Circolo Salviano-Leccia-Scopaia-Collinaia-Limoncino-Valle Benedetta (Livorno)
venerdì 28 gennaio 2011
FIOM: MIGLIAIA NELLE PIAZZE; LANDINI, SCIOPERO GENERALE
CORTEI IN TUTTA ITALIA CON STUDENTI, NO AGLI ACCORDI MARCHIONNE (di Amalia Angotti). (ANSA) - TORINO, 28 GEN - Migliaia di lavoratori metalmeccanici sono scesi nelle piazze italiane, da Nord a Sud, per urlare il loro no agli accordi Fiat di Pomigliano e Mirafiori, ma anche al tentativo di smantellare il contratto nazionale. Hanno chiesto a gran voce lo sciopero generale e non sono mancate le contestazioni agli esponenti della Cgil intervenuti dai palchi, dopo i fischi di Bologna alla leader Susanna Camusso. Sono state in tutto 18 le manifestazioni regionali, quattro provinciali in Liguria: in tutte le città sede di stabilimenti Fiat ci sono state iniziative e in molti casi hanno partecipato ai cortei anche i sindacati di base e gli studenti. Come al solito, guerra di cifre sulle adesioni: per la Fiom è stata superiore al 70% e le fabbriche si sono svuotate, mentre per Federmeccanica la media è del 18% e per la Fiat del 15% (24% alla Sevel, 10% a Melfi e 12,5% a Cassino). «Ora - ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, in corteo a Milano - serve uno sciopero generale. Federmeccanica e Confindustria devono sapere che se fanno quello che fa la Fiat succede un conflitto che non ha precedenti nel nostro Paese». Landini, che ha negato attriti con Susanna Camusso, ha annunciato che la prossima settimana proporrà all'assemblea dei delegati Fiom di aprire una consultazione straordinaria in tutte le fabbriche per decidere le iniziative da portare avanti. Non commenta Camusso, che si trova ad Auschwitz, ma altri esponenti della Cgil, come Vincenzo Scudiere, giudicano «sbagliato usare la piazza per chiedere lo sciopero generale». Momenti di tensione si sono registrati a Milano, dove sono stati lanciati uova e vernice contro la sede di Assolombarda e della Uil, a Genova, dove sono state tirate pietre e fumogeni contro la sede di Confindustria, ad Ancona, dove l'accesso al porto è rimasto bloccato per tutta la mattinata, mentre a Torino c'è stato un blitz in un'agenzia di lavoro interinale e a Cassino sono state bloccate due stazioni ferroviarie. Ad Arcore, dove hanno manifestato i Cub, è stato fatto il tiro al bersaglio con freccette e uova contro sagome di Berlusconi, Marchionne e Marcegaglia. Per gli altri sindacati lo sciopero della Fiom è stato «un flop e non ha ottenuto risultati». Il segretario generale della Fim, Giuseppe Farina, parla di «fallimento, con tanta politica e pochi operai in piazza». In sostegno della lotta della Fiom i militanti del sindacato Sierpien '80 (l'agostò80) che lavorano presso le fabbriche della Fiat in Polonia hanno organizzato picchetti a Varsavia sotto la sede dell'ambasciata italiana. (ANSA).
Articolo tratto da controlacrisi.org
Venerdì 28 sciopero generale del sindacalismo di base e corteo a Livorno .
Venerdì 28 gennaio, è stato proclamato lo sciopero generale da parte della Fiom e di tutto il sindacalismo di base, per protestare contro l'accordo Fiat a Mirafiori e Pomigliano e contro la crisi che colpisce il mondo del lavoro in genere.
In Toscana, la manifestazione regionale si terrà a Massa, areaparticolarmente colpita dalla crisi del lavoro, con una fabbrica chiusa, la Eaton, considerata il simbolo di questa protesta.
Anche a Livorno si terrà un corte che vede uniti operai e studenti.
Questo articolo tratto da senzasoste.it illustra la situazione:
"UNO SCIOPERO GENERALE DIVERSO DAL SOLITO
Quella del 28 gennaio prossimo è la data scelta dalla FIOM (i metalmeccanici della CGIL) per scioperare contro gli accordi capestro di Marchionne a Mirafiori e Pomigliano: questi accordi riguardano tutti, visto che intaccano democrazia, rappresentanza, contratto nazionale e diritto di sciopero, legalizzando gli attacchi ai diritti dei lavoratori portati avanti negli ultimi 20 anni.
TUTTI POSSONO SCIOPERARE IL 28 GENNAIO: per quel giorno, infatti, il sindacalismo di base ha indetto lo sciopero generale di tutte le categorie del lavoro pubblico e privato, per chi vorrà essere “concretamente” a fianco dei metalmeccanici, contro la brutalità dell’aut aut deciso da Marchionne: vuoi lavorare o vuoi conservare i diritti sopravvissuti in questi ultimi anni?
Se per lavorare si deve “volontariamente” accettare il ricatto di condizioni di lavoro di tipo schiavistico forse è giunto il momento di dire BASTA e di dirlo come se quella stessa proposta fosse fatta a tutti. Per questo il 28 gennaio non vogliamo lasciarli soli contro Marchionne.
Questa volta non proponiamo uno sciopero per rivendicare diritti e aumenti contrattuali per un singolo settore lavorativo . Oggi proponiamo di dare allo sciopero un significato preciso: dire NO al ricatto di Marchionne e a tutto ciò che a cascata ne potrà venire.
I 2120 operai di Mirafiori hanno avuto il coraggio di rinunciare ad una promessa di lavoro, noi chiediamo di rinunciare ad una giornata di lavoro per dire che non vogliamo contribuire a far passare nel silenzio e nella rassegnazione questo ulteriore attacco alla condizione lavorativa dei dipendenti pubblici e privati. Se ammalarsi a Mirafiori diventa una colpa da pagare a suon di euro, se scioperare comporterà sanzioni disciplinari fino al licenziamento, chi può seriamente pensare che anche altrove non si possa pensare di fare altrettanto? Di questo passo cosa può impedire a lorsignori di applicare per tutti i lavoratori e per tutti i settori gli stessi meccanismi imposti da Marchionne contro i contratti nazionali, contro i diritti e contro la dignità di chi lavora?
Un’attacco ,portato dal padronato e dal governo, che arriva dopo quello alla scuola e università con i decreti Gelmini, dopo il collegato lavoro, dopo il blocco degli stipendi e del turn over nel pubblico impiego .Tutto questo necessita di una risposta forte e incisiva, per questo anche a Livorno va cercata la più ampia e convinta mobilitazione , collegando la risposta a questo ulteriore , alla situazione di una città che vive la crisi in modo drammatico con la perdita di posti di lavoro, la cassaintegrazione e la disoccupazione.
