Tratto da: repubblica.it
Berlusconi: "Resta il futuro
stop solo per paura gente"
Il premier, nella conferenza stampa seguita al vertice italo-francese a Villa Madama, puntualizza così il senso della "moratoria sull'atomo" del governo. "Se fossimo andati oggi al referendum, non lo avremmo avuto in Italia per tanti anni". L'opposizione: "E' un imbroglio, prende in giro gli italiani"
Silvio Berlusconi
ROMA - Premette: "Siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo". Poi ammette senza giri di parole il bluff dell'esecutivo: "La gente era contraria, fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare". Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa seguita al vertice italo-francese a Villa Madama, puntualizza così il senso della "moratoria nucleare" del governo. Quello stop, a detta di Berlusconi momentaneo, seguito al disastro di Fukushima 1, che ha reso vano il referendum previsto per giugno 2. E che, con tutta probabilità, avrebbe visto la bocciatura della scelta nuclearista.
"L'accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni. Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria, per chiarire la situazione giapponese e tornare tra due anni a un'opinione pubblica conscia della necessità nucleare" dice il Cavaliere. "Siamo assolutamente convinti che nucleare sia il futuro per tutto il mondo - aggiunge Berlusconi - L'energia nucleare è sempre la più sicura". Anche perché, assicura, il disastro giapponese si è verificato perchè la centrale di Fukushima era stata edificata su un terreno che non lo permetteva.
Quel che è certo, continua il premier, è che il futuro dei contratti tra Enel e Edf sul nucleare non pare compromesso: "Non vengono abrogati, non vengono annullati e stiamo decidendo di mandare avanti molti settori di questi contratti come quelli relativi alla formazione".
Sarkozy. "Rispettiamo la decisione dell'Italia ma se gli italiani decideranno di tornare al nucleare, la Francia sarà un partner accogliente e amico - dice Sarkozy - siamo pronti a lavorare con voi e a rispondere a tutte le vostre domande sulla sicurezza delle nostre centrali".
Le reazioni. "Berlusconi ha confessato. Abbiamo la prova dell'imbroglio, da noi denunciato sin dal primo momento. Non vuole rinunciare al nucleare, ma vuole solo bloccare il referendum perché ha paura del risultato delle urne" attacca il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. Simile il commento espresso in una nota ufficiale del Pd: "Berlusconi ha gettato la maschera confermando che la moratoria sul nucleare è un bluff". "Pertanto - prosegue il comunicato - visto che l'emendamento del governo non cancella l'attuazione del piano di costruzione di nuove centrali nucleari, il referendum abrogativo è pienamente in vigore. Chiaramente più della salute degli italiani e dei costi assurdi di un progetto assolutamente non conveniente il governo antepone interessi che alla luce delle carte di WikiLeaks sono sempre più oscuri e controversi. D'altra parte se questo governo si appella tutti i giorni alla volontà popolare perchè deve averne paura i prossimi 12 e 13 giugno?".
"Le dichiarazioni di Berlusconi sono la prova provata dell'inganno del governo sul nucleare" dice il presidente nazionale dei verdi Angelo Bonelli."Berlusconi ha confernato di voler prendere in giro gli italiani sul nucleare e la Cassazione dovrebbe tenerne conto" rincara il governatore pugliese Nichi Vendola. "Le dichiarazioni di Berlusconi "svelano il segreto di pulcinella: la moratoria sul nucleare è una vergognosa pagliacciata per evitare il referendum del 12 giugno" ichiara il direttore esecutivo di Greenpeace italia, Giuseppe Onufrio.
Quindi, caro signor presidente, che le piaccia o no il referendum è sempre valido, quindi, visto che la volontà popolare per lei vale sempre, perchè per questo referendum non deve valere?
Quali interessi nasconde?
Allora, signori, il 12 e il 13 giugno andiamo a votare, per l'acqua pubblica, contro le leggi ad personam che favoriscono solo lui e specialmente contro il nucleare e contro questa farsa messa sù da questo governo incompetente e lontano dai bisogni e gli interessi della gente.
Circolo Salviano-Leccia-Scopaia-Collinaia-Limoncino-Valle Benedetta (Livorno)
martedì 26 aprile 2011
domenica 24 aprile 2011
25 Aprile 1 Maggio
La sezione "Che Guevara-Salviano" augura a tutti i compagni un buon 25 Aprile resistente ed un meraviglioso 1 Maggio di lotta, ricordando l'iniziativa del 25 Aprile a Rosignano organizzata dai Giovani Comunisti di Livorno
Il governo sacrifica il nucleare (per ora) per salvare se stesso e Berlusconi
Passo indietro del governo
via le norme, salta il referendum
Palazzo Chigi ha deciso di andare oltre la moratoria di due anni stabilendo lo stop. Dietro la scelta i timori per il raggiungimento del quorum anche sul quesito per abrogare il legittimo impedimento. Di Pietro: "Truffa dettata dalla paura" di VALERIO GUALERZI
Passo indietro del governo via le norme, salta il referendum Lavori nella vecchia centrale nucleare di Montalto di Castro
ROMA - Il governo ha deciso di soprassedere sul programma nucleare ed ha inserito nella moratoria già prevista nel decreto legge omnibus, all'esame dell'aula del Senato, l'abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari nel Paese. Si tratta di un emendamento che recita: "Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare".
