sabato 23 ottobre 2010

Livorno ha rialzato la testa: in 2000 sfilano contro spese militari e tagli al sociale

Il corteo ha sfilato da piazza Garibaldi fino a piazza Attias con azioni mirate alla ex caserma Bagna e sulle scalinate del Comune



Grande successo della manifestazione organizzata dal "Comitato 23 ottobre" al quale aderivano quasi una trentina fra associazioni, centri sociali, partiti, sindacati di base e collettivi livornesi.
Il corteo cittadino aveva l'obiettivo di denunciare nel giorno dell'assurda commemorazione della battaglia di El Alamein le politiche di un governo che in un momento storico di crisi economica mentre taglia le risorse per lo stato sociale e per i servizi destina incredibilmente 29 miliardi per comprare oltre cento fra cacciabombardieri ed elicotteri da guerra.
Una volontà di dire basta e di alzare la testa di fronte a scelte che non fanno altro che aumentare la forbice di ricchezza nel nostro paese creando elites sempre più fastidiose di ricchi e schiere sempre più numerose di persone che non arrivano alla fine del mese.
Livorno in particolare negli ultimi mesi si è trovata a vivere situazioni emblematiche del clima che si respira a livello nazionale, con i fatti di via dei Mulini, i fischi della curva Nord all'ipocrisia dei minuti di silenzio per i militari morti, la contestazione (sacrosanta ma vergognosamente criminalizzata) degli operai alla Cisl e la ridicola presa di posizione del ministro Gelmini sulle bandiere rosse fuori dal Teatro San Marco col fine squallido di voler giustificare i simboli leghisti nella scuola di Adro nel bresciano.

La manifestazione è partita da piazza Garibaldi e si è snodata in un corteo per le vie di Livorno cui hanno partecipato circa 2000 persone fra lavoratori, studenti e semplici cittadini. Tappe importanti quella in via Grande dove è stato attaccato uno striscione sulla ex caserma Bagna per reclamare la riconversione delle caserme inutilizzate in case popolari e quella davanti al Comune per denunciare la repressione che in questi giorni ha colpito alcuni ragazzi livornesi attivi nel movimento studentesco e per contestare il sindaco Cosimi e le sue insensate, oltre che politicamente pesantissime, parole di amicizia nei confronti della Folgore (in questi giorni sul nostro sito abbiamo presentato un dossier che svela i legami palesi tra questo corpo militare e gli ambienti del neofascismo italiano). Chiaro il messaggio partito dal camioncino di apertura del corte: "Se il Cosimi gli dà le chiavi della città noi ce le andiamo a riprendere". I valori e gli ideali della Folgore non sono certo comparabili a quelli di questa città, sono centinaia ormai i casi e gli esempi che mopstrano in dna fascista che scorre nelle vene di molti soldati ma anche di molti graduati. Basta entrare nei loro siti e nei loro forum.

Il dissenso della città oggi è sceso in piazza, e l'ha fatto con una manifestazione bellissima e riuscitissima che dà fiducia per il futuro. L'obiettivo era oscurare la retorica di guerra e gridare con forza "Ora basta, su la testa!". Obiettivo raggiunto.

Un commento il valzer dei numeri di questa manifestazione. Come ogni volta un valzer truccato. Nessuno ha un contapersone ma come in ogni questione esiste una soglia di ragionevolezza. La questura, in malafede come sempre, ha detto 300, Il Tirreno 800, un giornalista del Corriere di Livorno 1500, Il tg di Telegranducato 3000. Noi abbiamo scritto 2000, forse in eccesso, ma pensiamo di essere quelli che ci siamo avvicinati più di tutti. E poi per giudicare ci sono le foto. E allora, come caso eccezionale, linkiamo proprio la galleria fotografica de Il Tirreno cosicchè tutti giudichino con i propri occhi. La foto 1 e la 15 sono inequivocabili, non si vede la fine del corteo in via ricasoli e in piazza Cavour.

Infine, sono giunte alla nostra redazione alcune foto di striscioni e scritte fatte nella notte di venerdì nella zona di Ardenza dove ha sede la caserma Vannucci dove questa mattina il ministro La Russa ha parlato ai soldati. Sui tabelloni elettorali di Via Allende è stato attaccato uno striscione con scritto: "Scarpe di cartone, carri di latta è questo l'orgoglio della vostra disfatta" mentre sul ponte della Rosa uno striscione con scritto "Saluti da Montgomery" firmato con una croce celtica impiccata.



Nella giornata di domani pubblicheremo altre nostre foto e un bel reportage sulla giornata della Folgore alla Rotonda con decine di bambini in bella posa sui carrarmati mentre maneggiano un altrettanto bel mitragliatore. Complimenti alla Folgore e complimenti al sindaco zerbino che ogni anno si inginocchia ai loro piedi.


Tratto da: www.senzasoste.it
http://www.senzasoste.it/livorno/livorno-ha-rialzato-la-testa-in-2000-sfilano-contro-spese-militari-e-tagli-al-sociale

mercoledì 20 ottobre 2010

FRANCIA, IL GOVERNO VUOLE REPRIMERE CON LA FORZA LA PROTESTA, MA LA RESISTENZA DEI LAVORATORI NON SI FERMA

FRANCIA: PENSIONI; SBLOCCATI DEPOSITI, ALTRI OCCUPATI BRACCIO DI FERRO SU DISTRIBUZIONE CARBURANTE NEL PAESE
«Continueremo a procedere allo sblocco dei depositi fin quando sarà necessario»: il ministro degli Interni francese, Brice Hortefeux, esprime grande fermezza questa mattina, dopo lo sgombero di tre importanti depositi di carburante nella notte da parte delle forze dell'ordine. Ma i manifestanti contro la riforma delle pensioni annunciano che altri siti di stoccaggio carburante sono stati occupati, uno dei quali garantisce i rifornimenti a diversi aeroporti civili e militari nel sud della Francia. Dopo la sesta giornata di mobilitazione di ieri, macchiata da episodi di violenza da parte dei 'casseurs' alla fine delle manifestazioni, l'agitazione sociale si è trasferita in gran parte al braccio di ferro sulla distribuzione del carburante nel Paese, dove ieri oltre 4.000 pompe di benzina erano a secco. Come annunciato ieri pomeriggio dal primo ministro Francois Fillon, il governo si è messo al lavoro per sbloccare i depositi: poco prima delle 4 del mattino le forze dell'ordine hanno sgomberato quelli di Donges (ovest), di Le Mans (nord) e della Rochelle (ovest), senza incidenti. Nel primo caso, tuttavia, la strada di accesso a Donges è stata bloccata nuovamente poco più tardi dai manifestanti e il sito è di nuovo inaccessibile stamattina. In Normandia, a Caen, il deposito di carburante che era stato sbloccato ieri dai gendarmi è stato nuovamente occupato dai militanti del sindacato Cgt, che hanno anche preso il controllo degli oleodotti di Port-de-Bouc, nella regione di Marsiglia. Cinquecento manifestanti hanno poi bloccato lo strategico deposito che rifornisce gli aeroporti di Nizza, Marsiglia, Lione oltre alle basi militari della regione. (ANSAmed).