Per questo Venerdi 28 gennaio insieme ai metalmeccanici, indetto dall’insieme dei Sindacati di base, dagli studenti ,da movimenti sociali a Livorno ci sarà una giornata di sciopero generale con :
CORTEO DI LAVORATORI E STUDENTI CONCENTRAMENTO ORE 9,00 PIAZZA CAVOUR
Comitato per il diritto al Lavoro
Hanno dato l’adesione ed organizzano la giornata di sciopero generale a Livorno: Confederazione Cobas, Confederazione USB Livorno, C.I.B.Unicobas, , Coordinamento studentesco Livornese. Coordinamento precari della scuola
Altre adesioni arrivate fino ad adesso : la CGIL che vogliamo di Livorno, L’Internazionale, Sinistra Critica, P.C.L., F.A.I., Collettivo Anarchico Libertario, Centro Politico 1921.Centro sociale Godzilla
In Toscana, la manifestazione regionale si terrà a Massa, areaparticolarmente colpita dalla crisi del lavoro, con una fabbrica chiusa, la Eaton, considerata il simbolo di questa protesta.
Anche a Livorno si terrà un corte che vede uniti operai e studenti.
Questo articolo tratto da senzasoste.it illustra la situazione:
"UNO SCIOPERO GENERALE DIVERSO DAL SOLITO
Quella del 28 gennaio prossimo è la data scelta dalla FIOM (i metalmeccanici della CGIL) per scioperare contro gli accordi capestro di Marchionne a Mirafiori e Pomigliano: questi accordi riguardano tutti, visto che intaccano democrazia, rappresentanza, contratto nazionale e diritto di sciopero, legalizzando gli attacchi ai diritti dei lavoratori portati avanti negli ultimi 20 anni.
TUTTI POSSONO SCIOPERARE IL 28 GENNAIO: per quel giorno, infatti, il sindacalismo di base ha indetto lo sciopero generale di tutte le categorie del lavoro pubblico e privato, per chi vorrà essere “concretamente” a fianco dei metalmeccanici, contro la brutalità dell’aut aut deciso da Marchionne: vuoi lavorare o vuoi conservare i diritti sopravvissuti in questi ultimi anni?
Se per lavorare si deve “volontariamente” accettare il ricatto di condizioni di lavoro di tipo schiavistico forse è giunto il momento di dire BASTA e di dirlo come se quella stessa proposta fosse fatta a tutti. Per questo il 28 gennaio non vogliamo lasciarli soli contro Marchionne.
Questa volta non proponiamo uno sciopero per rivendicare diritti e aumenti contrattuali per un singolo settore lavorativo . Oggi proponiamo di dare allo sciopero un significato preciso: dire NO al ricatto di Marchionne e a tutto ciò che a cascata ne potrà venire.
I 2120 operai di Mirafiori hanno avuto il coraggio di rinunciare ad una promessa di lavoro, noi chiediamo di rinunciare ad una giornata di lavoro per dire che non vogliamo contribuire a far passare nel silenzio e nella rassegnazione questo ulteriore attacco alla condizione lavorativa dei dipendenti pubblici e privati. Se ammalarsi a Mirafiori diventa una colpa da pagare a suon di euro, se scioperare comporterà sanzioni disciplinari fino al licenziamento, chi può seriamente pensare che anche altrove non si possa pensare di fare altrettanto? Di questo passo cosa può impedire a lorsignori di applicare per tutti i lavoratori e per tutti i settori gli stessi meccanismi imposti da Marchionne contro i contratti nazionali, contro i diritti e contro la dignità di chi lavora?
Un’attacco ,portato dal padronato e dal governo, che arriva dopo quello alla scuola e università con i decreti Gelmini, dopo il collegato lavoro, dopo il blocco degli stipendi e del turn over nel pubblico impiego .Tutto questo necessita di una risposta forte e incisiva, per questo anche a Livorno va cercata la più ampia e convinta mobilitazione , collegando la risposta a questo ulteriore , alla situazione di una città che vive la crisi in modo drammatico con la perdita di posti di lavoro, la cassaintegrazione e la disoccupazione.
Per questo Venerdi 28 gennaio insieme ai metalmeccanici, indetto dall’insieme dei Sindacati di base, dagli studenti ,da movimenti sociali a Livorno ci sarà una giornata di sciopero generale con :
CORTEO DI LAVORATORI E STUDENTI CONCENTRAMENTO ORE 9,00 PIAZZA CAVOUR
Comitato per il diritto al Lavoro
Hanno dato l’adesione ed organizzano la giornata di sciopero generale a Livorno: Confederazione Cobas, Confederazione USB Livorno, C.I.B.Unicobas, , Coordinamento studentesco Livornese. Coordinamento precari della scuola
Altre adesioni arrivate fino ad adesso : la CGIL che vogliamo di Livorno, L’Internazionale, Sinistra Critica, P.C.L., F.A.I., Collettivo Anarchico Libertario, Centro Politico 1921.Centro sociale Godzilla
giovedì 27 gennaio 2011
Il sindaco Cosimi rinuncia all'incontro con Tosi .
Il sindaco di Livorno, ALessandro Cosimi, aveva organizzato per venerdì 28 gennaio (giorno dello scipoero nazionale Fiom), un incontro col sindaco di Verona Tosi (Lega ma filo area neo fascista-nazista), suscitando la giusta reazione della sinistra antagonista, l'ultimo baluardo democratico che è rimasto a Livorno.
Questo l'articolo tratto da senzasoste.it:
"E' finito tutto in una bolla di sapone. L'incontro tra il sindaco di Verona e quello di Livorno Cosimi per un dibattito sulla sicurezza è stato rinviato a data da destinarsi per "sopraggiunti impegni" del sindaco di Livorno. Un dibattito che di fatto non era altro che lo sdoganamento e la legittimazione di una forza inesistente a Livorno da parte del sindaco. Infatti sarebbe scesa a Livorno tutta la classe dirigente (?) della Lega regionale più il sindaco leghista più fascista della città più fascista. Una mossa incomprensibile da parte di un sindaco che nel proprio consiglio comunale vanta solo la presenza di un leghista non eletto, cioè che non ha fatto altro che migrare dal PdL (ex An) alla Lega. Un fatto tra l'altro quasi comico visto che il suddetto consigliere, Ghiozzi, militava fino a pochi giorni fa nel circolo "Patria e Identità" del PdL. Uno che passa dalla patria e l'identità al secessionismo padano fa già capire lo spessore e l'opportunismo dell'operazione.
