lunedì 18 ottobre 2010

Due bandiere rosse danno più noia di 700 simboli leghisti? Si, siamo in "Itaglia"...

Per togliere l'attenzione dalla scuola di Adro (Bs) e dai suoi 700 simboli leghisti (lo "storico" sole delle alpi), il ministro della pubblica (d)istruzione, la soubrette maria stella gelmini, e il quotidiano "il giornale", organo ufficiale del pdl e addetto stampa del premier berlusconi, hanno deciso di venire a Livorno, più precisamente al Teatro San Marco (dove nacque il PCdI il 21 gennaio 1921 e ora retro di una scuola materna) perchè sul muro esterno ci sono 2 bandiere rosse ed una targa che ricorda l'evento.
Questo "scoop" ci sembra il solito attacco alla nostra città ed alle sue origini e tradizioni, mentre l'invio degli ispettori da parte del ministero ci pare la solita spesa inutile che questo governo ci propina dal suo insediamento.
E menomale che la gelmini ci dice che per la scuola pubblica non ci sono soldi...
Di seguito, in queto post ed in altri, articoli sull'argomento.
NB. Le minuscole a certi nomi son puramente voluti.
Tratto da: www.senzasoste.it



Dopo le giuste polemiche sulla scuola di Adro il centrodestra doveva trovare qualcosa per distogliere l'attenzione da quanto accaduto in Lombardia. Con l'inaugurazione di una scuola pubblica progettata per essere un istituto concentrazionario leghista. Comprensiva di oltre 700 simboli del sole delle alpi, che carattterizza il partito (parola grossa..) di Bossi, incluso uno gigantesco sul tetto del plesso scolastico per far capire la voglia di Padania anche ai marziani che eventualmente volano da quelle parti.
Già in primavera il sindaco di Adro si era distinto per aver negato il classico piatto di minestra, per la mensa scolastica, agli alunni di genitori non in grado di pagare la retta. Veramente un lembo d'Italia più da compatire che da criticare. Dall'inizio dell'anno scolastico il sindaco è in continua polemica, con le istituzioni scolastiche lombarde e quelle politiche nazionali, per la rimozione di questi simboli. E qui ci piace chiarire: il problema non è solo che è stata trasformata una scuola in una sede di partito. Come in Italia solo il Pnf aveva osato fare. Ma è anche rappresentato dal partito in questione, la Lega. Una organizzazione razzista, delirante, fanatica e nemica della convivenza civile e democratica. E il giudizio politico non è che cambia, se in territori sfibrati dal liberismo e dalla speculazione immobiliare, la parte più isterica della popolazione del nord vota il partito di Bossi. Il voto non legittima il delirio, casomai lo moltiplica.
Ogni modo la Lega aveva bisogno di uscire, sul piano dell'opinione pubblica, dal vicolo cieco in cui era cacciata con questa storia della scuola nel bresciano. Persino diversi leghisti hanno capito che stavolta lo zelo etnico del sindaco di Adro era eccessivo.
E allora, guarda te il caso, ti spunta una testata che va a giro per l'Italia a cercare scuole pubbliche dove si espongono simboli politici. Il metodo è quello logoro e consueto: cercare qualche caso controverso, accusare la sinistra di "avere due pesi e due misure", di criticare un comportamento del centrodestra per poi fare lo stesso. E, guarda sempre te il caso, questo genere di campagne giornalistiche finiscono sempre per permettere al centrodestra di fare come gli pare. Intimidendo la sinistra.
Ora se questo metodo può funzionare con il partito di Bersani, un'arca di Noè di speculatori della politica che invidia alla Lega voti e metodi (vedi proposta Veltroni sull'immigrazione), con noi non funziona affatto.
Denunciamo quindi esplicitamente la manovra de Il Giornale e del ministro Gelmini come tesa esclusivamente a legittimare la permanenza dei 700 e passa simboli razzisti (cioè leghisti) nella scuola di Adro. Si cerca quindi di inventarsi una scuola a Livorno, fantomaticamente pullulante di simboli con falce e martello, per permettere che ad Adro tutto resti come prima. Il Giornale ha infatti pubblicato un servizio (vedi link sotto) dove si parla di una scuola materna assimilata a scuola di partito. Qual'è la colpa della scuola materna livornese? E' quella di essere in un edificio in cui una parte della facciata coincide con un monumento storico. Che è la lapide che ricorda che in quel luogo fu fondato il Partito Comunista d'Italia nel 1921. Su quella lapide sventola la bandiera rossa. A monito, aggiungiamo noi, di sedicenti partiti come quelli del centrodestra che desidererebbero conculcare le libertà conquistate, e per tutti, proprio da chi quella lapide ha messo. Insomma, a Livorno non c'è, nè è stata progettata, nessuna scuola con 700 simboli di partito. Solo una materna che coincide con un edificio storico per la città di Livorno e per tutta l'Europa. Non è quindi possibile alcun paragone con la scuola di Adro, un edificio concentrazionario razzista ai cui studenti va tutta la nostra solidarietà umana, nè alcuna speculazione sui monumenti storici di Livorno.
Invitiamo quindi il ministro (si spera per poco) Gelmini e il Giornale a starsene quindi lontani da Livorno. Qui la vostra propaganda, di tante pretese e pessima qualità, verrà agilmente smascherata. Livorno ha tanti difetti e tanti problemi. Ma qui fortunatamente il gusto non manca: la Lega esiste solo come simbolo sulla scheda, il centrodestra è votato giusto dai parenti dei candidati e il Giornale è un foglio dalla circolazione semiclandestina. In attesa della prossima disfatta elettorale, e della conseguente caduta di Berlusconi, cari Gelmini e Giornale fateci un piacere. Statevene a casina vostra magari a discutere dell' appartamento del cognato di Fini a Montecarlo. Quella è la vostra dimensione: sussurri e pettegolezzi per domestici dai gusti morbosi e servili. Se da altre parti vi danno ascolto ci dispiace per loro. Qui per voi, come si dice in gergo, pane secco non ce n'è.

http://www.senzasoste.it/locale/gelmini-e-giornale-state-lontani-da-livorno-e-dalla-bandiera-rossa-del-21

1 commento:

  1. Basta con queste accuse alla nostra città, specialmente se mosse da una che da consigliere comunale e presidente del consiglio comunale è stata cacciata per incapacità ed improduttività politica, e che per diventare avvocato è andata a prendere l'abilitazione a Reggio Calabria, nonchè da un quotidiano (il giornale) che fà degli insulti e dei dossier contro gli avversari politici del padrone, il proprio cavallo di battaglia.
    Ora basta, vanno mandati a casa.
    Persino "Marco Taradash da Roma" ha storto il naso su qusta "operazione salva-scuola"

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