FRANCIA: PENSIONI, NUOVI INCIDENTI A LIONE, AUTO IN FIAMME
Nuovi incidenti sono scoppiati questa mattina nel centro di Lione, una delle zone più calde dopo le manifestazioni di ieri in Francia contro la riforma delle pensioni. Secondo giornalisti sul posto, un'auto è stata data alle fiamme. (ANSA).

Francia: pensioni, delinquenti da punire. Bloccato deposito rifornimenti aeroporti
Le forze dell'ordine francesi non lasceranno 'impuniti i delinquenti': lo ha detto il ministro dell'Interno di Parigi, Brice Hortefeux, riferendosi agli episodi di violenza esplosi ieri a margine delle manifestazioni contro la riforma delle pensioni. Il ministro ha annunciato che nella notte sono stati sgomberati tre depositi di carburante mentre i sindacati hanno bloccato nel sud della Francia il principale deposito di rifornimenti degli aeroporti civili e militari del Paese.

Tratto da: www.controlacrisi.org

Ripartono i GAP

Da sabato 23 ottobre, ripartono i GAP in Toscana.
A Livorno, vengono organizzati dalla federazione provinciale del PRC in collaborazione con i Circoli cittadini.
Si svilupperanno, a sabati alternati, in due piazze della città.
Dal 30 ottobre partiranno in Piazza Cavour, organizzato dal Circolo Porto, con la coadiuvazione dei circoli Centro e Borgo.
Il 6 novembre invece, partirà quello di Piazza Europa (zona Scopaia), che vede l'organizzazione del nostro circolo, coadiuvato dai circoli Livorno sud e Colline-Coteto.
Vi aspetiamo numerosi.
Vi ricordiamo inoltre che lunedì 25 ottobre, alle ore 21.00, presso la sala riunioni della Circoscrizione 4, Via Menasci 4, si terrà la conferenza di presentazione alla cittadinanza dei GAP.

martedì 19 ottobre 2010

GOVERNO ATTACCA STATO SOCIALE, SU TETTO ASSESSORE TOSCANA SALVATORE ALLOCCA (PRC)

«Il Governo fa macelleria sociale: i cittadini e i lavoratori sono parte lesa, così come Regioni ed enti locali ed è senza precedenti l'attacco del Governo allo stato sociale, ai diritti di cittadini e lavoratori». Con queste motivazioni l'assessore regionale al welfare Salvatore Allocca (Federazione della sinistra) è salito sul tetto dell'Albergo Popolare, un complesso vicino a Piazza del Carmine, nel cuore di Firenze.

«Sono salito sul tetto - ha spiegato l'assessore che ha cominciato la protesta attorno alle 14.30 - per denunciare una situazione insostenibile che chiede anche agli amministratori il massimo di contrasto e mobilitazione. Intendo restarci alcuni giorni, compatibilmente col mio lavoro di assessore che intendo continuare a svolgere, e penso di trascorrere qui anche le notti». «I cittadini ed i lavoratori - ha aggiunto - sono, insieme alla Regione Toscana, parte lesa. Il decreto legge n. 78 del 2010 'Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economicà arriva dopo una crisi economica a lungo negata che ha impoverito le famiglie e colpito il tessuto produttivo del paese. In questi mesi centinaia e centinaia di lavoratori sono saliti sui tetti per difendere assieme al loro posto di lavoro, le fabbriche delocalizzate, i diritti e la dignità di tutti. Lo hanno fatto i lavoratori e può farlo anche qualche amministratore, a Firenze come in altre città, qualsiasi sia l'istituzione in cui esercita il proprio compito». «Può farlo in Toscana come altrove - ha concluso - per chiedere una svolta nel governo dell'economia, per chiedere da subito lo scorporo delle spese sociali dal patto di stabilità, per chiedere che si impegnino risorse per rispondere alla emergenza casa, per chiedere che mentre aumenta la febbre della crisi non si diminuiscano gli interventi di sostegno, che non si separi l'obiettivo della ripresa economica da quello del mantenimento della coesione sociale, per chiedere che si salvaguardi la reale autonomia dei territori». (ANSA).


Tratto da:www,controlacrisi.org

lunedì 18 ottobre 2010

FdS sul Teatro San Marco

GIU’ LE MANI DALLA NOSTRA STORIA!!!!
Senza alcuna vergogna il ministro Gelmini – la stessa che taglia le risorse alle scuole e cancella migliaia di posti di lavoro - invia gli ispettori ministeriali per verificare la presenza delle bandiere rosse fuori dal Teatro San Marco.
Questo ministro che permette che le scuole cadano a pezzi (non solo nelle loro strutture), senza muovere un dito e non invia controlli sul modo in cui sono costretti spesso a seguire le lezioni milioni di studenti in Italia, ha la faccia di bronzo di mandare gli ispettori per una bandiera.
Per una bandiera messa su un luogo simbolo che celebra la nascita del Partito Comunista d’Italia e che ogni anno centinaia di livornesi (e non solo) hanno l’onore di ricordare a tutti.
Nello stesso tempo le Tv e i grandi giornali nazionali danno uno spazio mediatico al ministro ed agli altri irriducibili del ridicolo della destra locale, cialtrona e inconcludente, per un fatto del tutto privo di alcuna rilevanza e nel contempo cancellano sistematicamente la mobilitazione di centinaia di migliaia di lavoratori di ogni categoria che da tutta Italia sono accorsi sabato a Roma.
A ulteriore conferma delle ragioni per cui abbiamo indetto questo presidio di protesta contro la censura ed il bavaglio e contro l’informazione pilotata!
L’obiettivo è chiaro. E non è un improponibile parallelismo tra Adro e Livorno!!!
Il vero risultato che si vuole conseguire è quello di colpire un luogo della memoria della sinistra e del movimento operaio nel nostro paese!!!
E noi questo non lo permetteremo mai!!! Non permetteremo mai che si cancelli questa memoria che è parte vitale di Livorno e dell’Italia.
E diciamo a tutti, forte e chiaro: giù le mani dalla nostra storia, che ha significato per il nostro paese LIBERTA’ – DEMOCRAZIA – EMANCIPAZIONE per milioni di uomini e di donne, grazie al sacrificio dei comunisti del nostro paese.
Anche su questo nessun passo indietro!!!!

