domenica 17 gennaio 2010

Morti in carcere, manifestazione nazionale a Livorno


PRC-PDCI: Oggi bella manifestazione, un fatto nuovo e un nuovo impegno a proseguire

Stamani Livorno, in una giornata di sole, è stata teatro di una bella manifestazione, appassionata, sentita, partecipata.
Centinaia di donne e uomini provenienti da varie realtà d'Italia hanno raccolto l'appello alla mobilitazione che, per la prima volta, tutti insieme i genitori dei ragazzi uccisi in questi ultimi anni nelle carceri o nelle piazze italiane dalla violenza di alcuni settori delle forze dell'ordine, hanno lanciato al paese.
Questi genitori e parenti hanno gridato con forza, tutti uniti, che in uno Stato veramente democratico non si può morire, in un modo tanto drammatico e brutale quanto inconcepibile, per mano di qualche servitore dello Stato che, invece della Costituzione, ha servito quella pulsione di repressione e di distruzione del "nemico" che in questi tempi terribili chi gestisce il potere ha inoculato, a piene mani, nella società per poterla tenere sotto il proprio tallone d'acciaio.
E' un fatto importante che per questa prima volta si sia scelto Livorno per mandare questo messaggio di unità e determinazione.
E Livorno ha risposto positivamente: con i tanti che hanno partecipato al corteo, con chi applaudiva dalle finestre, con chi osservava incuriosito, ma solidale, al passaggio del corteo, magari un po' perplesso per l'impressionante dispiegamento di forze dell'ordine, inedito e surreale per una realtà come la nostra e anche per le dimensioni della manifestazione.
Anche i comunisti erano presenti con una tanto folta quanto discreta presenza di compagne e compagni che si sono stretti intorno a queste famiglie per condividere l'impegno a continuare la lotta nella ricerca della verità e della giustizia.
Per coloro che oggi non ci sono più e perché i responsabili di tali nefandezze possano finalmente pagare il prezzo per il troppo sangue che, in questi anni, hanno versato.

Livorno, 16 gennaio 2010

Alessandro Trotta (segretario PRC - Fed. di Livorno)
Michele Mazzola (segretario PDCI - Fed. di Livorno)




3 commenti:

  1. Articolo del Tirreno
    http://iltirreno.gelocal.it/dettaglio/morti-in-carcere-la-marcia-dei-genitori-verita-sui-nostri-figli-uccisi-dallo-stato/1830919

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  2. http://www.youtube.com/watch?v=x3X3e-3u2A0

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  3. Aerticolo del il tirreno: Domenica 17 Gennaio 2010

    In piazza contro le morti in carcere
    Oltre mille partecipanti al corteo organizzato dalla madre di Marcello Lonzi
    IN PRIMA FILA Alla manifestazione nazionale anche i genitori di Carlo Giuliani
    DAVIDE EVANGELISTI
    LIVORNO. Una canzone di De Andrè apre il corteo per le “vittime dello Stato” organizzato da Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi, il ventinovenne livornese la cui morte alle Sughere nel 2003 fa ancora discutere. Canta De André: «Nonostante voi vi crediate assolti siete lo stesso coinvolti». In strada un migliaio di persone provenienti da tutta Italia: Trieste, Rovereto, Padova, Milano, Roma e Foggia. C’erano anche alcuni anarchici e un piccolo gruppo dei Carc. Circa duecento le forze dell’ordine impiegate tra carabinieri, polizia e guardia di finanza. Nessuna bandiera politica, per volontà della stessa madre di Lonzi. Alle 11 piazza della Repubblica è stata pacificamente invasa dai familiari e dagli amici delle “vittime dello Stato”. Decine gli striscioni realizzati: «Non si può morire così», «Lo Stato uccide», «Verità e giustizia» e molti altri. Tra la folla si intravedono Lorenzo Cosimi, Alessandro Trotta, Michele Mazzola (Rci), e Fabio Gatto (Sinistra critica). Maria Ciuffi accoglie uno dopo l’altro i genitori delle persone «la cui morte resta ancora un mistero». La madre di Carlo Giuliani, morto a Genova nel 2001 durante il G8, attacca: «Avete visto le tragiche foto di Lonzi? Non è morto per cause naturali». Vicino c’è il padre di Giulio Comuzzi, morto nel 2007 a Trieste in un centro di riabilitazione mentale: «Giulio è stato assassinato dalla malasanità triestina, non si è suicidato». Duilio Rasman racconta: «Nel 2006 una pattuglia dei vigili del fuoco è entrata in casa di mio figlio Riccardo perché aveva gettato dei petardi dal balcone. Poco dopo me l’hanno ucciso». C’era la mamma di Niki Gatti, il giovane morto dopo quattro giorni di detenzione nel carcere di Sollicciano: «Porterò il caso alla corte europea di Strasburgo». Manuel Eliantonio è morto nel 2007 a 22 anni nel carcere di Genova. La madre accusa: «L’hanno gonfiato di botte, come Stefano Cucchi». Hanno partecipato anche i genitori di Bukaj Bledar (“Nostro figlio ucciso dai carabinieri”) e i parenti di Stefano Frapporti (“Non si è impiccato in carcere, l’hanno ammazzato”). Il corteo, attraversata tutta la via Grande, è passato davanti ai Quattro Mori per poi concludersi intorno alle 14 davanti al Comune. Alcuni negozi, al passar della manifestazione, hanno abbassato la saracinesca. In piazza Grande quattro cani sciolti hanno rivolto un «10, 100, 1000 Nassiria» a un gruppo di carabinieri, rimasti impassibili. Poco dopo, sotto i portici di via Grande, è volato qualche insulto ai membri della digos. «Due giorni fa il pm Antonio Giaconi ha ricevuto l’ultima perizia medico-legale. Adesso le indagini, dopo tanto tempo, dovrebbero finalmente essere concluse». Lo rende noto Maria Ciuffi a margine del corteo aggiungendo: «Nei prossimi giorni saprò finalmente se il processo per la morte di mio figlio sarà riaperto. Il pm Giaconi ci ha sempre detto che le indagini del caso si sarebbero concluse una volta ultimata la perizia». E’ la terza - evidenzia - del caso Lonzi. «Il pm Giaconi nei giorni scorsi ci ha detto che avrebbe consegnato l’intera documentazione - continua Maria Ciuffi - soltanto dopo la manifestazione».

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