Salta il referendum. Una scelta che avrà con ogni evidenza l'effetto di far decadere il quesito referendario 1per l'abrogazione della legge con cui si apriva la strada al ritorno dell'energia atomica in Italia.
Le promesse di Scajola. Il provvedimento in questione era stato uno dei primi varati dal governo e risale al giugno del 2008. Un decreto legge, il n. 112, "convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133" per la "realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare". Un'accelerazione che aveva convinto l'allora ministro dello Sviluppo
Economico Claudio Scajola ad annunciare incautamente che il governo avrebbe ottenuto la posa della prima pietra 2di una nuova centrale nientemeno che entro la fine della legislatura.
Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha cercato quindi di ridurre la portata del voltafaccia spiegando che la ricerca sul nucleare "deve andare avanti" anche se l'Italia ha deciso di sospendere il suo ingresso nella produzione di energia.
Bersani esulta. "Il governo scappa dalle sue stesse decisioni- esulta invece il segretario del Pd Pierluigi Bersani - E' una vittoria nostra di chi, ben prima del Giappone, ha messo in luce l'assurdità del piano del governo". "Ora - aggiunge - il problema è uscire dall'assurdità e dire che politica energetica si vuole fare, perché non basta dire addio al nucleare ma bisogna aiutare lo sviluppo delle rinnovabili, che attendono una risposta dopo il disastro del governo con il recente decreto".
Lo scetticismo di Tremonti. La scelta dell'esecutivo di fare marcia indietro era stata in qualche modo anticipata da una serie di uscite degli ultimi giorni del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, molto critiche nei confronti dell'opportunità di massicci investimenti sul nucleare. Dichiarazioni culminate oggi con l'intervento davanti alla Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo. Tremonti in quella sede ha sostenuto l'opportunità di finanziare lo sviluppo delle energie alternative nel quadro di investimenti pubblici di interesse collettivo. "Questa fase - ha detto Tremonti - va utilizzata anche per sostenere investimenti pubblici destinati a operazioni di interesse collettivo. Il finanziamento delle energie alternative risponde a questa esigenza".
Sondaggi allarmanti. Stando ad indiscrezioni, la scelta di cassare del tutto le ambizioni nucleari sarebbe stata dettata a palazzo Chigi da allarmanti indicazioni sulla possibilità che il referendum, anche sulla scia dell'allarme per la catastrofe giapponese raggiungesse il quorum necessario per la sua validità. In particolare un sondaggio realizzato la scorsa settimana avrebbe dato al 54% la percentuale di italiani intenzionati a recarsi alle urne il 12 e 13 giugno.
Referendari indignati. Per questo motivo la decisione del governo è stata accolta con un certo fastidio dai comitati promotori e dalle forze politiche che più di tutte si erano impegnate per la loro realizzazione, Idv in testa. La scomparsa del quesito sul nucleare rischia infatti di produrre una smobilitazione in grado di mettere a repentaglio l'ottenimento del quorum, con il conseguente fallimento della battaglia contro la privatizzazione dell'acqua e - sopratttutto - contro la norma sul legittimo impedimento che rischiava di trasformarsi, in caso di successo, in un plebiscito contro Silvio Berlusconi.
Di Pietro: "Una truffa". "Il governo - denuncia Antonio Di Pietro - tenta, con l'emendamento che blocca la costruzione di centrali nucleari, di truffare con un colpo di mano i cittadini ed evitare il referendum". "Tenta in realtà di disinnescare la mina dei referendum, perché - spiega ancora - la paura fa novanta e si teme che il referendum sul nucleare trascini con sé anche quello, ben più temuto dal premier, sul legittimo impedimento". "Se si volesse rinunciare al nucleare - dice ancora il leader Idv - noi ne saremmo felici, ma allora si deve procedere con l'abrogazione dell'intera legge. Il parlamento - incalza Di Pietro - non deve insomma giocare a rimpiattino. Il governo riconosca di aver fatto un errore, ma non creda di fermare il referendum con un giochino".
Governo vigliacco. Posizione in buona parte condivisa dalla componente ecologista del Pd. "Addio al referendum sul nucleare - dichiarano i senatori democratici Roberto Della Seta e Francesco Ferrante - Il governo vigliaccamente toglie la parola agli elettori, portando in aula un emendamento al decreto omnibus che verrà votato tra oggi e domani che intende abrogare le disposizioni relative alla realizzazione degli impianti nucleari". E addio anche - aggiungono - alla moratoria di un anno, perché la procedura viene semplicemente sospesa sine die, in attesa forse di tempi migliori e sicuramente dopo avere aggirato l'ostacolo del referendum che avrebbe bocciato l'avventura nuclearista del governo".
Ferrero: "Azione da banditi". "Lo stop del governo al folle programma nucleare - rincara il presidente dei Verdi Angelo Bonelli - non è per convinzione ma per paura e necessità: paura di perdere le elezioni amministrative e di venire travolto dal referendum del 12 e 13 giugno che avrebbero portato anche alla completa abrogazione della legge sul legittimo impedimento". Ancora più duro Paolo Ferrero di Rifondazione comunista. "Il governo - dice - cerca in tutti i modi di far fallire i referendum di giugno. Prima ha impedito l'election day con uno sperpero di 300 milioni di euro. Adesso cancella una norma per abolire il referendum sul nucleare, magari per poi ritirare fuori il piano nucleare tra qualche mese. Sono dei banditi che utilizzano il potere per impedire la partecipazione popolare di cui hanno paura. Si tratta dell'ennesima truffa a cui i cittadini hanno il potere di rispondere andando a votare in massa per i referendum su acqua e legittimo impedimento".