Teatro San Marco: Difenderemo le nostre bandiere . Comunicato del Centro Politico1921

DIFENDEREMO LE NOSTRE BANDIERE

Come Centro Politico 1921, le cui bandiere rosse sono al fianco della lapide commemorativa al S.Marco e come organizzatori della data che ogni anno ricorda la nascita del Partito Comunista d'Italia, che porta davanti all'ex teatro centinaia di persone, associazioni e gruppi politici, denunciamo l'ennesimo attacco alla nostra città, alla sua cultura ed alla sua storia portato avanti da una destra che, non avendo ne agibilità politica sul territorio nè seguito elettorale (se non internamente alle caserme), usa i media del padrone per attaccare i Livornesi.

Il teatro S.Marco è il simbolo della presa di coscienza collettiva e di massa che ha portato sia alla liberazione dal nazifascismo che all'avanzamento dei diritti dei lavoratori. Livorno non fu scelta a caso considerando che dopo 90 anni la città (seppur con alcune contraddizioni) continua ad avere nel suo DNA l'antifascismo ed uno spirito libero.

La città che questi pagliacci (comnpresi esponenti del PD) vorrebbero far essere della Folgore è in realtà legata a nomi come quelli di Barontini, Frangioni, Paggini e Tosi che fecero della libertà dei popoli e dei valori del socialismo una bandiera, la stessa che sventola sull'ex teatro S.Marco in ogni giorno dell'anno e che non permetteremo in nessun modo che sia oltraggiata e tolta.

Le stupidaggini scritte dai servi de "il giornale" sono ridicole ricostruzioni di chi è estraneo al tessuto e dalla cultura di questa città, di chi viene nelle caserme cittadine a dichiarare che la X MAS erano eroi, di chi "se fosse per lui scioglierebbe la FIOM"....
Si cerca di trovare ogni pretesto per coprire le infondate istanze leghiste e per infangare la storia dei comunisti, ma Livorno e i livornesi sapranno rispondere anche a questo attacco.

CENTRO POLITICO 1921

17 ottobre 2010

Tratto da: www.senzasoste.it

La Gelmini contro Livorno: "Bandiere rosse vicino alla materna" .

Ispezione del ministero a Livorno: "Bandiere comuniste su una scuola"

A sollevare il caso un articolo del quotidiano "Il Giornale". I due drappi con il simbolo di Rifondazione comunista vicino ad una targa che ricorda la fondazione del Pci nel 1921 sul lato opposto all'ingresso della materna San Marco

Il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca manderà i suoi ispettori a Livorno, per verificare se, come scrive 'Il Giornale', sulla facciata della scuola materna San Marco sventola una bandiera rossa comunista: "il provvedimento si è reso indispensabile per verificare la notizia", spiega il ministero, ricordando che la scuola deve garantire a tutti "un'educazione imparziale ed autonoma rispetto a qualsiasi orientamento politico".



Il Ministero intanto "rende noto che è stata ordinata un'ispezione nella scuola dell'infanzia San Marco di Livorno. Il provvedimento si è reso indispensabile per verificare la notizia secondo cui sarebbe presente nell'istituto una bandiera del Partito dei comunisti italiani". "La scuola - conclude la nota - è un'istituzione pubblica che deve garantire a tutti un'educazione imparziale ed autonoma rispetto a qualsiasi orientamento politico".

Dopo la vicenda della scuola di Adro targata leghista col sole delle Alpi, arrivano così le due bandiere rosse che sventolano su via Venezia, dimenticate dallo scorso gennaio dopo la celebrazione della fondazione del Pci, nato a Livorno il 21 gennaio 1921.

Immediata la reazione del sindaco toscano Alessandro Cosimi: "E' un tentativo farlocco del centrodestra di sollevare un polverone e paragonare in qualche modo Livorno ad Adro (si riferisce alla scuola con i simboli leghisti fatti rimuovere dal ministero ndr). Non ci sto: quel muro è vero che appartiene alla scuola materna, ma è il retro dell'edificio, l'ingresso per bambini ed educatori è dalla parte opposta. E poi è sull'esterno, dove c'è la targa che ricorda la nascita del Partito comunista". Il sindaco precisa che il muro dove sono appese due bandiere di Rifondazione ("probabilmente sono lì dallo scorso gennaio") è "quel che resta dell'ex teatro San Marco dove 89 anni fa era nato il Partito comunista italiano dopo la scissione con i socialisti".

Le due bandiere sono sistemate a un'altezza di tre o quattro metri. Sindaco lei le farà rimuovere? "Non lo so, ci devo pensare. In ogni caso non mi sembra un argomento interessante quanto piuttosto il tentativo del centrodestra di rifarsi una verginità dopo Adro e comincia a seccarmi anche questo centrodestra livornese che si attacca a queste cose per dare un'immagine sbagliata della città. Quanto al Partito comunista e al nostro passato non abbiamo niente da nascondere: forse posso togliere le bandiere rosse dal muro, di certo non toglierei mai quella targa che appartiere alla nostra storia".

Laura Montanari

Tratto da www.repubblica.it

Due bandiere rosse danno più noia di 700 simboli leghisti? Si, siamo in "Itaglia"...

Per togliere l'attenzione dalla scuola di Adro (Bs) e dai suoi 700 simboli leghisti (lo "storico" sole delle alpi), il ministro della pubblica (d)istruzione, la soubrette maria stella gelmini, e il quotidiano "il giornale", organo ufficiale del pdl e addetto stampa del premier berlusconi, hanno deciso di venire a Livorno, più precisamente al Teatro San Marco (dove nacque il PCdI il 21 gennaio 1921 e ora retro di una scuola materna) perchè sul muro esterno ci sono 2 bandiere rosse ed una targa che ricorda l'evento.
Questo "scoop" ci sembra il solito attacco alla nostra città ed alle sue origini e tradizioni, mentre l'invio degli ispettori da parte del ministero ci pare la solita spesa inutile che questo governo ci propina dal suo insediamento.
E menomale che la gelmini ci dice che per la scuola pubblica non ci sono soldi...
Di seguito, in queto post ed in altri, articoli sull'argomento.
NB. Le minuscole a certi nomi son puramente voluti.
Tratto da: www.senzasoste.it



