mercoledì 23 marzo 2011

APPELLO PER IL PRESIDIO DI VENERDI' 25 MARZO ORE 17 - IN PIAZZA CAVOUR A LIVORNO

Stiamo raccogliendo le adesioni a questo appello unitario della sinistra politica e sociale schierata contro la guerra. Sostengono quest'appello ad ora FEDERAZIONE DELLA SINISTRA, ARCI, EMERGENCY E SEL


APPELLO PER IL PRESIDIO DI VENERDI' 25 MARZO ORE 17 - IN PIAZZA CAVOUR A LIVORNO


Da giorni sono in corso i bombardamenti della cosiddetta "Coalizione dei Volenterosi" sulla Libia.
Bombardamenti che rischiano di inasprire la guerra civile, di rafforzare il consenso a Gheddafi nella Tripolitania, di far entrare l’intero Mediterraneo in un vicolo cieco che potrebbe assomigliare a quello già sperimentato in Irak e in Afghanistan.

Le perplessità che hanno portato all’astensione di Brasile, India e Germania e dei membri permanenti Cina e Russia nel voto della risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1973, crescono appena due giorni dopo l’inizio delle operazioni militari.

A parte i conflitti sul comando delle operazioni tra Francia, Inghilterra ed USA e il ruolo indefinito della NATO e dell’UE, chiaramente spaccate al loro interno da dissensi profondi, si manifesta il dietrofront della Lega Araba e dell’Unione Africana, oltre al ritiro dalle operazioni della Norvegia.

E’ sempre più evidente il rischio che questo intervento alimenti una inarrestabile spirale di guerra sia dentro che fuori la Libia. E il primo a pagarne le conseguenze, oltre alla popolazione civile, non può che essere il nostro Paese, che è geograficamente il più prossimo alla Libia ed il più interessato ad una vera pacificazione. Diversamente da altri paesi, come Francia, Inghilterra e USA, che, dietro il paravento umanitario, hanno decine di ragioni per alimentare uno scontro, da cui sperano di poter conseguire succosi ritorni economici e geopolitici.

In questi mesi di fronte a quello che succedeva a pochi chilometri dalla nostra costa, il Governo italiano, tutto concentrato a curare le proprie rendite di posizione nell’area e gli interessi personali del Presidente del Consiglio, si è distinto, per l’incapacità di comprendere quello che stava accadendo (prima in Tunisia ed in Egitto, poi in Libia) e per i clamorosi voltafaccia che hanno rovesciato nel loro opposto le posizioni pro- Ben Alì, pro-Mubarak e alla fine pro-Gheddafi, sostenute, in modo convinto, fino a pochi giorni prima.

Nel contempo ed in continuità con le lotte degli studenti, dei lavoratori e delle donne, il 12 marzo la parte migliore dell’Italia è di nuovo scesa in piazza per rivendicare la difesa di quella Costituzione che oggi viene ferita, con l'ennesima violazione dell’articolo 11 (“L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”).

Questa parte migliore del nostro paese ha il dovere di avanzare una proposta che possa fermare questa follia:

- UN CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO ED INCONDIZIONATO!

- L’APERTURA DI CORRIDOI UMANITARI PER SOCCORRERE LA POPOLAZIONE!

- LA RIPRESA DI UNA VERA AZIONE DIPLOMATICA guidata da paesi od organizzazioni la cui azione possa rappresentare un reale impegno a trovare una soluzione pacifica, fuori dalle fin troppe evidenti ed interessate logiche economiche e geopolitiche.

Il Governo prenda atto che non ha più una maggioranza e rassegni le proprie dimissioni.

Chiamiamo tutte le forze politiche e sociali, ed i movimenti, sinceri e convinti sostenitori del “no alla guerra”, ad intraprendere una forte mobilitazione cittadina unitaria per riuscire a conseguire questi indispensabili obiettivi e per chiedere il rispetto della nostra Carta Costituzionale.

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