(19 aprile 2011) REPUBBLICA.IT
via le norme, salta il referendum
Palazzo Chigi ha deciso di andare oltre la moratoria di due anni stabilendo lo stop. Dietro la scelta i timori per il raggiungimento del quorum anche sul quesito per abrogare il legittimo impedimento. Di Pietro: "Truffa dettata dalla paura" di VALERIO GUALERZI
Passo indietro del governo via le norme, salta il referendum Lavori nella vecchia centrale nucleare di Montalto di Castro
ROMA - Il governo ha deciso di soprassedere sul programma nucleare ed ha inserito nella moratoria già prevista nel decreto legge omnibus, all'esame dell'aula del Senato, l'abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari nel Paese. Si tratta di un emendamento che recita: "Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare".
Salta il referendum. Una scelta che avrà con ogni evidenza l'effetto di far decadere il quesito referendario 1per l'abrogazione della legge con cui si apriva la strada al ritorno dell'energia atomica in Italia.
Le promesse di Scajola. Il provvedimento in questione era stato uno dei primi varati dal governo e risale al giugno del 2008. Un decreto legge, il n. 112, "convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133" per la "realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare". Un'accelerazione che aveva convinto l'allora ministro dello Sviluppo
Economico Claudio Scajola ad annunciare incautamente che il governo avrebbe ottenuto la posa della prima pietra 2di una nuova centrale nientemeno che entro la fine della legislatura.
Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha cercato quindi di ridurre la portata del voltafaccia spiegando che la ricerca sul nucleare "deve andare avanti" anche se l'Italia ha deciso di sospendere il suo ingresso nella produzione di energia.
Bersani esulta. "Il governo scappa dalle sue stesse decisioni- esulta invece il segretario del Pd Pierluigi Bersani - E' una vittoria nostra di chi, ben prima del Giappone, ha messo in luce l'assurdità del piano del governo". "Ora - aggiunge - il problema è uscire dall'assurdità e dire che politica energetica si vuole fare, perché non basta dire addio al nucleare ma bisogna aiutare lo sviluppo delle rinnovabili, che attendono una risposta dopo il disastro del governo con il recente decreto".
Lo scetticismo di Tremonti. La scelta dell'esecutivo di fare marcia indietro era stata in qualche modo anticipata da una serie di uscite degli ultimi giorni del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, molto critiche nei confronti dell'opportunità di massicci investimenti sul nucleare. Dichiarazioni culminate oggi con l'intervento davanti alla Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo. Tremonti in quella sede ha sostenuto l'opportunità di finanziare lo sviluppo delle energie alternative nel quadro di investimenti pubblici di interesse collettivo. "Questa fase - ha detto Tremonti - va utilizzata anche per sostenere investimenti pubblici destinati a operazioni di interesse collettivo. Il finanziamento delle energie alternative risponde a questa esigenza".
Sondaggi allarmanti. Stando ad indiscrezioni, la scelta di cassare del tutto le ambizioni nucleari sarebbe stata dettata a palazzo Chigi da allarmanti indicazioni sulla possibilità che il referendum, anche sulla scia dell'allarme per la catastrofe giapponese raggiungesse il quorum necessario per la sua validità. In particolare un sondaggio realizzato la scorsa settimana avrebbe dato al 54% la percentuale di italiani intenzionati a recarsi alle urne il 12 e 13 giugno.
Referendari indignati. Per questo motivo la decisione del governo è stata accolta con un certo fastidio dai comitati promotori e dalle forze politiche che più di tutte si erano impegnate per la loro realizzazione, Idv in testa. La scomparsa del quesito sul nucleare rischia infatti di produrre una smobilitazione in grado di mettere a repentaglio l'ottenimento del quorum, con il conseguente fallimento della battaglia contro la privatizzazione dell'acqua e - sopratttutto - contro la norma sul legittimo impedimento che rischiava di trasformarsi, in caso di successo, in un plebiscito contro Silvio Berlusconi.
Di Pietro: "Una truffa". "Il governo - denuncia Antonio Di Pietro - tenta, con l'emendamento che blocca la costruzione di centrali nucleari, di truffare con un colpo di mano i cittadini ed evitare il referendum". "Tenta in realtà di disinnescare la mina dei referendum, perché - spiega ancora - la paura fa novanta e si teme che il referendum sul nucleare trascini con sé anche quello, ben più temuto dal premier, sul legittimo impedimento". "Se si volesse rinunciare al nucleare - dice ancora il leader Idv - noi ne saremmo felici, ma allora si deve procedere con l'abrogazione dell'intera legge. Il parlamento - incalza Di Pietro - non deve insomma giocare a rimpiattino. Il governo riconosca di aver fatto un errore, ma non creda di fermare il referendum con un giochino".
Governo vigliacco. Posizione in buona parte condivisa dalla componente ecologista del Pd. "Addio al referendum sul nucleare - dichiarano i senatori democratici Roberto Della Seta e Francesco Ferrante - Il governo vigliaccamente toglie la parola agli elettori, portando in aula un emendamento al decreto omnibus che verrà votato tra oggi e domani che intende abrogare le disposizioni relative alla realizzazione degli impianti nucleari". E addio anche - aggiungono - alla moratoria di un anno, perché la procedura viene semplicemente sospesa sine die, in attesa forse di tempi migliori e sicuramente dopo avere aggirato l'ostacolo del referendum che avrebbe bocciato l'avventura nuclearista del governo".