Dopo le giuste polemiche sulla scuola di Adro il centrodestra doveva trovare qualcosa per distogliere l'attenzione da quanto accaduto in Lombardia. Con l'inaugurazione di una scuola pubblica progettata per essere un istituto concentrazionario leghista. Comprensiva di oltre 700 simboli del sole delle alpi, che carattterizza il partito (parola grossa..) di Bossi, incluso uno gigantesco sul tetto del plesso scolastico per far capire la voglia di Padania anche ai marziani che eventualmente volano da quelle parti.
Già in primavera il sindaco di Adro si era distinto per aver negato il classico piatto di minestra, per la mensa scolastica, agli alunni di genitori non in grado di pagare la retta. Veramente un lembo d'Italia più da compatire che da criticare. Dall'inizio dell'anno scolastico il sindaco è in continua polemica, con le istituzioni scolastiche lombarde e quelle politiche nazionali, per la rimozione di questi simboli. E qui ci piace chiarire: il problema non è solo che è stata trasformata una scuola in una sede di partito. Come in Italia solo il Pnf aveva osato fare. Ma è anche rappresentato dal partito in questione, la Lega. Una organizzazione razzista, delirante, fanatica e nemica della convivenza civile e democratica. E il giudizio politico non è che cambia, se in territori sfibrati dal liberismo e dalla speculazione immobiliare, la parte più isterica della popolazione del nord vota il partito di Bossi. Il voto non legittima il delirio, casomai lo moltiplica.
Ogni modo la Lega aveva bisogno di uscire, sul piano dell'opinione pubblica, dal vicolo cieco in cui era cacciata con questa storia della scuola nel bresciano. Persino diversi leghisti hanno capito che stavolta lo zelo etnico del sindaco di Adro era eccessivo.
E allora, guarda te il caso, ti spunta una testata che va a giro per l'Italia a cercare scuole pubbliche dove si espongono simboli politici. Il metodo è quello logoro e consueto: cercare qualche caso controverso, accusare la sinistra di "avere due pesi e due misure", di criticare un comportamento del centrodestra per poi fare lo stesso. E, guarda sempre te il caso, questo genere di campagne giornalistiche finiscono sempre per permettere al centrodestra di fare come gli pare. Intimidendo la sinistra.
Ora se questo metodo può funzionare con il partito di Bersani, un'arca di Noè di speculatori della politica che invidia alla Lega voti e metodi (vedi proposta Veltroni sull'immigrazione), con noi non funziona affatto.
Denunciamo quindi esplicitamente la manovra de Il Giornale e del ministro Gelmini come tesa esclusivamente a legittimare la permanenza dei 700 e passa simboli razzisti (cioè leghisti) nella scuola di Adro. Si cerca quindi di inventarsi una scuola a Livorno, fantomaticamente pullulante di simboli con falce e martello, per permettere che ad Adro tutto resti come prima. Il Giornale ha infatti pubblicato un servizio (vedi link sotto) dove si parla di una scuola materna assimilata a scuola di partito. Qual'è la colpa della scuola materna livornese? E' quella di essere in un edificio in cui una parte della facciata coincide con un monumento storico. Che è la lapide che ricorda che in quel luogo fu fondato il Partito Comunista d'Italia nel 1921. Su quella lapide sventola la bandiera rossa. A monito, aggiungiamo noi, di sedicenti partiti come quelli del centrodestra che desidererebbero conculcare le libertà conquistate, e per tutti, proprio da chi quella lapide ha messo. Insomma, a Livorno non c'è, nè è stata progettata, nessuna scuola con 700 simboli di partito. Solo una materna che coincide con un edificio storico per la città di Livorno e per tutta l'Europa. Non è quindi possibile alcun paragone con la scuola di Adro, un edificio concentrazionario razzista ai cui studenti va tutta la nostra solidarietà umana, nè alcuna speculazione sui monumenti storici di Livorno.
Invitiamo quindi il ministro (si spera per poco) Gelmini e il Giornale a starsene quindi lontani da Livorno. Qui la vostra propaganda, di tante pretese e pessima qualità, verrà agilmente smascherata. Livorno ha tanti difetti e tanti problemi. Ma qui fortunatamente il gusto non manca: la Lega esiste solo come simbolo sulla scheda, il centrodestra è votato giusto dai parenti dei candidati e il Giornale è un foglio dalla circolazione semiclandestina. In attesa della prossima disfatta elettorale, e della conseguente caduta di Berlusconi, cari Gelmini e Giornale fateci un piacere. Statevene a casina vostra magari a discutere dell' appartamento del cognato di Fini a Montecarlo. Quella è la vostra dimensione: sussurri e pettegolezzi per domestici dai gusti morbosi e servili. Se da altre parti vi danno ascolto ci dispiace per loro. Qui per voi, come si dice in gergo, pane secco non ce n'è.

http://www.senzasoste.it/locale/gelmini-e-giornale-state-lontani-da-livorno-e-dalla-bandiera-rossa-del-21

mercoledì 13 ottobre 2010

Ora Basta. Su la Testa! Sabato 23 ottobre corteo contro le spese militari e i tagli al sociale

Basta tagli alla scuola e al sociale. Basta spese militari e parate nostalgiche come quella di El Alamein. Basta criminalizzare il dissenso operaio.



Sabato 23 ottobre ci sarà come ogni anno a Livorno la parata militare dei nostalgici di El Alamein con corredato il solito sfoggio di armi da guerra e strumenti di morte alla Rotonda d’Ardenza.
Tutto ciò in una fase in cui la situazione economica e le scelte del governo stanno distruggendo la vita delle fasce più deboli e più povere della popolazione. L’attacco alla scuola pubblica e agli operai metalmeccanici sono solo la punta dell’iceberg. Nella scuola miliardi di euro di tagli causano la perdita di posti di lavoro, classi sempre più numerose, edifici scolastici sempre meno sicuri, percorsi di studio sempre meno completi e sempre più asserviti agli interessi del governo e dei padroni. Mentre chiudono le fabbriche, gli operai sono ricattati dal “modello Pomigliano” ed il mondo politico non trova di meglio che chiamarli terroristi. Intanto il Parlamento si appresta a far passare la legge sul “collegato lavoro” che abolisce di fatto, per via indiretta, l’articolo 18.

Ci dicono che mancano i soldi, ma i soldi ci sono! In 3 anni infatti sono stati spesi 29 miliardi di euro per acquistare cacciabombardieri F-35 e altri aerei ed elicotteri da guerra. Intanto a Pisa è in progetto un mega hub militare che amplierà l'aeroporto militare facendone un hub in grado di movimentare fino a 30.000 militari al mese, perfettamente equipaggiati.

In una tale situazione i poteri forti e le istituzioni hanno deciso di marciare insieme cercando di reprimere ogni dissenso, sia esso contro la guerra e le pazzesche spese militari che si porta dietro, sia esso contro il golpe di Cisl e Uil insieme a Federmeccanica sul contratto dei metalmeccanici. E ciò è ancora più accentuato in quelle realtà, come Livorno, dove la crisi picchia duro. Lo dimostrano le strumentalizzazioni portate avanti dopo i fischi della curva nord nei minuti di raccoglimento per i soldati morti in Afghanistan come il violento attacco subito dagli operai che hanno protestato con un lancio di uova davanti a Confindustria e alla Cisl. La risposta del sindaco in prima persona è stata chiara: condanna e scomunica politica per tutti coloro che non sono allineati a fronte di una rinnovata strategia comune con Folgore e soprattutto con Confindustria, come dimostra anche l’assecondamento agli interessi degli industriali con la discarica del Limoncino e il secondo rigassificatore di Rosignano.

