

All’attenzione del Presidente del Consiglio Regionale della Toscana
Proposta di Legge n. 381/2009
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Circolo Salviano-Leccia-Scopaia-Collinaia-Limoncino-Valle Benedetta (Livorno)


| Il corteo ha sfilato per tutto il pomeriggio nel centro di Pistoia con uno striscione di apertura tenuto dai parenti del ragazzo ancora in carcere e da uno unitario con scritto "Ale, Eli, Ale liberi subito". C'è stata poi una sosta più lunga davanti al carcere dove è sempre detenuto Alessandro della Malva, a cui sono stati rivolti saluti e cori di sostegno oltre che di lotta. Da segnalare come la questura abbia blindato la città con tanto di elicottero che sorvolava il corteo e consigli di chiudere i negozi. Misure del tutto immotivate vista la pacificità del corteo che tuttavia ha gridato in modo determinato la propria anima antifascista e la propria solidarietà agli arrestati. Il corteo si è concluso verso le 19 alla stazione con interventi finali delle diverse organizzazioni aderenti alla manifestazione con l'invito a non abbassare la guardia e tenere alta la mobilitazione fino alla scarcerazione del compagno ancora a Pistoia e la fine degli arresti domiciliari per i due livornesi. |
Non sarà più a Livorno ma a Pistoia il corteo per la liberazione dei tre compagni prelevati insieme ad altri da un’assemblea pubblica e arrestati domenica 11 ottobre a seguito dei fatti di CasaPound. Sabato 24 ottobre, dunque, l’appuntamento sarà alla stazione di Pistoia alle ore 16. La partenza da Livorno con pullman e auto invece è fissata per le 13.30 alla stazione centrale.
Corteo regionale antifascista per la liberazione dei compagni e contro la repressione
In seguito ai fatti di Domenica 11 Ottobre, facciamo appello a tutte le realtà antifasciste toscane a partecipare al corteo che si terrà a Pistoia, Sabato 24, per chiedere l'immediata liberazione dei tre compagni sequestrati dall'autorità giudiziaria pistoiese ed il ritiro delle denuncie a carico degli altri otto.
Denunciamo il comportamento ignobile della DIGOS di Pistoia che, senza alcuna giustificazione, ha da prima perquisito i locali dell'ex Circolo Primo Maggio non trovando alcuna prova dove stava svolgendosi un assemblea del nascente coordinamento toscano contro le ronde. In seguito ed in maniera ancora più arbitraria ha deciso di deportare tutti i partecipanti all'incontro in questura, per procedere ad una seconda identificazione (la prima era già avvenuta sul posto). Dopo 12 ore di sequestro tre compagni sono stati arrestati, ed altri 8 denunciati a piede libero.
E' palese l'accanimento della questura pistoiese contro persone totalmente ed evidentemente estranee ai fatti, accanimento che sembra voler servire da monito a tutti coloro che decidono di auto-organizzarsi per far fronte a delle emergenze sociali -in questo caso le ronde- alla repressione e alla fascistizzazione della società, che molti sembrano o vogliono non vedere.
Impossibile non notare poi, di come il concetto dei due pesi e due misure si sia palesato in questa vicenda: salta infatti subito all'occhio la mole di attestati di solidarietà giunti ai "fascisti del terzo millennio" ed al consigliere comunale del pdl che queste sedi frequenta, da parte di tutte le realtà "democratiche" cittadine, da destra e da sinistra, che a suo tempo tacquero o si dimostrarono "timide" nel portare solidarietà al compagno ferito in un aggressione di stampo fascista il 13 Dicembre 2008.
Alessandro, Elisabetta ed Alessandro LIBERI SUBITO!
Per la loro immediata liberazione, per la cancellazione delle denunce, per ribadire che la repressione non fermerà tutti coloro che non accettano di subire passivamente la violenza del sistema, in solidarietà ai compagni massesi sotto processo per la vicenda delle ronde popolari antifasciste ed antirazziste, per la chiusura dei covi nazifascisti, contro la criminalizzazione dell'antifascismo militante.
Sabato 24 Ottobre 2009
Corteo regionale antifascista per la liberazione dei compagni e contro la repressione.
Concentramento ore 16:00 presso la Stazione di Pistoia.
Info ed adesioni: raf-pt@canaglie.org
Ore 18 presidio sotto la Prefettura di Livorno Domenica di tensione a Pistoia dove nel pomeriggio di domenica è stata devastata la sede di Casa Pound, associazione neofascista con sedi sparse in diverse parti d'Italia. Secondo le testimonianze un gruppetto di giovani a volto scoperto hanno fatto irruzione nella sede. Dopo pochi minuti è giunta la polizia sul luogo e dopo aver constatato il fatto si è diretta a poche centinaia di metri al Circolo Arci Primo Maggio dove era in corso un'assemblea. La polizia ha perquisito il circolo non trovando niente di ciò che cercava (spranghe o bastoni secondo il verbale di perquisizione) allora ha deciso di portare tutti partecipanti dell'assemblea (una ventina in tutto, provenienti da varie città della Toscana) in questura. Secondo la teoria della polizia queste persone, fra cui molte donne e molti over40, avrebbero fatto irruzione nella sede di Casa Pound e devastato i locali, dopodichè si sarebbero diretti a poche centinaia di metri al circolo e avrebbero fatto tranquillamente la loro assemblea. Una teoria assurda che infatti non ha trovato alcuna prova concreta ma che non ha impedito alla polizia di fare tre arresti (due ragazzi e una ragazza, uno di Massa e due di Livorno). Al momento non si conoscono ancora le motivazioni. Nel mentre un centinaio di persone si sono riunite fuori della questura di Pistoia per protestare contro i tempi lunghissimi di riconoscimento (12 ore) in cui sono stati trattenuti in questura senza motivo. All'uscita molti dei fermati si dichiaravano completamente allibiti dal comportamento della questura che ha prelevato venti persone a caso da un circolo lasciandole 12 ore in una stanza per un'identificazione che invece avevano già fatto sul luogo quando tutti avevano consegnato le loro carte d'identità.Al momento rimangono ancora molti dubbi, anche da parte delle forze dell'ordine, sulla dinamica dei fatti mentre continua ad essere molto fragile l'ipotesi che l'irruzione sia sta fatta da coloro che dopo un fatto del genere sarebbero andati in assemblea a poche centinaia di metri con il rischio di rappresaglia da parte dei fascisti o di intervento della polizia come poi c'è stato.