsci, infatti, dispone di archivi di valore per lo studio della storia politica, sociale e culturale dell'Italia del Novecento, con particolare riferimento al periodo repubblicano, e di particolare importanza è proprio l'archivio storico del Pci, che costituisce, quindi, il fulcro della mostra storica.

Il percorso espositivo è multimediale ed è costituito da sei stazioni cronologiche relative ad altrettanti periodi della storia del PCI: ogni stazione, unita alle altre da una pista in plexigas ad immagini, si avvale di bacheche con materiale documentario originale di schermi "touchscreen", che consentono, tramite parole chiave, di accedere al merito ed ai dettagli della storia narrata, tra rimandi circolari e cortocircuiti audiovisivi.

Nella mostra di Roma - curata da un Comitato Scientifico costituito da storici quali Giuseppe Vacca, Silvio Pons, Francesco Giasi, Ermanno Taviani, Luisa Righi, Emanuele Bernardi, Gian Luca Fiocchi e dall'architetto Alessandro d'Onofrio che ha collaborato con Zaha Hadid all'allestimento del Maxxi di Roma - sono stati inseriti, tra gli altri, gli originali manoscritti dei "Quaderni del carcere" di Antonio Gramsci, quello sulla Questione meridionale del 1926, i messaggi radiotrasmessi ed autografi di Togliatti, le lettere di Badoglio a Togliatti, un florilegio delle edizioni e pubblicazioni gramsciane all'estero, le tessere di iscrizione al Pci dal 1921 al 1991, fotoromanzi degli anni '50 realizzati per incitare al voto gli emigranti, un ciclostile paracadutato dagli Alleati, per stampare clandestinamente l'Unità, oltre ad una sezione appositamente dedicata alla satira, con le vignette di Altan e Staino.

Fonte: (Red-Xio/Opr/Adnkronos)

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