Sulla Nazione di ieri tuttavia la Lega Nord ha dato notizia dell'annullamento dell'iniziativa e ha fatto sapere che Cosimi ha detto che in futuro preferirà fare quest'incontro a Verona. Ghiozzi ha commentato che laggiù è quasi inutile perchè problemi di sicurezza non ci sono. Strano, visto che solo un paio di anni fa un ragazzo veronese è stato ucciso da un gruppo di giovani vicini alla destra fascista locale perchè rifiutò di dargli una sigaretta mentre le aggressioni ai gay sono uno sport locale.
Intanto varie componenti del movimento e gli antifascisti si erano organizzati per non far passare sotto silenzio questo evento di cui ad esempio Il Tirreno non aveva proferito parola, ed avevano organizzato un presidio in piazza del Municipio. Ora sembra tutto saltato. Rimane il fatto che nel giorno dello sciopero generale e di quello metalmeccanici un sindaco abbia accettato un simile invito dando legittimità e ospitalità a gente che legittima ed ospitale non è. Probabilmente Cosimi vista la chiusura sempre maggiore di aziende in questa città vorrà sostituire il voto operaio con quello della paura e dell'insicurezza.
Per capire chi è Tosi basta leggere questo comunicato che ne riassume la storia politica e gli aneddoti fra cui il più clamoroso quello di aver messo un fascista a dirigere l'Istituto della resistenza di Verona."
Questo il comunicato di "Livorno Antifascista", che spiega chi è Tosi e che chiamava tutti i soggetti che credono nell'antifascismo a trovarsi sotto al Comune per protestare:
"Apprendiamo con sdegno che venerdì 28 p.v., nelle sale comunali, si terrà una conferenza stampa organizzata da un manipolo di provocatori fascisti che si raccoglie sotto il simbolo della Lega Nord.
La vicenda è particolarmente grave perché per quanto nessuno abbia votato la Lega a Livorno, il passaggio, avvenuto giorni fa, del consigliere Ghiozzi, ex AN eletto nelle file del PDL, da quest’ultimo partito a quello a quello padano, vuole aprire per la prima volta in città, in maniera del tutto vergognosa, le porte agli xenofobi nordisti. Non era un mistero che la veste di leghista è l’ultima con cui vecchi e nuovi fascisti provano ad uscire dalle fogne dove devono stare, per darsi un’agibilità politica illegittima.
Quella di venerdì è l’ultima del genere. Promossa da un soggetto politicamente irrilevante se non per la sua incapacità, la conferenza stampa richiamerà soggetti come il sindaco di Verona, Flavio Tosi, noto per essere stato condannato a sospensione da dibattiti pubblici per istigazione a odio razziale, avere frequentazioni con i membri del Movimento Fiamma Tricolore ed i noti tifosi dell’Hellas Verona, e il segretario toscano della Lega, Nord Morganti, quello che vorrebbe vietare l’apertura dei kebabbari nei centri storici toscani.
Non solo xenofobia e odio verso clochard, ma soprattutto un’omofobia che non ha precedenti negli ultimi anni contraddistinguono le crociate condotte in prima persona da Flavio Tosi e dai suoi compari di partito. Si ricordi che nella Verona che amministra sono numerosissime le aggressioni quotidiane verso gay e lesbiche. Egli stesso ha partecipato e promosso una via crucis di riparazione contro la giornata del gay pride, con lo slogan «Noi Romeo e Giulietta, voi Sodoma e Gomorra» (che letto nel contesto di questi giorni…). Giornata promossa insieme ad un prete nazista vicino a Priebke.
Respingiamo con determinazione la possibilità che un personaggio del genere abbia agilità politica nella nostra comunità. Pare infatti che dopo la conferenza stampa dell'inesistente Lega Nord livornese, il sindaco Tosi sarà accolto direttamente dal Sindaco Cosimi per un dibattito pubblico sul tema della sicurezza.
E’ inaccettabile che la presenza esclusivamente provocatoria del fascista Tosi venga legittimata dal Sindaco. Nessun dibattito e confronto è possibile con chi si professa razzista, con chi ha sostenuto a più battute la necessità delle ronde, con chi foraggia e giustifica neofascisti nelle loro opera di pestaggi etnici e omofobi per strada.
La presenza di questi fascisti è da interpretarsi del tutto provocatoria e non può essere tollerata dalla nostra comunità. Invitiamo il Sindaco a riflettere sulle conseguenze che questa giornata potrebbe avere. Livorno risponderà con determinazione a questo ennesimo attacco ai valori propri della Resistenza: l'uguaglianza e la solidarietà.
NESSUNO SPAZIO A RAZZISTI E OMOFOBI A LIVORNO
TUTTI E TUTTE IN PIAZZA PER RIBADIRE CHE LA NOSTRA E’ UNA CITTA’ SOLIDALE E ANTIRAZZISTA
FUORI I FASCISTI DALLE ISTITUZIONI
CONCENTRAMENTO VENERDI’ 28 GENNAIO, ORE 16.30, PIAZZA CIVICA.
LIVORNO ANTIFASCISTA"
Questo l'articolo tratto da senzasoste.it:
"E' finito tutto in una bolla di sapone. L'incontro tra il sindaco di Verona e quello di Livorno Cosimi per un dibattito sulla sicurezza è stato rinviato a data da destinarsi per "sopraggiunti impegni" del sindaco di Livorno. Un dibattito che di fatto non era altro che lo sdoganamento e la legittimazione di una forza inesistente a Livorno da parte del sindaco. Infatti sarebbe scesa a Livorno tutta la classe dirigente (?) della Lega regionale più il sindaco leghista più fascista della città più fascista. Una mossa incomprensibile da parte di un sindaco che nel proprio consiglio comunale vanta solo la presenza di un leghista non eletto, cioè che non ha fatto altro che migrare dal PdL (ex An) alla Lega. Un fatto tra l'altro quasi comico visto che il suddetto consigliere, Ghiozzi, militava fino a pochi giorni fa nel circolo "Patria e Identità" del PdL. Uno che passa dalla patria e l'identità al secessionismo padano fa già capire lo spessore e l'opportunismo dell'operazione.
