martedì 17 maggio 2011

Analisi del voto FdS-FGCI Bologna

Se il problema fosse l’alleanza

Sul piano generale è indubbio che il voto amministrativo rappresenti una spallata al governo ed al già vacillante asse Bossi-Berlusconi. Spallata che potrebbe essere decisiva se si dovesse confermare il trend positivo per il centrosinistra anche al ballottaggio, in modo particolare con l’eventuale vittoria di Pisapia, e se si riuscisse a superare il quorum per i referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento.
A sinistra (o almeno all’interno dei partiti percepiti dall’elettorato come sinistra del Pd) tiene, anche se con un lieve calo, l’IdV, non sfonda, nonostante il messia Vendola, Sinistra Ecologia e Libertà e sorprende il buon dato della Federazione della Sinistra considerando le condizioni date, l’oscuramento mediatico ed i sondaggisti che ci davano costantemente intorno all’uno e mezzo per cento.

Dai dati reali, facendo la media nazionale sulle provinciali, la Federazione si assesta al 3,7 per cento a livello nazionale ed ha buoni o ottimi risultati nei principali comuni chiamati al voto, tranne Torino e Bologna.

Cito appositamente Torino e Bologna poiché dimostrano come il tema delle alleanze seppur importante incide poco rispetto al risultato della Federazione e che non è determinate se si sia o meno in alleanza col Partito Democratico quanto se la FdS sia o meno radicata, sia in grado di proporre un progetto credibile e riconoscibile (vedi Napoli con De Magistris) e se sia quindi in grado di rappresentare o meno un pezzo di società.

A Torino, infatti, la Federazione della Sinistra si presentava in alleanza con Sinistra Critica e alternativa non solo al centrodestra ma anche al centrosinistra e, nonostante Mirafiori, Marchionne e Fassino ottiene un misero 1,15 per cento. A Bologna, al contrario, eravamo in alleanza con il centrosinistra (anche se dopo un percorso tortuoso ed un lungo tira e molla che come al solito ci ha fatto perdere voti sia da destra che da sinistra) ma arriviamo a malapena all’1,47 per cento.

Per cui se non vogliamo disperdere questo filo di speranza che si intravede dovremmo evitare di perdere tempo a discutere se allearci o meno col Partito Democratico e concentrare invece tutte le nostre energie sulla costruzione della Federazione della Sinistra, come momento unitario con la sinistra politica e sociale, e, al suo interno, ricostruire un forte ed unitario Partito Comunista in grado di mantenere aperta la questione comunista in Italia per l’oggi e per il domani.

Tratto da: http://www.ilbriganterosso.info/2011/05/17/se-il-problema-fosse-lalleanza/

Nessun commento:

Posta un commento