La parata nostalgica organizzata dalla Brigata Paracadutisti Folgore per il 23 ottobre oltre a commemorare la guerra nazifascista, sarà la celebrazione della rapina quotidiana nei confronti dei lavoratori, degli studenti, e delle fasce più deboli della popolazione.

Una assemblea composta da organizzazioni politiche, sindacali e associazioni che quotidianamente operano nel mondo del lavoro, della scuola e del sociale si è riunita mercoledì 6 ottobre ed ha deciso di organizzare un corteo cittadino per sabato 23 ottobre. Una manifestazione che possa dare una risposta chiara decisa a questi ultimi eventi.

Invitiamo dunque lavoratori, studenti, precari, disoccupati, pacifisti e tutti coloro che si sono stancati di pagare la crisi a fronte di sperperi militari e aumento dei profitti di pochi, a scendere in piazza insieme a noi

23 OTTOBRE CORTEO PIAZZA GARIBALDI – ORE 15:30
COMITATO PROMOTORE CORTEO 23 OTTOBRE
Adesioni arrivate fino ad oggi: APPL (Assemblea Permanente per la Partecipazione a Livorno), Associazione Don Nesi Corea, Cittadini ecologisti, Collettivo Anarchico-Libertario, Collettivo Universitario Livornese, Comitato di lotta per il diritto al lavoro, Comitato No Offshore, Confederazione Cobas, Cp 1921, Csa Godzilla, Federazione Anarchica Livornese, Libera Università Popolare “Alfredo Bicchierini”, Partito Comunista dei Lavoratori, Rete dei Comunisti, Rifondazione Comunista, Sinistra Critica, Teatrofficina Refugio, Unicobas, Unione Inquilini, Unione sindacale di Base

Articolo tratto da: www.senzasoste.it

lunedì 11 ottobre 2010

La scuola pubblica come una Società per azioni? Pd contro il governo: “Danno enorme”

Articolo tratto da: www.blitzquotidiano.it

"La scuola pubblica gestita come una Spa? “L’ipotesi riportata dalla stampa secondo la quale il Governo starebbe lavorando alla predisposizione di un provvedimento che accorperebbe in capo ad una Spa tutti gli interventi per le scuole pubbliche prefigura una speculazione finanziaria di dimensioni enormi, a danno degli enti locali e dei contribuenti”.

Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, Pd. “Dopo l’acqua il Governo intende privatizzare anche la scuola. Stando infatti a quanto anticipato dalla stampa – proseguono gli esponenti ecodem – gli azionisti della Scuola Spa potranno incamerare migliaia di edifici affittandoli agli attuali gestori, province e comuni, con l’obiettivo di fare utili, e conseguentemente maggiori saranno le spese di gestione della scuola, maggiore sarà il canone. Di fronte agli enti locali indebitati, specie al sud, il rischio concreto è che il proprietario dell’edificio scolastico si comporti come con qualsiasi inquilino moroso, ovvero lo sfratti per avere la piena proprietà dell’immobile.”

“Come se non bastasse – sottolineano Ferrante e Della Seta – la Scuola Spa verrebbe addirittura incaricata della formazione professionale dei docenti, adottando così una pericolosa visione aziendalista e proprietaria dell’istruzione, con buona pace dei principi basilari della scuola pubblica. Ipotesi come la Scuola spa sono mere speculazioni che scatenano comprensibilmente grandi appetiti, in considerazione dei 42mila plessi scolastici italiani, ma che devono rimanere nel cassetto dei sogni dei noti grandi gruppi immobiliari, mentre – concludono Della Seta e Ferrante – occorre colmare il gap nell’edilizia tra Nord e Sud, mettendo subito in sicurezza quel 40% di scuole sottoposte a elevato rischio sismico e il 7% che è a elevato rischio idrogeologico”."

http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/scuola-pubblica-spa-pd-587079/

Finalmente anche quelli del pd si accorgono che questo governo fà solo danni.
Meglio tardi che mai.
Ora però devono iniziare a fare una politica di sinistra.

PS. Le minuscole (pd e governo) sono puramente volute.

Sconti fiscali al Vaticano, per Bruxelles sono “aiuti di Stato”. Italia sotto inchiesta

Articolo tratto da: www.blitzquotidiano.it

"L’Italia finisce nel mirino di Bruxelles per gli sconti fiscali (esenzione Ici, e Ires ridotta al 50%) riconosciuti alla Chiesa. Domani, su proposta del commissario alla concorrenza, Joaquin Almunia, l’esecutivo comunitario darà il via libera all’apertura di un’inchiesta approfondita per verificare la compatibilità con le norme Ue di un’agevolazione che la Commissione ritiene essere un aiuto di Stato.

La mossa di Bruxelles arriva dopo anni di scambi di lettere con le autorità italiane e potrebbe concludersi, come avverte la Commissione nella comunicazione che sarà inviata all’Italia, con la richiesta di recupero di tutti gli aiuti erogati – si parla di miliardi di euro – se al termine dell’inchiesta risulterà che questa agevolazione è stata concessa illegalmente rispetto a quanto previsto dalle norme europee.

A essere finite sotto la lente della Commissione sono state le norme che riconoscono l’esenzione dal pagamento dell’imposta comunale sugli immobili ai soggetti che hanno lo status di ‘entità non commerciale’ (articolo 7 del decreto legislativo 504/92) e quelle che fissano le condizioni per il riconoscimento di questo status, stabilendo però che tali condizioni non si applicano agli istituti ecclesiastici e ai club sportivi amatoriali (articolo 149 del testo unico delle imposte sui redditi).

In primo luogo, secondo la tesi sostenuta dalla Commissione, questa agevolazione si configura come un aiuto di Stato che suscita ”dubbi” sul rispetto delle norme Ue. ”Le autorità italiane – si legge tra l’altro nelle 13 pagine del documento preparato da Almunia – non hanno presentato argomenti che possano far ritenere che la misura rientri tra le eccezioni in base alle quali un aiuto di Stato può essere ritenuto compatibile con il mercato unico”.

Se è vero che l’esenzione Ici si applica a entità non commerciali – è il ragionamento seguito da Bruxelles – è altrettanto vero che in settori come l’ospitalità e i servizi sanitari, tanto per citare due esempi, queste entità possono esercitare (e pare anche che lo facciano, in base alle informazioni raccolte) attività economiche beneficiando di un vantaggio che gli altri operatori non hanno. E che si configura quindi come una distorsione della concorrenza anche a livello intra-comunitario. Gli esempi della presunta concorrenza sleale non mancano: questa estate, a Carrara, non sono mancate le polemiche per i “prezzi al ribasso” offerti da uno stabilimento balneare gestito da due istituti religiosi.