Ferrero: "Azione da banditi". "Lo stop del governo al folle programma nucleare - rincara il presidente dei Verdi Angelo Bonelli - non è per convinzione ma per paura e necessità: paura di perdere le elezioni amministrative e di venire travolto dal referendum del 12 e 13 giugno che avrebbero portato anche alla completa abrogazione della legge sul legittimo impedimento". Ancora più duro Paolo Ferrero di Rifondazione comunista. "Il governo - dice - cerca in tutti i modi di far fallire i referendum di giugno. Prima ha impedito l'election day con uno sperpero di 300 milioni di euro. Adesso cancella una norma per abolire il referendum sul nucleare, magari per poi ritirare fuori il piano nucleare tra qualche mese. Sono dei banditi che utilizzano il potere per impedire la partecipazione popolare di cui hanno paura. Si tratta dell'ennesima truffa a cui i cittadini hanno il potere di rispondere andando a votare in massa per i referendum su acqua e legittimo impedimento".
(19 aprile 2011) REPUBBLICA.IT
Ai referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno vota SI per dire NO.
Ai referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno vota SI per dire NO.
1 - Vota SI per dire NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA.
2 - Vota SI per dire NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO.
RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM... perchè Berlusconi NON farà passare gli spot ne' in Rai ne' a Mediaset.
Sapete perché ? Perché nel caso in cui riuscissimo a raggiungere il quorum lo scenario sarebbe drammatico per Berlusconi ma stupendo per tutti i
cittadini italiani:
1 - Se passa il SI per dire NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA, BERLUSCONI NON POTRA' FARE ARRICHIRE I SUOI AMICI IMPRENDITORI LUCRANDO SU UN BENE DI PRIMA NECESSITA'.
2 - Se passa il SI per dire NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO, BERLUSCONI NON POTRA' PIU' DIRE CHE HA LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI DALLA SUA PARTE E DOVRA' DIMETTERSI.
Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E' necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone. Secondo la
propaganda berlusconiana le cose devono andare a finire così:
1 - I cittadini si informano attraverso la Tv.
2 - Le Tv appartengono a Berlusconi.
3 - Berlusconi, per i motivi sopra indicati, non vuole che il referendum passi.
4 - Il referendum non sarà pubblicizzato in TV.
5 - I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum da votare il 12 giugno.
6 - I cittadini, non andranno a votare il referendum.
7 - Berlusconi sarà contento, farà arricchire i suoi amici, si arricchirà, e resterà al suo posto.
8 - I cittadini, continueranno a prenderla nel deretano.
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi ? Copia-incolla e pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti.
Il referendum sul nucleare è stato annullato.
1 - Vota SI per dire NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA.
2 - Vota SI per dire NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO.
RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM... perchè Berlusconi NON farà passare gli spot ne' in Rai ne' a Mediaset.
Sapete perché ? Perché nel caso in cui riuscissimo a raggiungere il quorum lo scenario sarebbe drammatico per Berlusconi ma stupendo per tutti i
cittadini italiani:
1 - Se passa il SI per dire NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA, BERLUSCONI NON POTRA' FARE ARRICHIRE I SUOI AMICI IMPRENDITORI LUCRANDO SU UN BENE DI PRIMA NECESSITA'.
2 - Se passa il SI per dire NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO, BERLUSCONI NON POTRA' PIU' DIRE CHE HA LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI DALLA SUA PARTE E DOVRA' DIMETTERSI.
Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E' necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone. Secondo la
propaganda berlusconiana le cose devono andare a finire così:
1 - I cittadini si informano attraverso la Tv.
2 - Le Tv appartengono a Berlusconi.
3 - Berlusconi, per i motivi sopra indicati, non vuole che il referendum passi.
4 - Il referendum non sarà pubblicizzato in TV.
5 - I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum da votare il 12 giugno.
6 - I cittadini, non andranno a votare il referendum.
7 - Berlusconi sarà contento, farà arricchire i suoi amici, si arricchirà, e resterà al suo posto.
8 - I cittadini, continueranno a prenderla nel deretano.
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi ? Copia-incolla e pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti.
Il referendum sul nucleare è stato annullato.
giovedì 14 aprile 2011
Anche la Cisl si accorge che l'inceneritore è dannoso....
Finalmente anche la Cisl, Funzione Pubblica, si accorge che l'inceneritore è pericoloso e l'aria delle zone circostanti è insalubre.
Per accorgersene ha dovuto aspettare l'inizio dei lavori per il nuovo comando della Polizia Municipale, nell'ex parcheggio accanto all'inceneritore dell'Aamps.
Non è per creare polemica, ma quando Rifondazione prima e Vertenza Livorno dopo, protestavano contro la volontà del Comune di ampliare l'inceneritore, queste persone dov'erano?
E dov'erano sempre queste persone quando i vari comitati, contro l'offshore o la stessa Vertenza Livorno (che gli raccoglie un pò tutti), scendeva nelle piazze a protestare?
Meglio tardi che mai, anche se questa levata di scudi sembra solo una cosa isolata della Cisl Funzione Pubblica.
Staremo a vedere, però poi non si lamentino se la gente esasperata li contesta.
Per accorgersene ha dovuto aspettare l'inizio dei lavori per il nuovo comando della Polizia Municipale, nell'ex parcheggio accanto all'inceneritore dell'Aamps.
