mercoledì 15 dicembre 2010

Cina - Francescaglia: "Premio Nobel a Liu Xiaobo è oscenità"

Tratto dal sito dei Comunisti Italiani: http://www.comunisti-italiani.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=7092&mode=thread&order=0&thold=0

di Francesco Francescaglia, responsabile Esteri PdCI-FdS

In piena guerra valutaria mondiale, gli Usa vorrebbero continuare ad imporre al mondo le scelte a loro più convenienti, ma si scontrano con le resistenze della Cina, che chiede un governo delle monete e non è disposta a favorire una svalutazione competitiva del dollaro a discapito della Cina stessa e di tutte le economie dei paesi emergenti.



Gli Usa hanno alzato i toni, ma non ottengono i risultati sperati. In questo quadro è arrivato un utile aiuto da Oslo: il premio Nobel per la
pace a Liu Xiaobo è una formidabile arma di pressione contro Pechino. Che la commissione per il Nobel della pace (tutta politica: i 5 membri sono eletti dal Parlamento norvegese) sia un covo al soldo dei neoliberisti è ormai acclarato, ma stavolta hanno davvero esagerato. Bisogna leggere “Charta 08”, il documento redatto da Liu Xiaobo, per capire di cosa stiamo parlando.

In quel testo si afferma che “Lo shock dell’impatto occidentale sulla Cina nel diciannovesimo secolo ha messo a nudo un sistema autoritario decadente”. Insomma, il brutale colonialismo occidentale in Cina avviato con le guerre dell’oppio, avrebbe avuto il positivo effetto di disvelare la decadenza della Cina imperiale. La Cina, prima del “secolo delle umiliazioni”, cominciato nel 1840, con gli attacchi dell’Inghilterra, era la più grande e prospera economia del mondo; la fine dell’impero e la (tormentatissima) repubblica arrivarono solo nel 1911-1912. Il colonialismo in Cina fu una enorme tragedia (cui partecipò anche l’Italia), che portò sangue, povertà ed impedì l’autodeterminazione del popolo cinese.

C’è, però, un’altra affermazione ancor più incredibile nel testo di "Charta08", questa: “La sconfitta dei nazionalisti a opera dei comunisti durante la guerra civile spinse la nazione verso l’abisso del totalitarismo”. Liu Xiaobao si rammarica della sconfitta di fascisti nazionalisti di Chiang Kai-shek!!! Quelli che dopo aver massacrato i comunisti e portato il paese alla guerra civile con l’appoggio Usa, si rifugiarono a Taiwan dove instaurarono una lunga dittatura di destra.

Ricapitolando: parlare degli effetti positivi del colonialismo e piangere la sconfitta del fascismo porta dritti dritti al premio Nobel per la pace!!! Hanno ragione i cinesi: una vera oscenità.

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