Da qui la decisione della Commissione Ue di aprire un’inchiesta approfondita e chiedere all’Italia di comunicare ”entro un mese” dalla ricezione della lettera di notifica che sarà inviata da Bruxelles tutti i commenti e le informazioni che riterrà opportune per una corretta valutazione del caso.

E’ dal 2006 che il dossier sugli sconti Ici riconosciuto alla Chiesa viaggia sui tavoli della direzione per la concorrenza di Bruxelles. La quale per ben due volte – nel 2006 e nel 2008 – aveva comunicato ai ricorrenti di ritenere che non ci fossero i presupposti per aprire un’indagine formale.

Ma l’insistenza del deputato radicale Maurizio Turco, il conseguente intervento della Corte di giustizia Ue e i nuovi elementi acquisiti da Bruxelles hanno impedito che il caso venisse definitivamente archiviato ed hanno anzi convinto i collaboratori di Almunia ad effettuare ulteriori accertamenti."

http://www.blitzquotidiano.it/economia/ue-sconto-ici-vaticano-italia-587482/

Nucleare. “La Sogin sta già costruendo un deposito al Garigliano”, l’annuncio dei Verdi

Articolo tratto da : www.blitzquotidiano.it

"I Verdi riaccendono i riflettori sul nucleare: ”La Sogin sta già costruendo un deposito per le scorie nucleari, occultando ai cittadini informazioni essenziali e la verità”. Lo afferma il Presidente nazionale dei Verdi per la Costituente ecologista Angelo Bonelli che aggiunge:”Si tratta dell’area dell’ex centrale atomica del Garigliano tra le province di Caserta e Latina, dove la Sogin sta ultimando (la fine dei lavori è prevista per il 2011) in grandissimo segreto i lavori per un deposito”.

”Si tratta di un’area soggetta ad esondazione del fiume Garigliano che già in passato ha provocato numerosi e gravi incidenti all’ex centrale. Più volte noi Verdi abbiamo chiesto di poter visitare l’impianto ma l’accesso ci è stato sempre negato”.

”L’annuncio fatto oggi da Potenza rappresenta una presa in giro inaccettabile – conclude Bonelli -. Presto renderemo noti gli altre aree che sono state già decise da Sogin e immediatamente secretate, negando ogni forma di democrazia partecipata, direttamente dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, forse perché il nucleare e i depositi per le scorie radioattive potrebbe diventare lo scomodo ‘convitato di pietra’ di eventuali prossime elezioni politiche”."

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/nucleare-la-sogin-sta-gia-costruendo-587328/

Appalti pubblici, gestione “privata”. I dirigenti potranno rendere “segrete” le gare, senza che nessuno li controlli

Articolo tratto da: www.blitzquotidiano.it

"Gli appalti pubblici diventano “segreti”. Alla faccia della trasparenza, verrebbe da dire. Secondo una norma diventata legge il 30 luglio, gli “alti” dirigenti pubblici possono “secretare” gare pubbliche. Ed in questo modo potranno dunque gestire “privatamente” le forniture di beni e servizi per la pubblica amministrazione. Si afferma, cioè, il principio che le procedure di controllo sono un ostacolo alla realizzazione dei progetti. E’ il “metodo Bertolaso” esteso a tutta la pubblica amministrazione: interventi ispirati a fatti straordinari e a criteri di urgenza, sempre e comunque, anche per realizzare le celebrazioni dell’Unità d’Italia, o una regata Vuitton Cup.

La norma, come ha spiegato Sergio Rizzo in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, “è il comma 10 dell’articolo 8 del decreto legge 78/2010 convertito nella legge 122 del 30 luglio scorso”. Il provvedimento recita: “Al fine di rafforzare la separazione fra funzione di indirizzo politico-amministrativo e gestione amministrativa, all’articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, dopo la lettera d), è inserita la seguente: d bis) – adottano i provvedimenti previsti dall’articolo 17, comma 2, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n.163, e successive modificazioni”.

Questo vuol dire, tra l’altro, che le opere sottoposte a procedura segreta non possono essere sottoposte alla vigilanza dell’authority. Basterà semplicemente che il dirigente in questione fornisca una motivazione “valida” per cui sia necessario mantenere il “segreto”. L’autorità per i controlli pubblici aveva già sollevato dubbi quando la legge era in discussione in Parlamento: il timore, peraltro giustificato, è che con questa procedura possa essere messo in discussione il principio della trasparenza.

Il riserbo potrebbe essere giustificato per quanto riguarda operazioni di sicurezza, che riguardino ad esempio forze dell’ordine o servizi segreti. L’aspetto controverso, però, è che il provvedimento potrà essere utilizzato anche per casi di interesse pubblico: ad esempio, spiega Rizzo, per la ristrutturazione di immobili destinati a usi politici o per contratti che riguardino il servizio sanitario.

http://www.blitzquotidiano.it/economia/appalti-pubblici-segreti-dirigenti-controllo-586175/

Inps, è ufficiale: i precari saranno senza pensione. Silenzio dei media o scatta la rivolta

Articolo tratto da: contintasca.blogosfere.com

"La notizia è arrivata e conferma la peggiore delle ipotesi. Rimarrà sotto traccia per ovvi motivi, anche se in Rete possiamo farla circolare. Se siete precari sappiate che non riceverete la pensione. I contributi che state versando servono soltanto a pagare chi la pensione ce l'ha garantita. Perché l'Inps debba nascondere questa verità è evidente: per evitare la rivolta. Ad affermarlo non sono degli analisti rivoluzionari e di sinistra ma lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastropasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".

Intrage scrive che l'annuncio è stato dato nel corso di un convegno: la notizia principale sarebbe dovuta essere quella che l'Inps invierà, la prossima settimana, circa 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.

La seconda notizia è che non sarà possibile, per il lavoratore parasubordinato, simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza pare sia stato spiegato da Mastrapasqua proprio con quella battuta. Per dire, in altre parole, che se i vari collaboratori, consulenti, lavoratori a progetto, co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, cioè i parasubordinati, venissero a conoscenza della verità, potrebbero arrabbiarsi sul serio. E la verità è che col sistema contributivo, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso non arrivano alla pensione minima.

I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'INPS gli "imprenditori di loro stessi" creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché l'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.

L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile.

Quindi paghiamo i nostri contributi che non rivedremo sotto forma di pensione. Se reagiamo adesso, forse, abbiamo ancora la speranza di una pensione minima.

http://contintasca.blogosfere.it/2010/10/inps-e-ufficiale-i-precari-saranno-senza-pensione-silenzio-dei-media-o-scatta-la-rivolta.html

giovedì 7 ottobre 2010

Salvi a Galimberti: "Rai trasmetta diretta della manifestazione Fiom"

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA:

“LA RAI TRASMETTA LA DIRETTA DELLA MANIFESTAZIONE FIOM”

Salvi (portavoce della Federazione): “Un appuntamento di grande rilievo per l’intero Paese”



“La Rai trasmetta la diretta della manifestazione della Fiom del 16 ottobre”: è questa la richiesta che la Federazione della Sinistra avanza al presidente della Rai, Paolo Galimberti.