Non è per creare polemica, ma quando Rifondazione prima e Vertenza Livorno dopo, protestavano contro la volontà del Comune di ampliare l'inceneritore, queste persone dov'erano?
E dov'erano sempre queste persone quando i vari comitati, contro l'offshore o la stessa Vertenza Livorno (che gli raccoglie un pò tutti), scendeva nelle piazze a protestare?
Meglio tardi che mai, anche se questa levata di scudi sembra solo una cosa isolata della Cisl Funzione Pubblica.
Staremo a vedere, però poi non si lamentino se la gente esasperata li contesta.
Sequestrato Vittorio Arrigoni
Tratto da: infoaut.org
Vittorio Arrigoni, scudo umano dell'Ism nella Striscia di Gaza, è stato rapito oggi da un gruppo armato salafita che minaccia di ucciderlo se entro 30 ore Hamas non libererà i prigionieri del gruppo detenuti nelle locali galere.
Nel video si vede chiaramente Vittorio malconcio, bendato e ammanettato mentre qualcuno gli tiene la testa per i capelli. Sul viso, tracce di sangue che partono da sotto la benda nera che gli copre gli occhi. Una musica copre il sonoro del video, mentre in sovraimpressione appare una scritta in inglese che recita: «Il popolo di Gaza si dispiace per quello che questi bigotti hanno fatto a Vittorio. Siamo sicuri che sarà presto libero e salvo».
Il video è stato postato oggi su Youtube da «This is Gaza Voice».
Una brutta notizia per il popolo palestinese e quanti da sempre sostengono la sua lotta di liberazione. Vittorio, dal suo sito guerrillaradio.iobloggo.com fornisce quotidiani aggiornamenti dalla Striscia sulle condizioni del popolo palestinese e i continui atti di guerra israeliani.
Durante il massacro dell'operazione "Piombo Fuso" dell'autunno 2009 era stato l'unico italiano a restare in loco a raccontare gli effetti dei bombardamenti israeliani mentrei giornalisti dellla Rai commentavano al sicuro negli studi di Tel Aviv.
Trai suoi ultimi post di ieri commentava le dichiarazioni di Berlusconi di voler fermare la partenza della Freedom Flottilla 2 perché "non lavora per la pace nella regione". Vedremo cosa sarà in grado di fare per permttere la liberazione di Vittorio...
Per intanto, a esprimere la vicinanza a Vittorio e pretenderlo subito libero, sono gli uomini e le donne di Palestina che scrivono migliaia di commenti sui social network condannando "l'atto vergognoso", promettendo di fare del loro meglio per liberare "quest'uomo coraggioso".
Pagina Facebbok per la libertà di Vittorio: http://www.facebook.com/pages/Free-Vittorio-Utopia-Arrigoni-NOW/155151801215898?sk=wall
PEr fare pressioni sulla Farnesina: unita.crisi@esteri.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Vittorio Arrigoni, scudo umano dell'Ism nella Striscia di Gaza, è stato rapito oggi da un gruppo armato salafita che minaccia di ucciderlo se entro 30 ore Hamas non libererà i prigionieri del gruppo detenuti nelle locali galere.
Nel video si vede chiaramente Vittorio malconcio, bendato e ammanettato mentre qualcuno gli tiene la testa per i capelli. Sul viso, tracce di sangue che partono da sotto la benda nera che gli copre gli occhi. Una musica copre il sonoro del video, mentre in sovraimpressione appare una scritta in inglese che recita: «Il popolo di Gaza si dispiace per quello che questi bigotti hanno fatto a Vittorio. Siamo sicuri che sarà presto libero e salvo».
Il video è stato postato oggi su Youtube da «This is Gaza Voice».
Una brutta notizia per il popolo palestinese e quanti da sempre sostengono la sua lotta di liberazione. Vittorio, dal suo sito guerrillaradio.iobloggo.com fornisce quotidiani aggiornamenti dalla Striscia sulle condizioni del popolo palestinese e i continui atti di guerra israeliani.
Durante il massacro dell'operazione "Piombo Fuso" dell'autunno 2009 era stato l'unico italiano a restare in loco a raccontare gli effetti dei bombardamenti israeliani mentrei giornalisti dellla Rai commentavano al sicuro negli studi di Tel Aviv.
Trai suoi ultimi post di ieri commentava le dichiarazioni di Berlusconi di voler fermare la partenza della Freedom Flottilla 2 perché "non lavora per la pace nella regione". Vedremo cosa sarà in grado di fare per permttere la liberazione di Vittorio...
Per intanto, a esprimere la vicinanza a Vittorio e pretenderlo subito libero, sono gli uomini e le donne di Palestina che scrivono migliaia di commenti sui social network condannando "l'atto vergognoso", promettendo di fare del loro meglio per liberare "quest'uomo coraggioso".
Pagina Facebbok per la libertà di Vittorio: http://www.facebook.com/pages/Free-Vittorio-Utopia-Arrigoni-NOW/155151801215898?sk=wall
PEr fare pressioni sulla Farnesina: unita.crisi@esteri.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Emergenza migranti: raccolta BSA
Riportiamo un messaggio delle Brigate di Solidarietà Attiva, che la raccolta di materiale per i migranti è sospesa fino a nuova comunicazione in quanto il materiale, al momento è più che sufficente.
domenica 10 aprile 2011
Emergenza umanitaria per i migranti: la raccolta delle Brigate di solidarietà attiva .