Sulla Nazione di ieri tuttavia la Lega Nord ha dato notizia dell'annullamento dell'iniziativa e ha fatto sapere che Cosimi ha detto che in futuro preferirà fare quest'incontro a Verona. Ghiozzi ha commentato che laggiù è quasi inutile perchè problemi di sicurezza non ci sono. Strano, visto che solo un paio di anni fa un ragazzo veronese è stato ucciso da un gruppo di giovani vicini alla destra fascista locale perchè rifiutò di dargli una sigaretta mentre le aggressioni ai gay sono uno sport locale.
Intanto varie componenti del movimento e gli antifascisti si erano organizzati per non far passare sotto silenzio questo evento di cui ad esempio Il Tirreno non aveva proferito parola, ed avevano organizzato un presidio in piazza del Municipio. Ora sembra tutto saltato. Rimane il fatto che nel giorno dello sciopero generale e di quello metalmeccanici un sindaco abbia accettato un simile invito dando legittimità e ospitalità a gente che legittima ed ospitale non è. Probabilmente Cosimi vista la chiusura sempre maggiore di aziende in questa città vorrà sostituire il voto operaio con quello della paura e dell'insicurezza.
Per capire chi è Tosi basta leggere questo comunicato che ne riassume la storia politica e gli aneddoti fra cui il più clamoroso quello di aver messo un fascista a dirigere l'Istituto della resistenza di Verona."
Questo il comunicato di "Livorno Antifascista", che spiega chi è Tosi e che chiamava tutti i soggetti che credono nell'antifascismo a trovarsi sotto al Comune per protestare:
"Apprendiamo con sdegno che venerdì 28 p.v., nelle sale comunali, si terrà una conferenza stampa organizzata da un manipolo di provocatori fascisti che si raccoglie sotto il simbolo della Lega Nord.
La vicenda è particolarmente grave perché per quanto nessuno abbia votato la Lega a Livorno, il passaggio, avvenuto giorni fa, del consigliere Ghiozzi, ex AN eletto nelle file del PDL, da quest’ultimo partito a quello a quello padano, vuole aprire per la prima volta in città, in maniera del tutto vergognosa, le porte agli xenofobi nordisti. Non era un mistero che la veste di leghista è l’ultima con cui vecchi e nuovi fascisti provano ad uscire dalle fogne dove devono stare, per darsi un’agibilità politica illegittima.
Quella di venerdì è l’ultima del genere. Promossa da un soggetto politicamente irrilevante se non per la sua incapacità, la conferenza stampa richiamerà soggetti come il sindaco di Verona, Flavio Tosi, noto per essere stato condannato a sospensione da dibattiti pubblici per istigazione a odio razziale, avere frequentazioni con i membri del Movimento Fiamma Tricolore ed i noti tifosi dell’Hellas Verona, e il segretario toscano della Lega, Nord Morganti, quello che vorrebbe vietare l’apertura dei kebabbari nei centri storici toscani.
Non solo xenofobia e odio verso clochard, ma soprattutto un’omofobia che non ha precedenti negli ultimi anni contraddistinguono le crociate condotte in prima persona da Flavio Tosi e dai suoi compari di partito. Si ricordi che nella Verona che amministra sono numerosissime le aggressioni quotidiane verso gay e lesbiche. Egli stesso ha partecipato e promosso una via crucis di riparazione contro la giornata del gay pride, con lo slogan «Noi Romeo e Giulietta, voi Sodoma e Gomorra» (che letto nel contesto di questi giorni…). Giornata promossa insieme ad un prete nazista vicino a Priebke.
Respingiamo con determinazione la possibilità che un personaggio del genere abbia agilità politica nella nostra comunità. Pare infatti che dopo la conferenza stampa dell'inesistente Lega Nord livornese, il sindaco Tosi sarà accolto direttamente dal Sindaco Cosimi per un dibattito pubblico sul tema della sicurezza.
E’ inaccettabile che la presenza esclusivamente provocatoria del fascista Tosi venga legittimata dal Sindaco. Nessun dibattito e confronto è possibile con chi si professa razzista, con chi ha sostenuto a più battute la necessità delle ronde, con chi foraggia e giustifica neofascisti nelle loro opera di pestaggi etnici e omofobi per strada.
La presenza di questi fascisti è da interpretarsi del tutto provocatoria e non può essere tollerata dalla nostra comunità. Invitiamo il Sindaco a riflettere sulle conseguenze che questa giornata potrebbe avere. Livorno risponderà con determinazione a questo ennesimo attacco ai valori propri della Resistenza: l'uguaglianza e la solidarietà.
NESSUNO SPAZIO A RAZZISTI E OMOFOBI A LIVORNO
TUTTI E TUTTE IN PIAZZA PER RIBADIRE CHE LA NOSTRA E’ UNA CITTA’ SOLIDALE E ANTIRAZZISTA
FUORI I FASCISTI DALLE ISTITUZIONI
CONCENTRAMENTO VENERDI’ 28 GENNAIO, ORE 16.30, PIAZZA CIVICA.
LIVORNO ANTIFASCISTA"
giovedì 20 gennaio 2011
90° anniversario della nascita del Partito Comunista d'Italia
Venerdì 21 gennaio, ricorre il 90° anniversario della nascita del Partito Comunista d'Italia, avvenuta a Livorno nel lontano 21 gennaio 1921, presso il Teatro San Marco, dopo la scissione del Teatro Goldoni dove si teneva il congresso del Partito Socialista.
Questo il programma delle commemorazioni, organizzate dalla Federazione della Sinistra (Rifondazione e Comunisti Italiani) e dai movimenti cittadini di sinistra (Centro Politico 1921, Csoa Godzilla ed altri):
Venerdì 21 gennaio
Ore 17 - Introducono Lorenzo Cosimi (PRC) e Michele Mazzola (PdCI)
Ore 18 - "1921-2011: 90° anniversario della nascita del PCdI. Il contributo della questione di genere alla teoria ed alla prassi dei comunisti e della sinistra,
nell'epoca della pervasività del neoliberismo e della crisi"
· Lidia Menapace
· Giovanna Capelli
· Paola Pellegrini
Coordina: Tiziana Bartimmo ( Capogruppo PRC-PdCI - Comune di Livorno )
Luogo: Circolo Astra Cantiere, Piazza L. Orlando
Sabato 22 gennaio
Ore 10:00 – 17:00 – Dalla crisi del capitalismo le ragioni del Comunismo. La straordinaria attualità di un pensiero rivoluzionario.
