«A Sel dico: referendum su legge 30. Così costruiamo una sinistra forte»
19/06/2011 11:48 | POLITICA - ITALIA
Intervista a Paolo Ferrero, Segretario nazionale di Rifondazione Comunista
di Daniela Preziosi
Segretario Paolo Ferrero, Vendola ha chiesto al Pd di cancellare la
legge 30. Siete d'accordo?
Altroché, ma propongo a Vendola un passo concreto: un referendum per
cancellarla. Ci sta? Partiamo subito con la raccolta firme. Noi siamo
anche d'accordo con i quesiti proposti da Passigli che scardinano il
bipolarismo. Perché a mio parere il vero limite della proposta di Sel
sta qui. D'accordissimo sulle primarie su candidato e programma. Ma
non bastano per costruire l'alternativa. Obama si ritrova un bel po'
di parlamentari indisponibili a rompere i rapporti con gli interessi
forti. Allo stesso Pisapia, per venire a casa nostra, il bipolarismo
fatalmente determina una convergenza al centro. Nello schema milanese,
quello delle primarie che piace a Sel, finisce che il centro viene
recuperato in giunta, e la sinistra fatta fuori.
Se le primarie non bastano, cos'altro serve?
Serve costruire una sinistra unitaria e in grado di accumulare forza.
Chi può credere di rovesciare il neoliberismo in un partito con
Veltroni? Le idee neoliberiste sono la politica stessa del Pd. La
novità è che si è espressa una nuova soggettività, larga, dalle tute
blu, alle donne, ai no Tav, ai referendari. Per primo dobbiamo
impedire che la vittoria venga scippata. La proposta di legge del Pd
sull'acqua è emblematica: non c'entra niente con il referendum.
Ma come? Non siete in parlamento.
Propongo una costituente dei beni comuni. L'ho lanciata oggi (ieri,
ndr) in Val di Susa. C'è da mettere insieme tutti i movimenti, e i
partiti disponibili, per costruire una soggettività dal basso. E nelle
città in cui si è vinto propongo di mettere in atto forme di
partecipazione dal basso per dettare le agende alle giunte. Lo spirito
partecipativo di Genova dieci anni dopo è maggioritario.
Vendola chiede le primarie per 'convocare' tutta questa primavera, non
riassumibile sotto l'insegna del socialismo e persino della sinistra.
Quando dico sinistra intendo autonomia dai poteri forti, non
ripropongo discriminanti ideologiche.
I referendari hanno costretto il Pd a cambiare linea. Non è la prova
che la scelta di rivolgersi a un campo più ampio della
sinistra-sinistra, che è la scelta di Vendola, alla fine porti a casa
un gran risultato?
Il movimento 'sposta', è indubbio. E infatti noi ci siamo dentro dal
primo giorno. Ma il fatto che i democratici già ripropongano la loro
legge sull'acqua dice che il nonostante la vittoria non hanno cambiato
l'impostazione. C'è bisogno di una soggettività di sinistra difendere
ogni giorno e consolidare i risultati ottenuti.
Ma proporre un soggetto di sinistra non rischia di isolare la sinistra stessa?
Penso a una sinistra autonoma, ma non isolazionista. Il rischio
opposto è ritrovarsi in guazzabuglio in cui c'è tutto e il suo
contrario. Così com'è il Pd. Ripeto: dobbiamo rassegnarci al fatto che
la politica ti chiude in un partito unico di centrosinistra? No.
Accanto al centrosinistra va costruita una sinistra, come la Linke
tedesca. Ma per farlo dobbiamo superare il bipolarismo.
Ferrero, Vendola, Diliberto: un gruppo dirigente protagonista di tante
scissioni può indicare la strada dell'unità?
Io di scissioni non ne ho fatta neanche una, le ho sempre subite.
Comunque quelle passate non debbono essere di ostacolo. Noi abbiamo
individuato la schema della Federazione, dove c'è il Pdci con il quale
pure i conflitti sono stati aspri. Ma federare è un modo di ragionare.
Bisogna andare in questa direzione.
Il tema di una coalizione di governo ormai è di attualità. Qual è lo
stato dell'arte, per la Federazione?
Propongo che parta da subito, con tutti e non solo i partiti, una
discussione sui contenuti. Noto però che Sel parla sempre di sé, Pd e
Idv. Allora chiedo a Vendola: è d'accordo che in questa discussione ci
sia anche la Federazione? O c'è una conventio ad excludendum?
Avete detto che non parteciperete ad un eventuale governo di
centrosinistra. Quindi rovescio la domanda: non siete voi a mettervi
fuori dalla discussione?
Ma la mia è una previsione, non un pregiudizio. Dire che non sono
interessato al governo significa che non lo metto come premessa per
trovare un accordo. Sono per l'unità delle forze democratiche e
l'esigenza di sconfiggere Berlusconi per me è vitale. Ma so anche che
ci sono differenze programmatiche importanti.
Unità anche con l'Udc di Casini?
Nel Terzo Polo c'è chi ha votato, per esempio, la legge Gelmini. E no
al referendum sul nucleare. Abbiamo vinto le amministrative con il
centrosinistra più la sinistra. A Napoli addirittura con sinistra più
sinistra. E la lezione è che uno schieramento così non è più
minoritario.
Fonte: il manifesto, 19/06/2011
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