“Quella che si prepara è una manifestazione di grande rilievo per l’intero Paese, per i diritti del lavoro e dei lavoratori”, dice Cesare Salvi, portavoce della Federazione : “Per questo chiediamo che la Rai, che ha tra i suoi doveri il rispetto del pluralismo, dia ampia e completa copertura informativa alla grande iniziativa della Fiom-Cgil a Roma, trasmettendo in diretta la manifestazione”.


Roma, 7 ottobre 2010

martedì 5 ottobre 2010

Appello ai movimenti, alle organizzazioni politiche, ai sindacati, alle associazioni e ai singoli. Basta tagli al sociale e alla scuola – Basta spese

Basta tagli al sociale e alla scuola – Basta spese militari

Sabato 23 ottobre ci sarà come ogni anno a Livorno la parata militare dei nostalgici di El Alamein con corredato il solito sfoggio di armi e strumenti di morte alla Rotonda d’Ardenza.

Tutto ciò in una fase in cui la situazione economica e le scelte del governo stanno distruggendo la vita delle fasce più deboli e più povere della popolazione. L’attacco alla scuola pubblica e agli operai metalmeccanici sono solo la punta dell’iceberg.

In una tale situazione i poteri forti e le istituzioni hanno deciso di marciare insieme cercando di reprimere ogni dissenso. E ciò è ancora più accentuato in quelle realtà, come Livorno, dove la crisi picchia duro. Lo dimostra l’indegna strumentalizzazione portata avanti dopo i fischi della curva nord al minuto di raccoglimento per il parà morto in Afghanistan come il violento attacco subito dagli operai che hanno protestato con un lancio di uova davanti a Confindustria e alla Cisl.

La risposta del sindaco in prima persona è stata chiara: condanna e scomunica politica per tutti coloro che non sono allineati a fronte di una rinnovata strategia comune con Folgore (“Darò le chiavi della città al Col Moschin”, “In Afghanistan c’è una missione di pace”) e Confindustria (come dimostra anche l’assecondamento agli industriali con la discarica del Limoncino e il secondo rigassificatore di Rosignano)

In questi giorni un gruppo di compagni facente riferimento a realtà di movimento che quotidianamente fanno attività politica nell’ambito della scuola, del lavoro, della socialità si sono ritrovati per cercare di dare una risposta visibile in città a questa situazione divenuta insostenibile. Da qui è nata la proposta di una manifestazione cittadina per dare una risposta a questi ultimi eventi e cercare di rialzare la testa di fronte ad un’aria diventata irrespirabile. E la data proposta non poteva che essere il 23 ottobre, giorno in cui è maggiormente visibile questo contrasto fra i tagli e la miseria subiti dalla popolazione a fronte delle guerre di aggressione nei confronti del popolo afgano e in altre parti del mondo, dell’aumento delle spese militari e degli sprechi come queste inutili commemorazioni

Per questo diamo appuntamento a tutti coloro che vogliono partecipare a questo percorso per mercoledì 6 ottobre alle 21.30 alla Circoscrizione 4 (Colline) di Piazza D.Chiesa

SU LA TESTA!

sottoscrizioni dell'appello livornese pro 16 ottobre

APPELLO A SOSTEGNO DELLA MANIFESTAZIONE INDETTA DALLA FIOM PER IL 16 OTTOBRE

Noi, donne e uomini, lavoratori, precari, disoccupati, studenti e pensionati aderiamo alla manifestazione nazionale promossa dalla FIOM-CGIL per il 16 ottobre.

La cancellazione del contratto nazionale del lavoro (che lascerà più soli e deboli i lavoratori di fronte agli interessi delle aziende), lo smantellamento dell’apparato industriale e della scuola pubblica (tendente a riproporre una selezione di classe nella formazione della futura classe dirigente del nostro paese) rappresentano il pericoloso attacco concentrico alla Costituzione Repubblicana e Antifascista.
Un attacco prima attuato sul terreno istituzionale (svilimento del ruolo del Parlamento e delle assemblee elettive, il maggioritario, bipolarismo-bipartitismo) ed oggi portato - con una violenza senza precedenti - sul terreno sociale ed economico.

Occorre agire subito per trasformare il 16 ottobre in una grande manifestazione di popolo, in una risposta forte a Federmeccanica, a Confindustria e al Governo, per contrastare il tentativo di spazzare via il sindacato riducendolo a supino garante della pace sociale e delle ragioni dell’impresa.

Una manifestazione che dia sbocco unitario alle tante lotte (non solo dei metalmeccanici), ai tanti conflitti (come quelli della scuola e contro i tagli agli enti locali), ai movimenti (come quello per l’acqua pubblica) che, nel tempo duro della crisi, si sono attivati.

Che impedisca lo scambio tra diritti e lavoro ed il tentativo di smantellare leggi e contratti.

Che riaffermi la democrazia nei luoghi di lavoro ed il voto da parte dei lavoratori, di contratti e accordi, anche mediante una nuova legge sulla rappresentanza sindacale. E consapevoli del fatto che senza democrazia nei luoghi di lavoro non c’è democrazia nel Paese.

La distruzione dei diritti del lavoro comporta la distruzione dei diritti di tutti.

Oggi la FIOM-CGIL rappresenta uno dei punti più avanzati del conflitto democratico e sociale in corso nel paese. Non è infatti un caso che FEDERMECCANICA, CONFINDUSTRIA e Marchionne concentrino lì il loro furibondo attacco.

Per questo è il momento di stringerci intorno alla FIOM-CGIL per dare, anche tramite il nostro appoggio, legittimità e sostegno alla sua azione rivendicativa e di difesa intransigente e limpida dei principi fondamentali previsti dalla Carta Costituzionale.

Sottoscritto, ad oggi, dai seguenti soggetti politici, associativi e di movimento livornesi:

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA - SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’ - POPOLO VIOLA LIVORNO, FORUM NAZIONALE MOVIMENTO ACQUA PUBBLICA - LA FABBRICA DI LIVORNO

lunedì 4 ottobre 2010

Fuori dalle fabbriche striscioni a sostegno degli operai

Pubblichiamo questo articolo, tratto da Senza Soste, sulla reazione della città (intesa come popolo e no come istituzioni), ai fatti di venerdì mattina.

"Nella foto lo striscione fuori dei cancelli della Pierburg



Questo pomeriggio sono apparsi in città, fuori dai cancelli di alcune fabbriche metalmeccaniche alcuni striscioni a sostegno degli operai che venerdì mattina hanno scioperato e sono andati poi a protestare e a lanciare alcune uova sotto la sede di Confindustria e della Cisl.

