giovedì 25 novembre 2010

Referendum nouvo ospedale, invito alla partecipazione

Partecipare, nonostante tutto

Nella vicenda del prossimo referendum del 28 novembre sul nuovo ospedale sono emerse tutte le miserie della politica livornese.

Com’è noto il referendum è stato promosso da un gruppo di residenti di Banditella, molti dei quali candidati o esponenti della Lista Lamberti alle ultime amministrative, che contestavano la localizzazione del nuovo ospedale senza indicare soluzioni alternative e senza esprimersi su questioni di carattere sanitario.

Su questa iniziativa oltre a Lamberti si è buttata a pesce la destra, quasi inesistente in città e sempre a secco di idee, che ha trovato un’occasione per creare qualche difficoltà alla maggioranza.

La sinistra di opposizione, invece, con poche eccezioni, a questa battaglia non ha creduto, un po’ perché non ha colto l’importanza della questione, un po’ per non “disturbare il manovratore”, un po’ per non mischiarsi con un comitato egemonizzato da altri.

Ciò nonostante è stato raggiunto il numero di firme necessario per la convocazione del referendum e qualcuno ha cominciato ad avere paura, anche perché in città l’idea del Nuovo Ospedale a Montenero non riscuote alcun consenso nemmeno tra gli elettori del sindaco.

Sono incominciate quindi le manovre per disinnescare il referendum, da parte di un’amministrazione che ha sempre visto la partecipazione popolare come il fumo negli occhi, salvo poi organizzare qualche inutile iniziativa d’immagine (Cisternino 2020, Pensiamo in Grande). Ricordiamo il referendum sul piano del traffico negli anni ’80, a cui i livornesi dissero no ma il piano si fece lo stesso, o il referendum negato (da Lamberti) sul rigassificatore offshore.

Non hanno tenuto conto nemmeno del “referendum” un po’ scherzoso sul colore della cupola del Palalivorno, che i livornesi volevano amaranto e che fu invece dipinta di celeste.

Anche stavolta non si sono smentiti: prima c’è stata la concessione del diritto di voto ai sedicenni e agli stranieri, senza che di questo fosse data comunicazione formale prima della raccolta delle firme. Una decisione che non è stata presa per allargare la partecipazione, ma solo per rendere più difficile il raggiungimento del quorum, partendo dall’idea perfino offensiva che sedicenni e stranieri non sono abbastanza maturi per andare a votare.

Poi è stato inventato un altro ostacolo al voto: il dimezzamento dei seggi che verranno allestiti rispetto a quelli che vengono aperti per le elezioni.

Poi ancora, la trasformazione del referendum da abrogativo a consultivo, con acrobazie di dubbia legittimità, ma che comunque non spostano il senso politico del referendum: una buona affluenza e una netta maggioranza di SI sarebbero una bocciatura netta per il progetto-Montenero e per chi lo ha ideato.

Nel frattempo, i “due sindaci” Lamberti e Cosimi hanno ritrovato l’armonia, grazie probabilmente alla promessa di qualche poltrona.

Qualcuno ha tirato i remi in barca e il referendum sembra ormai una partita dove l’avversario ha comprato non solo l’arbitro ma anche un paio di giocatori della tua squadra.

Ma è proprio per questo, per le difficoltà che questa battaglia comporta, che abbiamo deciso di impegnarci ancora di più. Perché è necessario battere un ceto politico abituato a truccare le carte e a decidere sempre senza curarsi dell’opinione dei livornesi.

E fermare un progetto che, come spieghiamo in queste pagine, è assurdo e dannoso per la sanità pubblica e per il territorio.

Per noi, comunque vada, sarà un’occasione per parlare di questi temi fondamentali e promuovere la costruzione di un’alternativa ambientalista e di sinistra. Progetto che porteremo avanti anche dopo il referendum.

Anche per questo non ci interessa più di tanto l’ultima polemica sul mancato finanziamento della viabilità nella zona sud della città da parte del governo. Non sappiamo se si tratta di un taglio definitivo che metterà la parola fine al progetto Ospedale a Montenero o se le varie cricche alla fine
si accorderanno. Sappiamo solo che se i livornesi vogliono un futuro diverso per la loro città non devono affidarsi ai partiti ma partecipare e decidere direttamente.

Articolo tratto da: www.senzasoste.it

1 commento:

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