giovedì 25 novembre 2010

Anche "Vertenza Livorno" per il Si

Vertenza Livorno: chi siamo, cosa vogliamo

La rete Vertenza Livorno è nata per iniziativa di diverse persone e associazioni ambientaliste e di sinistra all’indomani delle ultime elezioni regionali, quando è stato eletto il nuovo presidente Enrico Rossi che in campagna elettorale aveva chiaramente esposto le sue idee sullo sviluppo della nostra città.

Secondo Rossi se la provincia di Livorno vuole avere un futuro deve diventare il “distretto energetico” della Toscana, cioè deve rassegnarsi a ospitare le attività produttive più nocive, quelle che nessun altro vuole.

Rossi ha citato come esempio virtuoso perfino le famigerate “navi dei veleni”, che anni fa trovarono ospitalità nel nostro porto portandoci il loro carico di rifiuti tossici.

A ben guardare i progetti di Rossi sono già realtà da un bel pezzo. La nostra provincia produce il 75% dell’energia di tutta la Toscana, ha tre poli industriali ad alto rischio (Livorno, Rosignano e Piombino) e per questo motivo è la seconda provincia più inquinata d’Italia (dopo Taranto). In cambio ne ricava pochi posti di lavoro e un reddito medio per abitante che è del 21% inferiore alla media regionale, per cui è evidente che non ha funzionato neanche la logica (folle) di svendere la salute dei cittadini in cambio di soldi.

Livorno e la sua provincia sono infatti una delle aree d'Italia più esposte all'insorgenza dei tumori; in città i quartieri più colpiti dai tumori e in generale dalle malattie con cause ambientali sono quelli a nord - est, cioè quelli vicini alla zona industriale, inceneritore, centrale ENEL e attività portuali. In definitiva si può con certezza affermare che a Livorno si muore molto per tumore, ma a morire sono soprattutto gli abitanti dei quartieri popolari situati in prossimità delle attività più inquinanti. E i poveri muoiono per tumori molto più dei ricchi.

Ma la classe politica locale e regionale ha intenzione di peggiorare ancora questa situazione: sono in corso i lavori per il rigassificatore offshore (per il quale a suo tempo è stato negato, dall’allora sindaco Lamberti, il referendum richiesto dai livornesi), c’è l’ipotesi di un secondo rigassificatore a Rosignano, si parla di un nuovo inceneritore che dovrebbe bruciare a Livorno la spazzatura di mezza Toscana, poi c’è la questione delle discariche, come al Limoncino, delle centrali a biomasse per la produzione di elettricità che bruciano olio di palma (di cui due a Livorno in ambito portuale e una a Piombino, già autorizzate, e una a Campiglia da autorizzare), piccole ma estremamente inquinanti, dei progetti dell’ENEL per convertire a carbone una parte della centrale di Torre del Sale e a biomasse una parte della centrale del Marzocco, del traffico sempre più caotico e inquinante, e cosi via.

È un modello di gestione del territorio dove il privato gioca da tempo un ruolo pesantemente speculativo specie nel campo edilizio (vedi Salviano 2, Porta a Terra, Nuovo centro e il progetto in buona parte “abortito” della Porta a mare)

Lo spacciano per “sviluppo”, in realtà è il solito vecchio sistema del profitto per il privato e dei tumori per la popolazione.

È per questo dunque che è nata Vertenza Livorno: vogliamo che nella nostra provincia finalmente vi sia una migliore qualità della vita e del lavoro, che si raggiunge soprattutto con la prevenzione, l’educazione sanitaria e il rispetto dell’ambiente.

Sosteniamo ad esempio lo sviluppo delle energie rinnovabili e promuoviamo la raccolta differenziata dei rifiuti.

Attività che dove sono state realizzate hanno portato anche reddito e occupazione, senz’altro più delle produzioni di morte tanto care ai nostri politici. .

La nostra neonata rete si è subito trovata di fronte il progetto assurdo del nuovo ospedale a Montenero, dove oltre a una nuova devastazione ambientale si prospetta anche un modello di sanità sempre meno pubblica che va proprio nel senso opposto a quanto dicevamo prima.

Oggi le ASL sono in mano a funzionari di nomina regionale che hanno solo il mandato di tagliare le spese. Con il nuovo ospedale da un lato si riducono fortemente i posti letto, dall’altro si svendono quasi tutte le strutture territoriali. Dove andrà chi non verrà più ricoverato? Non c’è un piano di rafforzamento dell’assistenza territoriale e domiciliare, quelle che per prime vanno incontro ai bisogni di una popolazione sempre più anziana e delle famiglie, che già oggi per affrontare problemi come l’handicap, il disagio mentale, le malattie croniche sono costrette a spendere gran parte del loro reddito (pensiamo alle cosiddette badanti).

La prevenzione è un settore considerato di serie B, e vi sono sempre meno controlli sui posti di lavoro. Sempre più servizi vengono affidati a ditte e cooperative private al solo scopo di risparmiare sul costo del lavoro, peggiorando l’assistenza e creando precarietà. Non si fanno più concorsi e i dipendenti che vanno in pensione non vengono rimpiazzati.

Non ci sono i soldi neanche per le associazioni che gestiscono le ambulanze!

È l’ora di finirla di tagliare la spesa pubblica quando c’è un’evasione fiscale paurosa a cui nessuno vuole mettere davvero un rimedio.

È inutile allora di parlare di nuovo ospedale.

Per tutti questi motivi Vertenza Livorno ha scelto di combattere la sua prima battaglia contro il progetto del Nuovo Ospedale a Montenero, non tanto e non solo perché il posto non ci piace ma perché il nostro modello di sanità è completamente diverso da quello dei burocrati e dei politici.

Per una sanità che funziona, per avere servizi che rispondano ai bisogni di tutti, i livornesi devono tornare a farsi sentire e a decidere.

A Vertenza Livorno aderiscono: Assemblea permanente per la Partecipazione Livorno, Medicina Democratica, Comitato contro il rigassificatore offshore, Cittadini Ecologisti, Sinistra Critica, Partito Comunista dei Lavoratori

Articolo tratto da:www,senzasoste.it

1 commento:

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