Il linciaggio mediatico che hanno subito gli operai e le spropositate parole utilizzate dalle istituzioni per condannare la protesta operaia hanno sicuramente colpito una parte di cittadinanza che con questi striscioni ha voluto ribadire che una parte di città sta con quelli che venerdì hanno espresso la loro rabbia.

red. 3 ottobre 2010
Ecco una nota che ci è arrivata insieme alle foto:

"Questo pomeriggio siamo andati ad attaccare 3 striscioni fuori dai cancelli di alcune fabbriche cittadine, la Pierburg, la Trw e il Cantiere Benetti, con scritto 'Su la testa! Livorno sta con gli operai'. Con questo piccolo e semplice gesto abbiamo voluto dare un sostegno agli operai che venerdì scorso hanno manifestato la loro rabbia sotto la sede di Confindustria e della Cisl. Un gesto piccolo ma che comunque deve aver immediatamente urtato le guardie giurate che si sono mobilitate per impedire l'affissione degli striscioni oppure hanno chiamato la polizia. Nel giro di pochi minuti infatti lo striscione al cantiere Benetti è stato tolto da qualcuno e pensiamo che ciò accadrà anche con gli altri. Segnale chiaro che in città c'è molta tensione per la situazione di crisi e di rabbia operaia che si inizia a respirare. In ogni caso tutta questa mobilitazione per levare 3 innocui striscioni di solidarietà ai lavoratori dà bene l'idea del fatto che qualcuno inizia a temere che prima o poi questa città addormentata si svegli. Noi ci torneremo anche tutti i giorni ad attaccare questi striscioni e pensiamo che in città sia arrivato il momento di mobilitarci per far sentire le voci vere della crisi, quelle voci spesso filtrate o censurate da istituzioni e media. SU LA TESTA""

http://www.senzasoste.it/livorno/in-citta-striscioni-a-sostegno-degli-operai

23 Ottobre: trasformiamolo in festa della sconfitta dell'esercito fascista a el Alamein

Salve a tutti, ricevo e giro un invito pubblico per la creazione di un percorso comune contro l'avanzare della cultura militarista nella nostra città. Nella nota si propone a tutti i soggetti, singoli o associazioni, di partecipare alla creazione di un momento importante di contestazione della rituale parata bellica e nostalgica di El Alamain che avrà luogo nella nostra Livorno il 23 ottobre.

Come vedete, non è un appello autoreferenziale, non ci sono né firme né aut-aut, ma semplicemente l'invito, a quanti reputano una necessità, dimostrare che non tutti i livornesi vogliono essere complici dello sdoganamento pubblico in festa della "cultura della guerra" nel non solo partecipare all'iniziativa, ma addirittura alla costruzione della stessa (6 ottobre circoscrizione 4 colline).

Per questo lo invio a contatti diversi, di ambienti diversi, perchè il senso dell'appello è unire e non dividere sotto diverse logiche politiche o correnti. Quindi, se volete, copiatelo e giratelo come ho fatto io a chi preferite.

Personalmente lo sottoscrivo, nei contenuti e nei metodi, e spero che tanti di voi lo facciano allo stesso modo, partecipando e proponendolo, dal momento che tantissimi sono i temi che possono unire.

CI sono ragioni politiche, storiche e sociali, per trovare un filo comune che il 23 ottobre ci porti, in accordo con i dovuti impegni personali, a collaborare e/o partecipare dimostrando che c'è una città che ha bisogno di tante cose e può tranquillamente fare a meno delle parate. Ci sono operai senza lavoro, scuole che cadono a pezzi,giovani senza futuro e anziani abbandonati a sé stessi e mentre i tagli per le spese sociali aumentano si spendono soldi per fare una propaganda militare degna del ventennio, con pescicani in cerca di terreni da far fruttare.

Il 23 ottobre ci saranno figlioli che ammirano carri armati e mitragliatori sulla terrazza, tra nostalgici della seconda guerra mondiale e nuovi John Rambo in bella mostra, Pullman da tutta Italia al grido di "eja eja alalà", una festa che prima era questione privata dei militari e si svolgeva in caserma ora sta diventando un appuntamento cittadino come "effetto venezia".

Chi non ci sta faccia un passo avanti e testimoni con la sola presenza (non serve altro) il proprio dissenso.

Altrimenti puppiamoci allegramente bombardamenti e La Russa mentre pranziamo in silenzio...

http://www.youtube.com/user/pejo74#p/a/u/0/91UU-GpKtJ8

(notare gli altri link video del canale)

Saluti.

sabato 2 ottobre 2010

FDS sui fatti di venerdì 1 ottobre

Comunicato stampa della federazione della Sinistra sulla manifestazione degli operai metalmeccanici davanti alla sede di Confindustria a Livorno.

Leggiamo con stupore le prese di posizione irresponsabili di rappresentanti istituzionali e sindacali, in merito a quanto accaduto stamani davanti alla sede di Confindustria e della Cisl.

Irresponsabili perché confondono la causa con l’effetto: si guarda il dito invece della Luna.

Livorno vive una drammatica crisi sociale, con aziende che chiudono e tantissimi lavoratori che sono in cassaintegrazione, quando addirittura ad un passo dal licenziamento, di questo ci si dimentica con troppa facilità e superficialità: l’esasperazione e la rabbia è – tra i lavoratori – veramente tanta.

Sia contro Confindustria che tenta di demolire diritti, di cancellare il Contratto Nazionale di Lavoro e di ridurre ulteriormente salari già oggi da fame.

Sia contro alcuni sindacati. Ci si dimentica, infatti, che le divisioni che sono presenti nel mondo del lavoro, nascono proprio dall’azione unilaterale di sindacati minoritari – tra cui la Cisl – che da tempo firmano accordi e decidono a prescindere dalla volontà dei lavoratori.

E quando dei lavoratori arrivano addirittura a contestare l’organizzazione che dovrebbe difenderli, la cosa dovrebbe interrogare chi ha la responsabilità di dirigere quel sindacato, invece di lasciarsi andare a dichiarazioni inaccettabili come quelle del Segretario Regionale Cerza.

Caro Cerza, lo squadrismo non c’entra niente con quello che è accaduto: queste dichiarazioni manifestano o ignoranza o grave strumentalità!

La cosa che deve augurarsi la città e sui tutti dobbiamo essere impegnati, è quella di superare le polemiche inutili e di far crescere la risposta dei lavoratori all’aggressione sistematica a cui quotidianamente sono sottoposti, per costruire nella lotta una via d’uscita ad una crisi che rischia di travolgere l’intera economia del territorio.

Livorno, 01 ottobre 2010

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA DI LIVORNO