Articolo tratto da: www.senzasoste.it
"IN ITALIA CONTINUA L' EMERGENZA UMANITARIA!
La Brigata di Solidarietà attiva Toscana, come le altre BSA sparse in tutto il territorio nazionale, stanno organizzando una raccolta di beni di prima necessità per l'emergenza migranti-profughi che si è venuta a creare a Lampedusa e non solo. E' evidente che la situazione dopo i continui sbarchi di migranti e rifugiati politici in fuga dal nord Africa, è voluta dal nostro governo per alimentare un clima di paura e razzismo. Nella totale assenza di un piano umanitario italiano ed europeo e vista l'urgenza e la gravità della situazione, con presidi permanenti e gruppi di monitoraggio che vanno da Ventimiglia a Lampedusa, stiamo organizzando a livello nazionale una raccolta di beni di prima necessità da portare sull'isola e chiediamo a tutti i nostri contatti di poterci aiutare per tale scopo.
ECCO LA LISTA DEI PRODOTTI RICHIESTI:
ALIMENTI:
biscotti
latte a lunga conservazione
scatolette (tonno, legumi ecc.....)
zucchero
the
barrette di cioccolato
PRODOTTI X L'IGIENE:
shampoo
bagno-schiuma
saponi
spugne
VESTIARIO:
mutande
calze
scarpe (dal 41 in su)
coperte
PUNTO DI RACCOLTA C/O Circolo Che Guevara di Salviano: Martedì 19 aprile dalle 17:30 alle 20:00 (Circolo ARCI Carli, via di Salviano 542, primo piano, seconda porta a sinistra).
PUNTO DI RACCOLTA (PRINCIPALE) TOSCANO: LABORATORIO POPOLARE AUTOGESTITO "LE PIAGGE", via Liguria n°4,FIRENZE (3316796848 Madda, 3921232000 Tommaso, 3923042288 Giuliano).
IN QUESTE GIORNI MOLTI COMPAGNI E COMPAGNE ED ASSOCIAZIONI DELLA SOCIETÀ CIVILE SICILIANE, CI HANNO CHIESTO DI MOBILITARCI SOPRATTUTTO PER LAMPEDUSA. LO ABBIAMO INIZIATO A FARE, SIAMO SULL'ISOLA CON UN PRESIDIO PERMANENTE ED ITINERANTE (FURGONE) IN RAPPORTO CON I MOVIMENTI DI PALERMO E TRAPANI.
LA SITUAZIONE ANCORA CONFUSA E CRITICA, MA RITENIAMO IMPORTANTE PROVARE A DARE UN SEGNALE AL
PAESE. E' IL MOMENTO DI ATTIVARE ANCORA UNA VOLTA, COME ABBIAMO FATTO PER L'AQUILA E NELLE SITUAZIONI DI CRISI..... LA NOSTRA SOLIDARIETÀ PER I DIRITTI DI TUTTI E CONTRO IL RAZZISMO E LA GUERRA.
IL MATERIALE RACCOLTO SARÀ LOGISTICAMENTE GESTITO A LIVELLO NAZIONALE DALLE BSA, CHE PROVVEDERANNO A CONSEGNARLO DIRETTAMENTE A LAMPEDUSA, AI MIGRANTI IN FUGA DA MANDURIA, A VENTIMIGLIA O DOVE SARA' NECESSARIO.
"IN ITALIA CONTINUA L' EMERGENZA UMANITARIA!
La Brigata di Solidarietà attiva Toscana, come le altre BSA sparse in tutto il territorio nazionale, stanno organizzando una raccolta di beni di prima necessità per l'emergenza migranti-profughi che si è venuta a creare a Lampedusa e non solo. E' evidente che la situazione dopo i continui sbarchi di migranti e rifugiati politici in fuga dal nord Africa, è voluta dal nostro governo per alimentare un clima di paura e razzismo. Nella totale assenza di un piano umanitario italiano ed europeo e vista l'urgenza e la gravità della situazione, con presidi permanenti e gruppi di monitoraggio che vanno da Ventimiglia a Lampedusa, stiamo organizzando a livello nazionale una raccolta di beni di prima necessità da portare sull'isola e chiediamo a tutti i nostri contatti di poterci aiutare per tale scopo.
ECCO LA LISTA DEI PRODOTTI RICHIESTI:
ALIMENTI:
biscotti
latte a lunga conservazione
scatolette (tonno, legumi ecc.....)
zucchero
the
barrette di cioccolato
PRODOTTI X L'IGIENE:
shampoo
bagno-schiuma
saponi
spugne
VESTIARIO:
mutande
calze
scarpe (dal 41 in su)
coperte
PUNTO DI RACCOLTA C/O Circolo Che Guevara di Salviano: Martedì 19 aprile dalle 17:30 alle 20:00 (Circolo ARCI Carli, via di Salviano 542, primo piano, seconda porta a sinistra).
PUNTO DI RACCOLTA (PRINCIPALE) TOSCANO: LABORATORIO POPOLARE AUTOGESTITO "LE PIAGGE", via Liguria n°4,FIRENZE (3316796848 Madda, 3921232000 Tommaso, 3923042288 Giuliano).