· Emiliano Brancaccio (UNI Sannio)
· Vladimiro Giacchè (economista)
. un rappresentante nazionale FIOM
· Umberto Carpi
· Paolo Ferrero (PRC)
Introduce: Stefano Cristiano e Nino Frosini
Coordina: Alessandro Trotta (FdS Livorno)
Ore 13:00 – Pranzo a buffet (senza interruzione dei lavori)
Luogo: Teatro "Grattacielo" Via del Platano 6
Ore 17:30 – Corteo cittadino concentramento al Teatro Goldoni.
Ore 20 – Cena a prezzi popolari
Ore 22 – Concerto Los Fastidios - Malasuerte FI Sud - Trade Unions
Luogo: PalaCosmelli
Domenica 23 gennaio
Ore 9:30 : "L'unità della sinistra si fa al fianco delle lotte di studenti e lavoratori". I compiti della Federazione della Sinistra.
Cesare Salvi ( FdS )
· Anna Belligero (GC)
· Simone Oggionni (GC)
· Flavio Arzarello (FGCI)
Coordina: Niccolò Gherarducci (GC Livorno)
Ore 13: Pranzo a prezzi popolari
Luogo: Teatro "Grattacielo" Via del Platano 6
Questo il programma delle commemorazioni, organizzate dalla Federazione della Sinistra (Rifondazione e Comunisti Italiani) e dai movimenti cittadini di sinistra (Centro Politico 1921, Csoa Godzilla ed altri):
Venerdì 21 gennaio
Ore 17 - Introducono Lorenzo Cosimi (PRC) e Michele Mazzola (PdCI)
Ore 18 - "1921-2011: 90° anniversario della nascita del PCdI. Il contributo della questione di genere alla teoria ed alla prassi dei comunisti e della sinistra,
nell'epoca della pervasività del neoliberismo e della crisi"
· Lidia Menapace
· Giovanna Capelli
· Paola Pellegrini
Coordina: Tiziana Bartimmo ( Capogruppo PRC-PdCI - Comune di Livorno )
Luogo: Circolo Astra Cantiere, Piazza L. Orlando
Sabato 22 gennaio
Ore 10:00 – 17:00 – Dalla crisi del capitalismo le ragioni del Comunismo. La straordinaria attualità di un pensiero rivoluzionario.
· Emiliano Brancaccio (UNI Sannio)
· Vladimiro Giacchè (economista)
. un rappresentante nazionale FIOM
· Umberto Carpi
· Paolo Ferrero (PRC)
Introduce: Stefano Cristiano e Nino Frosini
Coordina: Alessandro Trotta (FdS Livorno)
Ore 13:00 – Pranzo a buffet (senza interruzione dei lavori)
Luogo: Teatro "Grattacielo" Via del Platano 6
Ore 17:30 – Corteo cittadino concentramento al Teatro Goldoni.
Ore 20 – Cena a prezzi popolari
Ore 22 – Concerto Los Fastidios - Malasuerte FI Sud - Trade Unions
Luogo: PalaCosmelli
Domenica 23 gennaio
Ore 9:30 : "L'unità della sinistra si fa al fianco delle lotte di studenti e lavoratori". I compiti della Federazione della Sinistra.
Cesare Salvi ( FdS )
· Anna Belligero (GC)
· Simone Oggionni (GC)
· Flavio Arzarello (FGCI)
Coordina: Niccolò Gherarducci (GC Livorno)
Ore 13: Pranzo a prezzi popolari
Luogo: Teatro "Grattacielo" Via del Platano 6
sabato 8 gennaio 2011
In 300 fuori dalle Sughere ad urlare la propria rabbia per la morte di Yuri .
Articolo tratto da senzasoste.it sul presidio tenutosi oggi pomeriggio davanti al carcere "le sughere" di Livorno, per protestare contro l'assurda morte di Yuri di 28 anni e le altre morti nelle carceri italiane.
"Questa volta Livorno ha risposto. Forse sempre la solita parte, ma oggi fuori dalle Sughere c'era veramente tanta gente. I parenti di Yuri, gli amici, il Csa Godzilla, i compagni del movimento, i collettivi politici di Pisa e Viareggio che lavorano sui temi carcerari e tante altre persone accorse per dire basta.
Ma in particolare c'erano Maria Ciuffi, la madre di Marcello Lonzi morto nel medesimo carcere nel 2003 e Cira, la madre di Daniele Franceschi, il ragazzo di Viareggio morto quest'estate nelle carceri francesi in mezzo a omissioni e insabbiamenti. Le due mamme sono subito andate ad esprimere la propria solidarietà alla sorella di Yuri.
I manifestanti hanno appeso uno striscione sull'ingresso principale del carcere con scritto "Si vive di ingiustizie, si muore di carcere. Basta omicidi di Stato". Perchè la posizione comune è una sola: a prescindere da cosa sia successo, non importa essere per forza essere morti per percosse per affermare che esiste una responsabilità penale, politica e morale da parte dell'aministrazione penitenziaria. Un giovane di 28 anni non può morire in carcere e se ciò avviene è perchè qualcuno ha delle responsabilità.
E i primi dubbi sorgono proprio dal modo misterioso con cui vengono gestite queste morti. Dopo due giorni e mezzo un alone di mistero continua ad avvolgere tutto come conferma la sorella: "Yuri è entrato alle Sughere sano, era un ragazzo forte e robusto. Abbiamo messo un perito perchè alcune cose non ci quadrano e probabilmente non quadrano nemmeno agli inquirenti". La sorella alla fine del suo intervento ha ringraziato tutte le persone venute al presidio. Prima di lei era stata la volta di Maria Ciuffi e Cira Franceschi che hanno ribadito la loro critica al sistema carcerario, la loro non fiducia nella giustizia e la loro solidarietà alla famiglia.
Poi i manifestanti si sono spostati in corteo ed hanno percorso tutto il quadrato esterno del carcere, anche nelle zone interdette, scandendo slogan contro polizia e carceri e tirando petardi all'interno del perimetro.
Sia gli amici che molti dei manifestanti hanno espresso la volontà di andare fino in fondo per scoprire i motivi di questa morte e denunciare le condizioni di inciviltà ai limiti della sopravvivenza che si vivono all'interno ddlle carceri. Nessuno vuole compiere l'errore di credere alle versioni ufficiali o di svegliarsi tardi come è successo con il caso Lonzi. Il Comitato verità per Yuri andrà dunque avanti e sosterrà sia la famiglia sia iniziative al riguardo.
Il carcere è sempre più il luogo degli ultimi, di coloro deboli fuori e dentro al carcere, di coloro che vengono distrutti e sedati con psicofarmaci e che vengono ammassati nelle celle."