IN QUESTE GIORNI MOLTI COMPAGNI E COMPAGNE ED ASSOCIAZIONI DELLA SOCIETÀ CIVILE SICILIANE, CI HANNO CHIESTO DI MOBILITARCI SOPRATTUTTO PER LAMPEDUSA. LO ABBIAMO INIZIATO A FARE, SIAMO SULL'ISOLA CON UN PRESIDIO PERMANENTE ED ITINERANTE (FURGONE) IN RAPPORTO CON I MOVIMENTI DI PALERMO E TRAPANI.
LA SITUAZIONE ANCORA CONFUSA E CRITICA, MA RITENIAMO IMPORTANTE PROVARE A DARE UN SEGNALE AL
PAESE. E' IL MOMENTO DI ATTIVARE ANCORA UNA VOLTA, COME ABBIAMO FATTO PER L'AQUILA E NELLE SITUAZIONI DI CRISI..... LA NOSTRA SOLIDARIETÀ PER I DIRITTI DI TUTTI E CONTRO IL RAZZISMO E LA GUERRA.
IL MATERIALE RACCOLTO SARÀ LOGISTICAMENTE GESTITO A LIVELLO NAZIONALE DALLE BSA, CHE PROVVEDERANNO A CONSEGNARLO DIRETTAMENTE A LAMPEDUSA, AI MIGRANTI IN FUGA DA MANDURIA, A VENTIMIGLIA O DOVE SARA' NECESSARIO.
BRIGATA DI SOLIDARIETÀ ATTIVA TOSCANA
Via Liguria n°4, 50145, Firenze.
Tel. 0559332404"
martedì 5 aprile 2011
Intervista a Massimo Rossi portavoce FdS
Massimo Rossi si appassiona più al referendum per l’acqua pubblica che alla prossima tornata amministrativa perché pensa che la questione dei beni comuni sia «fondante» di un altro modello sociale, culturale, politico, di relazioni tra le persone. Viene da una storia «movimentista » sfociata, «senza degenerare in politicismo», in importanti esperienze amministrative. E’ stato per nove anni sindaco della «Porto Alegre » d’Italia, Grottammare, s’è inventato il bilancio partecipativo, sostenuto dalle liste di movimento e dalle forze di sinistra. Ha fatto il presidente della provincia di Ascoli, tutt’altro che rossa, vincendo al primo turno finché il Pd, nel 2009, non si è messo di traverso impugnando una politica opposta a quella che ha fatto vincere il centrosinistra 5 anni prima e ha presentato un candidato contrapposto che ha ottenuto il risultato straordinario di riconsegnare la provincia alla destra. Abbonato al manifesto, attivo in rete con Democrazia kilometro zero, appassionatamente contrario alla guerra – «ero a 300 chilometri dall’ambasciata cinese a Belgrado, rasa al suolo dalle bombe intelligenti della Nato e di D’Alema».
Rossi insegna materie tecniche in un istituto professionale di Fermo, «una scuola di frontiera dove la metà degli studenti è fatta di immigrati e molti vengono da classi sociali deboli. Pensa che mentre noi siamo con l’acqua alla gola, la giunta regionale di centrosinistra delle Marche ha deciso di dare 600 mila euro a due scuole professionali cattoliche per fare corsi analoghi ai nostri». Ama il suo lavoro, se n’è distaccato solo per impegni amministrativi e dal 2009 ha ripreso la sua postazione. Ci racconta il suo nuovo impegno di portavoce della Federazione della Sinistra durante due ore buche dall’insegnamento.
Che ci fa uno come te in un esperimento politico che tiene insieme i comunisti del Prc di Ferrero e del Pdci di Diliberto, Socialismo Duemila di Salvi e Lavoro e società di Patta?
«Intanto queste quattro forze che lavorano insieme, e le tante soggettività che hanno scelto di stare nella Fds senza altre tessere di partito, sono la testimonianza che la Fds è qualcosa di diverso e di più dell’unità dei comunisti, a cui so che qualcuno pensa. Io credo invece che l’elemento da valorizzare sia il tentativo invertire il processo di frammentazione a sinistra, pur nel riconoscimento delle diversità, guardando con interesse all’esperienza di Izquierda Unida e della Linke. E’ un’idea diversa, più ambiziosa del cartello elettorale: è la ricerca, dentro la crisi della forma partito, di nuove forme della politica ».
Arrivato alla Fds dalle esperienze legate alla partecipazione e alla difesa dell’acqua pubblica e dei beni comuni, Rossi ha in mente concetti come la «democrazia insorgente» e riflette su come «mettere in rete la ribellione al pensiero unico». La sinistra che ha in mente somiglia più a esperienze come «Uniti contro la crisi» che all’unità dei comunisti. Questa è almeno l’impressione che resta dopo una lunga chiacchierata e un’antica frequentazione. Però le elezioni ci sono, e storicamente non sono il terreno in cui la sinistra dà il meglio di sé:
«E’ uno scoglio difficile perché mette in moto dinamiche poco conformi all’esigenza di costruire un percorso comune propositivo, alternativo a quello dominante. Non dimentico che viviamo in una stagione segnata da Berlusconi e dal berlusconismo, perciò è fondamentale cercare il massimo di unità sul terreno della difesa della democrazia. Però non credo che ci siano le condizioni per un’esperienza nazionale di governo, diverso è nei territori dove sono possibili e auspicabili accordi sul merito, basati sulle esigenze reali».
Come la mettete con Vendola e Sel?
«In tutte le mie esperienze amministrative sono stato candidato anche di Sel e in molte realtà lavoriamo in sintonia. Bisogna ammettere però che hanno un’altra impostazione politica e un’idea diversa dalla nostra sul rapporto con il centrosinistra. Penso a Torino, alla Fiat, e mi chiedo come si faccia ad appoggiare Fassino. Ma penso anche a Napoli, a Salerno, penso a realtà marchigiane come San Benedetto dove dopo una campagna importante sul territorio Sel si è messa con il Pd che sostiene un’idea e una pratica opposta di uso e sfruttamento del territorio. Io credo all’unità per, non all’unità di, e temo il politicismo».
Le vostre parole d’ordine nella campagna elettorale?
«La priorità dei contenuti, mettendo al centro la costruzione di un diverso modello sociale; un nuovo rapporto eletti cittadini basato sulla partecipazione, con gli eletti capaci di prescindere dall’appartenenza; la qualità delle relazioni, fuori da logiche di dominio e di egemonia in un movimento circolare capace di accogliere e valorizzare le differenze, a partire da quelle di genere».
Due sabati fa Massimo Rossi era a Roma in piazza San Giovanni per l’acqua pubblica e sabato scorso era a piazza Navona, contro la guerra «senza se e senza ma», impugnando la Costituzione. «La guerra è sempre un pantano di sangue». Buon lavoro, Massimo Rossi.
Tratto da "Il Manifesto" del 5/4/2011
Rossi insegna materie tecniche in un istituto professionale di Fermo, «una scuola di frontiera dove la metà degli studenti è fatta di immigrati e molti vengono da classi sociali deboli. Pensa che mentre noi siamo con l’acqua alla gola, la giunta regionale di centrosinistra delle Marche ha deciso di dare 600 mila euro a due scuole professionali cattoliche per fare corsi analoghi ai nostri». Ama il suo lavoro, se n’è distaccato solo per impegni amministrativi e dal 2009 ha ripreso la sua postazione. Ci racconta il suo nuovo impegno di portavoce della Federazione della Sinistra durante due ore buche dall’insegnamento.
Che ci fa uno come te in un esperimento politico che tiene insieme i comunisti del Prc di Ferrero e del Pdci di Diliberto, Socialismo Duemila di Salvi e Lavoro e società di Patta?
«Intanto queste quattro forze che lavorano insieme, e le tante soggettività che hanno scelto di stare nella Fds senza altre tessere di partito, sono la testimonianza che la Fds è qualcosa di diverso e di più dell’unità dei comunisti, a cui so che qualcuno pensa. Io credo invece che l’elemento da valorizzare sia il tentativo invertire il processo di frammentazione a sinistra, pur nel riconoscimento delle diversità, guardando con interesse all’esperienza di Izquierda Unida e della Linke. E’ un’idea diversa, più ambiziosa del cartello elettorale: è la ricerca, dentro la crisi della forma partito, di nuove forme della politica ».
Arrivato alla Fds dalle esperienze legate alla partecipazione e alla difesa dell’acqua pubblica e dei beni comuni, Rossi ha in mente concetti come la «democrazia insorgente» e riflette su come «mettere in rete la ribellione al pensiero unico». La sinistra che ha in mente somiglia più a esperienze come «Uniti contro la crisi» che all’unità dei comunisti. Questa è almeno l’impressione che resta dopo una lunga chiacchierata e un’antica frequentazione. Però le elezioni ci sono, e storicamente non sono il terreno in cui la sinistra dà il meglio di sé:
«E’ uno scoglio difficile perché mette in moto dinamiche poco conformi all’esigenza di costruire un percorso comune propositivo, alternativo a quello dominante. Non dimentico che viviamo in una stagione segnata da Berlusconi e dal berlusconismo, perciò è fondamentale cercare il massimo di unità sul terreno della difesa della democrazia. Però non credo che ci siano le condizioni per un’esperienza nazionale di governo, diverso è nei territori dove sono possibili e auspicabili accordi sul merito, basati sulle esigenze reali».
Come la mettete con Vendola e Sel?
«In tutte le mie esperienze amministrative sono stato candidato anche di Sel e in molte realtà lavoriamo in sintonia. Bisogna ammettere però che hanno un’altra impostazione politica e un’idea diversa dalla nostra sul rapporto con il centrosinistra. Penso a Torino, alla Fiat, e mi chiedo come si faccia ad appoggiare Fassino. Ma penso anche a Napoli, a Salerno, penso a realtà marchigiane come San Benedetto dove dopo una campagna importante sul territorio Sel si è messa con il Pd che sostiene un’idea e una pratica opposta di uso e sfruttamento del territorio. Io credo all’unità per, non all’unità di, e temo il politicismo».
Le vostre parole d’ordine nella campagna elettorale?
«La priorità dei contenuti, mettendo al centro la costruzione di un diverso modello sociale; un nuovo rapporto eletti cittadini basato sulla partecipazione, con gli eletti capaci di prescindere dall’appartenenza; la qualità delle relazioni, fuori da logiche di dominio e di egemonia in un movimento circolare capace di accogliere e valorizzare le differenze, a partire da quelle di genere».
Due sabati fa Massimo Rossi era a Roma in piazza San Giovanni per l’acqua pubblica e sabato scorso era a piazza Navona, contro la guerra «senza se e senza ma», impugnando la Costituzione. «La guerra è sempre un pantano di sangue». Buon lavoro, Massimo Rossi.
Tratto da "Il Manifesto" del 5/4/2011
Iscriviti a:
Post (Atom)