"Questa volta Livorno ha risposto. Forse sempre la solita parte, ma oggi fuori dalle Sughere c'era veramente tanta gente. I parenti di Yuri, gli amici, il Csa Godzilla, i compagni del movimento, i collettivi politici di Pisa e Viareggio che lavorano sui temi carcerari e tante altre persone accorse per dire basta.
Ma in particolare c'erano Maria Ciuffi, la madre di Marcello Lonzi morto nel medesimo carcere nel 2003 e Cira, la madre di Daniele Franceschi, il ragazzo di Viareggio morto quest'estate nelle carceri francesi in mezzo a omissioni e insabbiamenti. Le due mamme sono subito andate ad esprimere la propria solidarietà alla sorella di Yuri.
I manifestanti hanno appeso uno striscione sull'ingresso principale del carcere con scritto "Si vive di ingiustizie, si muore di carcere. Basta omicidi di Stato". Perchè la posizione comune è una sola: a prescindere da cosa sia successo, non importa essere per forza essere morti per percosse per affermare che esiste una responsabilità penale, politica e morale da parte dell'aministrazione penitenziaria. Un giovane di 28 anni non può morire in carcere e se ciò avviene è perchè qualcuno ha delle responsabilità.
E i primi dubbi sorgono proprio dal modo misterioso con cui vengono gestite queste morti. Dopo due giorni e mezzo un alone di mistero continua ad avvolgere tutto come conferma la sorella: "Yuri è entrato alle Sughere sano, era un ragazzo forte e robusto. Abbiamo messo un perito perchè alcune cose non ci quadrano e probabilmente non quadrano nemmeno agli inquirenti". La sorella alla fine del suo intervento ha ringraziato tutte le persone venute al presidio. Prima di lei era stata la volta di Maria Ciuffi e Cira Franceschi che hanno ribadito la loro critica al sistema carcerario, la loro non fiducia nella giustizia e la loro solidarietà alla famiglia.
Poi i manifestanti si sono spostati in corteo ed hanno percorso tutto il quadrato esterno del carcere, anche nelle zone interdette, scandendo slogan contro polizia e carceri e tirando petardi all'interno del perimetro.
Sia gli amici che molti dei manifestanti hanno espresso la volontà di andare fino in fondo per scoprire i motivi di questa morte e denunciare le condizioni di inciviltà ai limiti della sopravvivenza che si vivono all'interno ddlle carceri. Nessuno vuole compiere l'errore di credere alle versioni ufficiali o di svegliarsi tardi come è successo con il caso Lonzi. Il Comitato verità per Yuri andrà dunque avanti e sosterrà sia la famiglia sia iniziative al riguardo.
Il carcere è sempre più il luogo degli ultimi, di coloro deboli fuori e dentro al carcere, di coloro che vengono distrutti e sedati con psicofarmaci e che vengono ammassati nelle celle."
Studenti medi aggrditi a Napoli dalla polizia municipale
Pubblico questa letter/articolo, trovata su internet, che parla di un'attacco subito dagli studenti medi napoletani, appartenenti al coordinamento degli Studenti Autorganizzati Campani, da parte degli agenti della polizia municipale partenopea, rei di aver allestito una mostra fotografica all'aperto, che parla della protesta anti-ddl gelmini.
Non è il solo attacco subito dagli studenti e da chi protesta contro la riforma, ma l'ultimo, in ordine di tempo, di una serie mirata di attacchi contro chi protesta, per impedire alle persone di ragionare con la propria testa e fare massa contro leggi e riforme assurde.
Ecco l'articolo:
"Oggi un gruppo di studenti medi appartenente al coordinamento degli Studenti Autorganizzati Campani, aveva intenzione di allestire, nel centro storico di Napoli, a P.zza S. Domenico, una mostra fotografica che raccontasse la mobilitazione di quest'anno contro la Riforma Gelmini.
Alle 17.15, mentre una ventina di studenti (di età compresa tra i 14 e i 18 anni) stavano attaccando i cartelloni, una volante e due motociclette della polizia municipale sono sopraggiunte intimando aggressivamente agli studenti di staccare subito le foto. Mentre i ragazzi domandavano le motivazioni di questo divieto, la polizia municipale ha iniziato a strappare le foto già messe: i ragazzi hanno cercato di difendere lo foto, e sono stati colpiti con calci e spintoni. Uno dei ragazzi che stava filmando la scena con il cellulare è stato aggredito, bloccato e portato via.
Ovviamente di fronte a questo evidente abuso, tutti gli altri presenti, compresi i passanti allibiti dal comportamento fascistoide e violento degli uomini in divisa, hanno iniziato a gridare chiedendo che lasciassero andare lo studente. Per tutta risposta diversi agenti della polizia municipale si sono avventati verso i ragazzi, inseguendoli fin sopra uno dei vicoli di Piazza S. Domenico.
Uno di loro ha addirittura estratto la pistola di ordinanza, urlando verso i ragazzi: “se non ve ne andate vi sparo"!
Nel frattempo sono arrivate altre volanti della polizia municipale, e studenti e passanti sono stati a più riprese strattonati, spinti, colpiti dagli agenti, riportando diverse contusioni. I ragazzi che sopraggiungevano per vedere la mostra hanno improvvisato un presidio a P.zza San Domenico, fuori al bar dove era stato “sequestrato” il ragazzo che aveva filmato le violenze della polizia.
Il presidio dei compagni ha ottenuto il rilascio del ragazzo, ma la tensione non si è abbassata, tanto che uno dei poliziotti, lo stesso che ha estratto l’arma, è arrivato a urlare: “una pallottola costa un euro, voi valete meno”…
Grazie alla solidarietà espressa dai cittadini e dai compagni arrivati è stato comunque possibile allestire la mostra, e partire in corteo spontaneo per le vie del centro, alla volta del comando della polizia municipale a P.zza Dante.
Siamo di fronte ad un episodio che qualifica nuovamente il comportamento delle forze del (dis)ordine nella nostra città: dopo l'arresto del ricercatore precario il 15 ottobre (processato per direttissima e completamente prosciolto, nonostante il questore annunciasse "sentenze esemplari"), le cariche a freddo agli studenti e ai lavoratori nel teatro San Carlo l'1 dicembre, l'aggressione ai danni degli attivisti ambientalisti della Critical Mass l'8 dicembre e le cariche nel Museo Nazionale agli studenti che erano lì per esprimere solidarietà agli operatori sociali, il 23 dicembre… Non una serie di episodi isolati, dunque, ma una vera e propria strategia volta a terrorizzare e a svuotare le piazze e le coscienze.
Contro il DDL Gelmini!
Contro la repressione!
Il futuro non è scritto…
Studenti Autorganizzati Campani"
Non è il solo attacco subito dagli studenti e da chi protesta contro la riforma, ma l'ultimo, in ordine di tempo, di una serie mirata di attacchi contro chi protesta, per impedire alle persone di ragionare con la propria testa e fare massa contro leggi e riforme assurde.
Ecco l'articolo:
"Oggi un gruppo di studenti medi appartenente al coordinamento degli Studenti Autorganizzati Campani, aveva intenzione di allestire, nel centro storico di Napoli, a P.zza S. Domenico, una mostra fotografica che raccontasse la mobilitazione di quest'anno contro la Riforma Gelmini.
Alle 17.15, mentre una ventina di studenti (di età compresa tra i 14 e i 18 anni) stavano attaccando i cartelloni, una volante e due motociclette della polizia municipale sono sopraggiunte intimando aggressivamente agli studenti di staccare subito le foto. Mentre i ragazzi domandavano le motivazioni di questo divieto, la polizia municipale ha iniziato a strappare le foto già messe: i ragazzi hanno cercato di difendere lo foto, e sono stati colpiti con calci e spintoni. Uno dei ragazzi che stava filmando la scena con il cellulare è stato aggredito, bloccato e portato via.
Ovviamente di fronte a questo evidente abuso, tutti gli altri presenti, compresi i passanti allibiti dal comportamento fascistoide e violento degli uomini in divisa, hanno iniziato a gridare chiedendo che lasciassero andare lo studente. Per tutta risposta diversi agenti della polizia municipale si sono avventati verso i ragazzi, inseguendoli fin sopra uno dei vicoli di Piazza S. Domenico.
Uno di loro ha addirittura estratto la pistola di ordinanza, urlando verso i ragazzi: “se non ve ne andate vi sparo"!
Nel frattempo sono arrivate altre volanti della polizia municipale, e studenti e passanti sono stati a più riprese strattonati, spinti, colpiti dagli agenti, riportando diverse contusioni. I ragazzi che sopraggiungevano per vedere la mostra hanno improvvisato un presidio a P.zza San Domenico, fuori al bar dove era stato “sequestrato” il ragazzo che aveva filmato le violenze della polizia.
Il presidio dei compagni ha ottenuto il rilascio del ragazzo, ma la tensione non si è abbassata, tanto che uno dei poliziotti, lo stesso che ha estratto l’arma, è arrivato a urlare: “una pallottola costa un euro, voi valete meno”…
Grazie alla solidarietà espressa dai cittadini e dai compagni arrivati è stato comunque possibile allestire la mostra, e partire in corteo spontaneo per le vie del centro, alla volta del comando della polizia municipale a P.zza Dante.
Siamo di fronte ad un episodio che qualifica nuovamente il comportamento delle forze del (dis)ordine nella nostra città: dopo l'arresto del ricercatore precario il 15 ottobre (processato per direttissima e completamente prosciolto, nonostante il questore annunciasse "sentenze esemplari"), le cariche a freddo agli studenti e ai lavoratori nel teatro San Carlo l'1 dicembre, l'aggressione ai danni degli attivisti ambientalisti della Critical Mass l'8 dicembre e le cariche nel Museo Nazionale agli studenti che erano lì per esprimere solidarietà agli operatori sociali, il 23 dicembre… Non una serie di episodi isolati, dunque, ma una vera e propria strategia volta a terrorizzare e a svuotare le piazze e le coscienze.
Contro il DDL Gelmini!
Contro la repressione!
Il futuro non è scritto…
Studenti Autorganizzati Campani"
giovedì 6 gennaio 2011
Omicidio in carcere; Sabato ore 15 presidio fuori dalle Sughere .
Articolo tratto da;www.senzasoste.it
Un’altra morte nel carcere delle Sughere di Livorno. L’ennesima per un carcere diventato da record per decessi e “suicidi”. Negli ultimi 10 anni sono stati 20 i morti, una carneficina. Il 2011 si è aperto con un’altra morte, quella di Yuri Attinà 28 anni residente nel quartiere Shangai che da pochi giorni era rientrato in carcere. La versione ufficiale dell’amministrazione carceraria è quella dell’infarto, un gioco del destino e un triste presagio visto che nel luglio del 2003 nel carcere delle Sughere moriva Marcello Lonzi anch’egli 28enne, anch’egli ufficialmente morto per infarto e la cui vicenda non si è ancora chiusa fra omissioni, omertà e perizie mediche contrastanti.
Rimane un dato di fatto: di carcere si muore e questo è a prescindere un altro omicidio di stato. Uno stato che non sa tutelare chi finisce in prigione con l’aggravante di dubbi e omissioni rispetto a continui pestaggi di cui i detenuti sono vittime come ultimamente i casi Bianzino e Cucchi hanno dimostrato. Nel 2010 nelle carceri italiane sono morti 98 detenuti.
Il carcere delle Sughere nella nostra città è sempre stato lontano dagli interessi delle istituzioni e dagli occhi della cittadinanza e al suo interno si continua a morire. E quasi sempre a finire in carcere e a morire sono i figli dei quartieri più poveri, delle classi più deboli e che spesso fuori non hanno nessuno.
E’ giunta l’ora di dire basta. Non lasciamo che anche Yuri venga sepolto senza che siano individuati omissioni e responsabili, senza che la città si prenda le proprie responsabilità, senza che chi gli voleva bene sappia cosa sia successo.
Per questo saremo sabato 8 gennaio alle ore 15 fuori dal carcere delle Sughere per gridare verità per Yuri e per non lasciare che un’altra morte venga bollata e insabbiata con false e retoriche frasi di circostanza.
Comitato Verità per Yuri
Un’altra morte nel carcere delle Sughere di Livorno. L’ennesima per un carcere diventato da record per decessi e “suicidi”. Negli ultimi 10 anni sono stati 20 i morti, una carneficina. Il 2011 si è aperto con un’altra morte, quella di Yuri Attinà 28 anni residente nel quartiere Shangai che da pochi giorni era rientrato in carcere. La versione ufficiale dell’amministrazione carceraria è quella dell’infarto, un gioco del destino e un triste presagio visto che nel luglio del 2003 nel carcere delle Sughere moriva Marcello Lonzi anch’egli 28enne, anch’egli ufficialmente morto per infarto e la cui vicenda non si è ancora chiusa fra omissioni, omertà e perizie mediche contrastanti.
Rimane un dato di fatto: di carcere si muore e questo è a prescindere un altro omicidio di stato. Uno stato che non sa tutelare chi finisce in prigione con l’aggravante di dubbi e omissioni rispetto a continui pestaggi di cui i detenuti sono vittime come ultimamente i casi Bianzino e Cucchi hanno dimostrato. Nel 2010 nelle carceri italiane sono morti 98 detenuti.
Il carcere delle Sughere nella nostra città è sempre stato lontano dagli interessi delle istituzioni e dagli occhi della cittadinanza e al suo interno si continua a morire. E quasi sempre a finire in carcere e a morire sono i figli dei quartieri più poveri, delle classi più deboli e che spesso fuori non hanno nessuno.
E’ giunta l’ora di dire basta. Non lasciamo che anche Yuri venga sepolto senza che siano individuati omissioni e responsabili, senza che la città si prenda le proprie responsabilità, senza che chi gli voleva bene sappia cosa sia successo.
Per questo saremo sabato 8 gennaio alle ore 15 fuori dal carcere delle Sughere per gridare verità per Yuri e per non lasciare che un’altra morte venga bollata e insabbiata con false e retoriche frasi di circostanza.
Comitato Verità per Yuri
Altro giovane ucciso alle Sughere; muore ragazzo di 28 anni
Articolo tratto da: www.senzasoste.it
Il carcere della morte continua a mietere vittime. E' morto ieri pomeriggio Yuri Attinà, giovane livornese residente nel quartiere Shangay e molto conosciuto in città.
Motivo ufficiale del decesso è l'infarto ma gli stessi inquirenti stanno indagando con "estremo riserbo" su ciò che è accaduto all'interno del carcere delle Sughere nella giornata di ieri. Anche perchè l'infarto e la giovane età non possono che rimandare alla morte di Marcello Lonzi (anch'egli 28enne, anch'egli morto "ufficialmente per infarto) e a tutte le varie omissioni e "deviazioni" d'indagine che furono messe in atto proprio nelle prime ore della morte tanto che i familiari furono avvertiti solo dopo un giorno.
Qualunque sia il motivo della sua morte deve essere chiaro che si tratta dell'ennesimo omicidio di Stato all'interno del "Gulag Sughere" (così Il Tirreno lo scorso marzo definì il carcere dei 20 morti in 10 anni, 2 l'anno), un carcere che ha sempre goduto dell'omertà delle istituzioni locali e di una certa extraterritorialità visto che la città di Livorno ha sempre vissuto questo luogo come qualcosa di lontano.
Solo il caso Lonzi e le conseguenti iniziative in città culminate nella grande manifestazione di un anno fa contro gli omicidi di stato hanno risvegliato un'attenzione verso questa piaga cittadina. Ma oggi siamo qui a commentare un nuovo decesso, di un ragazzo di appena 28 anni ucciso nel carcere delle Sughere.
Conoscevamo Yuri, così come era ben conosciuto in città per i suoi tanti anni trascorsi allo stadio e perchè fino a pochi mesi fa era ogni sera in giro per La Venezia a frequentare i principali luoghi di ritrovo e cercare un contatto i ragazzi della sua età.
Ora la città deve pretendere la VERITA' e deve iniziare a interrogarsi se quel carcere della morte è un corpo estraneo al territorio da trattare con indifferenza oppure è una piaga da affrontare.
Infine una parola sul Garante dei Detenuti Marco Solimano. Da quando è diventato garante, non senza polemiche a nostro avviso inutili e sterili da destra e anche qualche malumore da sinistra, non lo abbiamo mai letto sulla stampa cittadina. Tuttavia il carcere della morte continua ad essere sovraffollato e le condizioni di vita sono al limite della sopportazione. Se la sua figura serve a qualcosa questo è il momento di dimostrarlo, a tutta la cittadinanza. Sennò è meglio asservarsi i soldi per pagare il funerale al prossimo morto.
Il carcere della morte continua a mietere vittime. E' morto ieri pomeriggio Yuri Attinà, giovane livornese residente nel quartiere Shangay e molto conosciuto in città.
Motivo ufficiale del decesso è l'infarto ma gli stessi inquirenti stanno indagando con "estremo riserbo" su ciò che è accaduto all'interno del carcere delle Sughere nella giornata di ieri. Anche perchè l'infarto e la giovane età non possono che rimandare alla morte di Marcello Lonzi (anch'egli 28enne, anch'egli morto "ufficialmente per infarto) e a tutte le varie omissioni e "deviazioni" d'indagine che furono messe in atto proprio nelle prime ore della morte tanto che i familiari furono avvertiti solo dopo un giorno.
Qualunque sia il motivo della sua morte deve essere chiaro che si tratta dell'ennesimo omicidio di Stato all'interno del "Gulag Sughere" (così Il Tirreno lo scorso marzo definì il carcere dei 20 morti in 10 anni, 2 l'anno), un carcere che ha sempre goduto dell'omertà delle istituzioni locali e di una certa extraterritorialità visto che la città di Livorno ha sempre vissuto questo luogo come qualcosa di lontano.
Solo il caso Lonzi e le conseguenti iniziative in città culminate nella grande manifestazione di un anno fa contro gli omicidi di stato hanno risvegliato un'attenzione verso questa piaga cittadina. Ma oggi siamo qui a commentare un nuovo decesso, di un ragazzo di appena 28 anni ucciso nel carcere delle Sughere.
Conoscevamo Yuri, così come era ben conosciuto in città per i suoi tanti anni trascorsi allo stadio e perchè fino a pochi mesi fa era ogni sera in giro per La Venezia a frequentare i principali luoghi di ritrovo e cercare un contatto i ragazzi della sua età.
Ora la città deve pretendere la VERITA' e deve iniziare a interrogarsi se quel carcere della morte è un corpo estraneo al territorio da trattare con indifferenza oppure è una piaga da affrontare.
Infine una parola sul Garante dei Detenuti Marco Solimano. Da quando è diventato garante, non senza polemiche a nostro avviso inutili e sterili da destra e anche qualche malumore da sinistra, non lo abbiamo mai letto sulla stampa cittadina. Tuttavia il carcere della morte continua ad essere sovraffollato e le condizioni di vita sono al limite della sopportazione. Se la sua figura serve a qualcosa questo è il momento di dimostrarlo, a tutta la cittadinanza. Sennò è meglio asservarsi i soldi per pagare il funerale al prossimo morto.
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